Heineken lascia la Russia e cede le proprie attività: la perdita è da capogiro. Cosa sta succedendo?
Lo scoppio del conflitto tra Ucraina e Russia ha generato profonde implicazioni economiche, politiche e morali, che hanno portato alcune aziende a prendere la decisione di ritirarsi dal mercato russo.
Prima di tutto, la guerra ha creato un clima di incertezza politica ed economica: le tensioni internazionali e le sanzioni hanno reso difficile per le aziende prevedere gli sviluppi futuri e valutare i rischi associati alle loro operazioni in Russia.
Le operazioni delle aziende sono state influenzate dai rischi operativi legati al conflitto, visto che la situazione in evoluzione ha portato a problemi logistici, interruzioni delle forniture, difficoltà nell’attrarre investimenti e incertezza per la sicurezza dei dipendenti.
L’opinione pubblica globale ha reagito all’escalation del conflitto, mettendo pressione su aziende internazionali affinché prendessero posizione. Alcune aziende si sono ritirate dal mercato russo per motivi etici e valoriali mentre altre hanno lasciato il territorio per evitare di “sporcarsi” la reputazione e/o affrontare altre forme di protesta.
Heineken lascia la Russia: ecco cosa è accaduto
Heineken lascia la Russia: il colosso della produzione di birra ha portato a termine la cessione delle proprie attività in Russia al Gruppo Arnest, concludendo l’operazione di ritiro dal mercato russo in seguito all’invasione dell’Ucraina.
La perdita si aggira intorno ai 300 milioni di dollari non solo a causa dell’abbandono del mercato russo, ma anche dalla vendita degli asset al prezzo simbolico di un euro. Tuttavia, questa cessione non dovrebbe impattare in modo considerevole sugli utili per nel 2023.
Chi è il Gruppo Arnest?
Arnest Group che ha rilevato le attività di Heineken è un agglomerato russo specializzato in cosmetici, articoli per la casa, imballaggi metallici e attività di confezionamento in lattine.
Oltre eredate gli asset del birrificio olandese, il Gruppo si è impegnato a mantenere tutti i 1.800 dipendenti che lavorano in Russia, garantendo la loro occupazione per i prossimi 3 anni.
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