Dopo i vertiginosi aumenti dei prezzi di gas ed energia elettrica cui abbiamo assistito nei mesi scorsi, nel prossimo futuro non possiamo aspettarci altro che ulteriori rincari, e saranno persino più pesanti di quelli visti finora.
In tutta Europa continua a salire il prezzo del gas, con un incremento che ha portato il prezzo dell’energia elettrica a 233 per MWh sul contratto Dutch TTF dopo il +6,5% registrato nella giornata di ieri, lunedì 15 agosto. Complessivamente dall’inizio dell’anno il prezzo è quindi aumentato dal +220%, infatti a metà agosto 2021 la quotazione era intorno ai 60 euro per MWh.
Lo stesso aumento dei prezzi dell’energia elettrica lo registriamo in Germania, dove il contratto ad un anno quotato sulla European Energy Exchange ha toccato i 502 euro per MWh, segnando in questo modo un nuovo record storico.
Il costante aumento della spesa che famiglie e imprese si trovano ad affrontare nell’ambito delle forniture di energia, gas ed elettricità, va inoltre a collocarsi in un contesto di estrema fragilità economica determinato da un’inflazione estremamente alta e da un netto calo dei consumi dovuto alla situazione di incertezza e sfiducia.
L’aumento del tasso di inflazione ha poi come principale componente proprio il rincaro sull’energia. Nell’Eurozona si registra il tasso annuo più elevato per quel che riguarda l’indice energetico, per il cibo e per il tabacco.
Il clima poi si è rivelato particolarmente torrido quest’estate con precipitazioni scarse che hanno mandato in crisi soprattutto alcune zone d’Italia e del resto d’Europa, con la secca delle principali vie idriche in Germania, a cominciare dal Reno, che è l’arteria fondamentale anche per il trasporto dei beni energetici e industriali in Europa.
Restano sempre presenti sullo sfondo le preoccupazioni legate alle forniture di gas dalla Russia, sempre in bilico per via delle scelte politiche dei governi occidentali che si sono schierati apertamente contro Mosca nel contesto della crisi ucraina.
La crisi idrica non interessa solo Italia e Germania ma anche la Francia, Paese che dipende molto dall’energia nucleare, dove la siccità dei fiumi sta consumando la capacità idrica e con essa la power generation dei reattori che garantiscono circa il 70% dei consumi energetici del Paese e l’esportazione in altri Paesi Ue.
Carsten Brzeski, Global Head of Macro di Ing, ha spiegato che i bassi livelli dell’acqua ridurranno di almeno 0,5 punti percentuali la crescita del PIL nella seconda metà del 2022 in Germania, sottolineando che “i corsi d’acqua sono essenziali per il trasporto del carbone, che a sua volta è necessario per compensare le ridotte forniture di gas dalla Russia”.
Sempre Brzeski ha spiegato che “al lungo elenco dei rischi e delle sfide si possono aggiungere due nuovi fattori di rischio: i bassi livelli dell’acqua e la tassa sul gas” e ha poi osservato che “ci vorrà un miracolo economico per evitare che la Germania non cada in recessione nella seconda metà del 2022”.
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