lampadina posata su superficie di legno e qualche moneta

Non sono bastate le risorse che il governo di Mario Draghi aveva stanziato per ridurre l’impatto dei rincari sul costo dei carburanti e sulle bollette di gas e luce, per scongiurare il rischio di una vera e propria crisi sociale.

Il prezzo di benzina e diesel, tanto per cominciare, ha superato i 2 euro ovunque in Italia anche nella modalità self service, e questo nonostante il taglio di circa 30 centesimi delle accise sui carburanti tuttora attivo ma prossimo a scadenza.

Per quanto riguarda poi le bollette di gas e luce, i costi per famiglie e imprese continuano a lievitare, con tutto ciò che questo comporta per l’economia del Paese. Una crisi energetica, quella che l’Europa in particolare sta attraversando, che è iniziata ben prima della guerra tra Russia e Ucraina, ma che da quest’ultima per una serie di fattori è stata inevitabilmente aggravata, ed ora a meno di una qualche clamorosa svolta positiva, le previsioni per l’Italia sono quelle di una recessione economica almeno per il 2022.

Altri 6 miliardi di euro contro i rincari su bollette e carburanti

Servono quindi ulteriori stanziamenti per contrastare gli effetti devastanti del caro carburanti e del caro bollette, ma da dove arriveranno le risorse necessarie? Dal ministero dell’Economia fanno sapere che per i primi quattro mesi dell’anno è previsto un aumento del +18,1% del gettito delle imposte indirette, pari a un incremento di 3,3 volte la dinamica ipotizzata nel Documento di Economia e Finanza (Def) redatto ad aprile.

Al tempo stesso per quel che riguarda il totale delle entrate tributarie si registra un incremento del +10,7%, pari a 2,6 volte le stime del Def. Ed ecco quindi da dove arriveranno le risorse necessarie per intervenire ancora sui rincari sul prezzo dei carburanti e sulle bollette di gas e luce.

Il governo di Mario Draghi prevede infatti di varare un nuovo decreto su benzina e bollette già nelle prossime due settimane, ma prima bisogna completare un ultimo passaggio tecnico che consiste nel certificare l’extra gettito, una operazione che si prevede di effettuare attraverso l’assestamento di bilancio la cui approvazione deve avvenire entro il 30 giugno.

Il maggior gettito che il Fisco si aspetta di registrare dovrebbe essere il risultato di due fattori in particolare: da una parte la ripresa a ritmi ordinari della riscossione (ricordiamo che in seguito all’emergenza Covid-19 molte scadenze sono state prorogate), e dall’altra l’inflazione che automaticamente facendo lievitare i prezzi dei prodotti fa lievitare anche gli importi delle imposte calcolate in proporzione.

Quali provvedimenti si appresta a mettere in campo il governo

Non dovrebbero esserci quindi grossi problemi a recuperare le risorse necessarie per introdurre nuove misure a sostegno di consumatori e imprese contro i rincari su carburanti e bollette di gas e luce.

Le stime del ministero indicano in tutto tra i 5 e i 6 miliardi di euro di extra gettito, ma non è da escludere che si raggranelli qualcosa in più. D’altra parte sui numeri si sta ancora lavorando attraverso le analisi delle tabelle dell’assestamento che dovranno tenere in considerazione anche i versamenti non ancora registrati ad oggi nei bollettini mensili del dipartimento Finanze.

In seguito sarà anche necessario procedere con una ricalibrazione delle misure da introdurre, in modo tale che le risorse disponibili possano essere sfruttate eventualmente anche per successivi interventi. Interventi che, visti gli sviluppi della guerra in Ucraina, saranno molto probabilmente necessari in quanto difficilmente si giungerà ad una svolta positiva in tempi brevi.

Visto che la durata della guerra rischia di allungarsi, senza contare il rischio che il conflitto arrivi a coinvolgere altri Paesi o la stessa Nato, la crisi energetica non potrà che peggiorare, e non si può escludere un blocco totale delle esportazioni di gas dalla Russia ai Paesi dell’Ue.

Cosa farà allora il governo Draghi almeno per ridurre l’impatto dei rincari nelle prossime settimane? 2,5 miliardi di euro dovrebbero bastare per prorogare il taglio delle accise e dell’Iva sui carburanti per tutta l’estate, o meglio fino all’8 settembre ad essere precisi.

La scadenza del taglio delle accise è infatti fissata attualmente all’8 luglio, e per ogni mese di proroga della misura il costo stimato è di circa 1,16 miliardi di euro. Non dimentichiamo però che questa misura non è più in grado di tenere il costo dei carburanti al di sotto dei 2 euro come invece era accaduto all’inizio appena era stata introdotta. E questo rende quanto mai evidente che l’impatto degli aumenti sarà comunque pesante e che occorrerebbero misure più incisive.

Il resto delle risorse verrà impiegato per finanziare la proroga del taglio degli oneri di sistema che permette di ottenere una riduzione degli importi da pagare per quel che riguarda le bollette di gas e luce di famiglie e imprese di tutta Italia. Infine si sta valutando la possibilità di stanziare delle risorse per sostenere i crediti d’imposta da destinare alle imprese energivore e agli autotrasportatori per l’ultimo quadrimestre del 2022.

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