Al termine del Consiglio Ue Energia di ieri, martedì 26 luglio, è stata approvata la riduzione volontaria del 15% dei consumi di gas tra agosto 2022 e marzo 2023, che diventerà obbligatoria in caso di stato di allerta europeo sui rischi di approvvigionamento.
Sono state anche introdotte numerose esenzioni e deroghe, per andare incontro alle richieste dei singoli Stati membri, ed è previsto anche un indebolimento dei poteri della Commissione europea.
Il Consiglio ha quindi raggiunto un accordo sul piano di risparmio energetico denominato “Save gas for a safe winter“, presentato lo scorso mercoledì dalla Commissione europea. L’obiettivo del piano è quello di sicurezza energetica in tutta Europa in risposta a delle eventuali interruzioni delle forniture di gas proveniente da Mosca durante il periodo invernale.
Proprio in questi giorni infatti Gazprom ha annunciato una nuova diminuzione dei flussi sul Nord Stream 1 che avrà inizio già da oggi. Il piano proposto dalla Commissione aveva incontrato fin da subito delle resistenze da parte di alcuni Stati membri, tra cui Italia, Spagna e Portogallo, che non concordavano su 2 punti in particolare:
- il fatto che la Commissione avrebbe deciso in maniera del tutto autonoma se e quando indire uno stato di emergenza, in modo da rendere obbligatorio il taglio dei consumi;
- il fatto che la quota di riduzione, fissata al 15%, fosse uguale per tutti gli Stati europei, senza quindi contare il peso di un simile taglio sul mix energetico nazionale.
Il Consiglio europeo ha poi sottolineato in una nota, che ora gli Stati membri hanno stabilito una riduzione della domanda di gas del 15% rispetto al valore medio degli ultimi 5 anni, tra il 1° agosto 2022 e il 31 marzo 2023, attraverso misure che verranno scelte autonomamente dai singoli governi.
Inoltre il Consiglio ha fissato una serie di esenzioni. Una tra le più importanti riguarda gli Stati membri che non sono interconnessi alle reti del gas di altri Paesi europei, che quindi ora sono esentati dalle riduzioni obbligatorie dei consumi. Questo perché le forniture che verrebbero risparmiate in questo modo non potrebbero essere utilizzate altrove, quindi a livello pratico non si otterrebbe alcun vantaggio.
Inoltre gli Stati membri possono chiedere una deroga per adeguare i propri obblighi di riduzione dei consumi in 4 casi particolari:
- se hanno superato i loro obiettivi di riempimento degli stoccaggi;
- se dispongono di interconnessioni limitate con altri Stati europei e se possono dimostrare che la loro capacità di esportazione (soprattutto tramite infrastrutture nazionali di Gnl) è utilizzata per esportare gas verso altri Paesi europei;
- se sono fortemente dipendenti dal gas come materia prima per le industrie principali;
- se il loro consumo di gas è salito di oltre l’8% nell’ultimo anno rispetto alla media degli ultimi 5 anni.
Sono state introdotte anche delle novità per quanto riguarda la procedura di attivazione dello stato di allerta europeo, in caso di rischio di grave carenza di forniture o di una domanda estremamente elevata di questa fonte.
In questi casi, infatti, la Commissione europea dovrà presentare una proposta, su sua iniziativa o dietro richiesta di almeno 5 Paesi europei che abbiano già attivato uno stato di allerta a livello nazionale. In seguito sarà il Consiglio europeo a far scattare lo stato di allerta tramite una decisione di esecuzione.
Tra le misure che prevedono la riduzione dei consumi, verrà data la priorità a quelle che non influiscono su consumatori protetti e vulnerabili, come ad esempio famiglie o servizi pubblici essenziali, come ospedali e difesa.
Il nuovo piano prevede anche la possibilità di ridurre l’utilizzo di gas nella generazione elettrica e nelle industrie, attraverso un maggiore utilizzo di combustibili alternativi (inclusi purtroppo nucleare e carbone), il lancio di campagne nazionali volte a sensibilizzare la popolazione al risparmio di energia, e la definizione di obblighi mirati per la riduzione del raffrescamento e riscaldamento negli edifici pubblici e commerciali.
Gli Stati membri sono obbligati ad aggiornare i loro piani di emergenza nazionali, che evidenziano le misure di riduzione dei consumi che i Paesi stanno attuando, e dovranno riferire regolarmente alla Commissione lo stato di attuazione di questi piani.
Infine il Consiglio europeo ha affermato che il regolamento è in realtà un provvedimento eccezionale e straordinario, che resterà in vigore solamente per un anno. Entro maggio 2023, infatti, è previsto un riesame da parte della Commissione stessa, che valuterà se estendere o meno la sua durata. Il testo concordato ieri verrà formalmente adottato mediante procedura scritta, che si concluderà in questi giorni.
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