Ieri, 13 ottobre, è stato eletto il nuovo presidente del Senato, l’ex missino Ignazio La Russa. Un politico di vecchia data, che ha iniziato la sua carriera oltre 50 anni fa, arrivando a ricoprire proprio nel corso della precedente legislatura, la carica di vice-presidente del Senato, che gli ha poi aperto le porte all’attuale incarico.
Ma chi è Ignazio La Russa e quali sono gli episodi che hanno segnato la sua carriera politica? Il nuovo presidente del Senato è nato il 18 luglio del 1947 a Paternò; il padre Antonio era il segretario politico del Partito Nazionale Fascista (PNF) di Paternò, e in seguito divenne senatore del Movimento Sociale Italiano (MSI) di Giorgio Almirante.
La carriera politica di Ignazio La Russa, dall’MSI a Fratelli d’Italia
Ignazio La Russa ha iniziato la sua carriera politica nel Fronte della Gioventù, una formazione giovanile di estrema destra legata all’MSI. Nel 1973 ha preso parte ad una manifestazione non autorizzata del Movimento Sociale Italiano, e in quell’occasione durante alcune colluttazioni con le forze dell’ordine un poliziotto di 22 anni, Antonio Marino, fu colpito da una bomba a mano e perse la vita.
La Russa, a distanza di anni, definì quell’episodio “un trauma da cui faticammo a riprenderci”, e benché non sia mai stato ritenuto coinvolto nelle azioni che hanno causato la morte del giovane poliziotto, alcuni lo hanno indicato come uno dei responsabili morali dei lanci delle bombe.
La carriera politica di Ignazio La Russa prosegue con alcune esperienze come consigliere negli enti locali, fino ad essere eletto poi alla Camera dei Deputati per la prima volta nel 1992 come parlamentare dell’Msi.
Nel 1994 fu rieletto alla Camera, questa volta con Alleanza Nazionale, nonostante avesse perso la sfida nel collegio uninominale della Lombardia contro il leghista Umberto Bossi. Nel ’94 fu anche eletto vicepresidente di Alleanza Nazionale.
Ma è solo l’anno successivo che il partito, nonostante si fosse già presentato alla tornata elettorale precedente, viene ufficialmente fondato. Ed è con la svolta di Fiuggi che la nuova formazione ha preso le distanze dal Movimento Sociale Italiano e dai riferimenti ideologici al fascismo, nel dichiarato intento di qualificarsi come forza politica legittimata a governare.
Tra il 2009 e il 2012 Ignazio La Russa passa tra le fila de Il Popolo delle Libertà, per poi fondare insieme a Giorgia Meloni e Guido Crosetto il partito in cui milita attualmente, Fratelli d’Italia.
Nel 2013 viene eletto parlamentare e nel 2018 diventa senatore, ed è nel corso di questa legislatura che assume la carica di vicepresidente del Senato.
La Russa prende le distanze dal fascismo a modo suo
Un vero e proprio atto di rinnegazione delle proprie radici fasciste non c’è mai stato da parte dell’attuale presidente del Senato Ignazio La Russa, ma al tempo stesso ha opportunamente preso le distanze dall’ideologia in qualche modo separando le proprie personali nostalgie dall’azione politica.
Non di rado a Ignazio La Russa viene chiesto di chiarire la sua posizione rispetto all’ideologia fascista. È noto infatti che nella sua abitazione privata il parlamentare di Fratelli d’Italia conserva cimeli e busti mussoliniani. Proprio nei giorni precedenti l’elezione al Senato gli è stato infatti chiesto di rendere conto delle proprie simpatie per il fascismo, ma La Russa ha risposto: “i miei rapporti con il fascismo li ho chiariti a Fiuggi”.
Ma non è solo l’arredamento di casa sua a suggerire che Ignazio La Russa sia ancora, se non altro sentimentalmente, legato all’ideologia fascista, vi sono infatti anche alcuni episodi che confermerebbero le sue difficoltà a mantenere le distanze dal suo passato nell’estrema destra.
Nel 2017 un esponente del Partito Democratico esponeva una relazione che riguardava un disegno di legge contro l’apologia del fascismo, e La Russa reagì facendo il saluto romano al collega deputato di centro sinistra per poi uscire dall’aula in segno di protesta.
Ancor più di recente poi, quando durante la pandemia si suggeriva di evitare la stretta di mano nel salutarsi, Ignazio La Russia ha suggerito di sostituire la stretta di mano con il saluto fascista.
Infine, appena una decina di giorni prima delle elezioni politiche del 2022, nel corso di un’intervista televisiva ha dichiarato: “siamo tutti eredi del duce”.
La difesa a oltranza delle forze dell’ordine
L’attuale presidente del Senato, Ignazio La Russa, risponde per buona parte allo stereotipo dell’esponente politico di centrodestra, dalle nostalgie del Ventennio alla difesa incondizionata dell’operato delle forze dell’ordine.
Nel 2008 La Russa, che ha anche una carriera di avvocato alle spalle, è diventato il difensore dei poliziotti accusati di tortura durante l’assalto alla scuola Diaz nel corso della manifestazione del G8 di Genova del 2001. Parliamo di uno degli episodi più vergognosi di cui le forze dell’ordine si siano rese responsabili negli ultimi anni.
Nel 2009, dopo la morte in circostanze fin da subito a dir poco sospette di Stefano Cucchi, La Russa, che all’epoca ricopriva tra l’altro la carica di ministro della Difesa, ebbe il coraggio di affermare: “la sola cosa di cui sono certo è il comportamento assolutamente corretto dei carabinieri”.
Nel corso degli anni la verità però è venuta a galla, e Ignazio La Russa non ha mai avuto l’onestà intellettuale di ammettere di essersi sbagliato, né la dignità di chiedere scusa ai familiari della vittima di pestaggio fino alla morte da parte delle forze dell’ordine.
Ancora nel 2017 l’attuale presidente del Senato sosteneva: “non è la prima volta che la procura accusa qualcuno di aver cagionato la morte del ragazzo, ma non sono poi stati condannati. Sarei molto cauto, io ho sempre difeso l’Arma dei Carabinieri e fino ad oggi non c’è alcuna responsabilità accertata”.
Quando durante il processo sono arrivate alla fine le ammissioni in aula di uno degli agenti imputati, che ha denunciato i due colleghi per il pestaggio, la sorella di Stefano Cucchi, Ilaria, ha chiesto che Ignazio La Russa si scusasse per le sue precedenti dichiarazioni.
L’attuale presidente del Senato però replicò con queste parole: “rispetto la sorella di Cucchi e chi sbaglia deve pagare, ma continuerò a difendere l’Arma come Istituzione“, preferendo quindi non scusarsi nemmeno di fronte all’uccisione di un innocente per mano proprio di chi dovrebbe difendere i cittadini e garantire il rispetto della legge.
Ignazio La Russa, la famiglia e il figlio trapper
Il neopresidente del Senato, Ignazio La Russa è sposato con la moglie Laura De Cicco con la quale ha avuto due figli: Lorenzo Kocis e Leonardo Apache. Un altro figlio, Geronimo, lo ha avuto invece dalla sua precedente relazione con Marika Cattare, presidente di Aci Milano.
Il primo figlio di Ignazio e Laura, Lorenzo Kocis, ha 27 anni ed è laureato in giurisprudenza, e lo scorso anno è stato eletto nel parlamentino del Municipio 1, il Consiglio di zona del centro di Milano.
Il secondo figlio, Leonardo Apache, in arte Larus, ha 19 anni e dal 2019 ha iniziato la carriera di trapper.
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