bandiera del Regno Unito che sventola fuori da un palazzo del governo

In Italia il governo guidato da Mario Draghi è intervenuto sul caro energia introducendo nei giorni scorsi con una serie di misure la cui funzione è quella di alleggerire l’impatto sulle famiglie e sulle imprese, inoltre ha da tempo provveduto a ridurre le tasse che gravano sulle bollette di gas e luce.

Le previsioni per il prossimo futuro, nonostante questi interventi invero piuttosto blandi, continano però ad essere tutt’altro che rosee. Non solo sono attesi pesanti ulteriori aumenti sulle bollette, ma si fa sempre più concreto il rischio di uno stop totale delle forniture di gas da parte di Mosca e il conseguente scenario dei razionamenti.

Uno scenario che naturalmente non riguarda solo l’Italia ma anche la Germania soprattutto, nonché la maggior parte degli altri Paesi europei che stanno cercando quindi di limitare i consumi con l’intento di accumulare scorte adeguate per superare indenni l’invernata.

Le soluzioni del Regno Unito per affrontare la crisi energetica

Nel Regno Unito la situazione non è molto diversa da quella che vediamo profilarsi in Italia e in Germania, con famiglie e imprese che chiedono a gran voce misure efficaci per contenere gli aumenti sulle bollette di gas e luce.

La nuova premier Liv Truss ha infatti deciso di inserire la crisi energetica tra le priorità del suo governo, e ha addirittura incolpato apertamente Putin per i disagi nell’approvvigionamento di gas che i Paesi europei stanno sperimentando oggi, che però sono una conseguenza delle sanzioni economiche che questi stessi Paesi hanno imposto contro la Russia.

Imprese e famiglie britanniche pagano però le conseguenze di queste scelte politiche, e si riversano in strada unendosi nel movimento “Don’t Pay UK”, che ha organizzato a fine agosto una protesta davanti alla sede di Ofgem, ente regolatore dell’energia.

Attualmente nel Regno Unito, per via degli aumenti del costo del gas all’ingrosso le aziende fornitrici potranno addebitare alle famiglie un aumento massimo delle tariffe fino all’80%, pari a 4.200 euro in più, ma ci si aspettano nuovi interventi da parte del governo.

Le previsioni di T. Rowe Price “aumentare il debito scelta meno negativa”

In merito alla gestione della crisi energetica in Regno Unito, e alle decisioni che il governo di Liv Truss è chiamato a prendere per proteggere dai rincari sulle bollette di gas e luce sia le famiglie che le imprese, T. Rowe Price ha rilasciato alcune considerazioni.

Quentin Fitzsimmons, co-portfolio manager Global Aggregate Bond di T. Rowe Price, ha spiegato che “se il governo britannico dovesse decidere di emettere dei Gilt o di aumentare l’indebitamento pubblico per proteggere i consumatori e le imprese dallo straordinario shock energetico, probabilmente rappresenterebbe la scelta meno negativa“.

L’esperto evidenzia il vantaggio costituito dal fatto di abbassare l’inflazione compensando aumenti di salari e richieste sindacali di adeguamento dei compensi al costo della vita.

Al tempo stesso Fitzsimmons ha spiegato che “ciò richiede anche che l’acquirente di questi Gilt creda nel fatto che l’aumento del prestito sia sostenibile per il debitore”.

“La dura realtà è che il Regno Unito contrae prestiti per consumare e non per investire. La storia economica dimostra che sono i cambiamenti positivi, quelli che non accadono velocemente, come la trasparenza istituzionale e l’aumento della produttività, ad incoraggiare i prestatori a fare un passo avanti. I creditori ora analizzeranno con attenzione dove i rischi sono sufficientemente ripagati, dato che l’inflazione sta già mettendo a dura prova la valutazione del mercato obbligazionario britannico” ha quindi spiegato l’esperto di T. Rowe Price.

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