Il prezzo dei carburanti, dopo il calo registrato grazie all’intervento dell’esecutivo di Maro Draghi, ha ripreso a salire fino a superare in questi giorni 1,91 euro al litro per la benzina e 1,83 per il diesel.
Il taglio delle accise deciso dal governo peraltro si esaurirà nel giro di un mese o poco più, e questo determinerebbe un improvviso ulteriore aumento dei prezzi dei carburanti. Si tratterebbe di un amento assolutamente insostenibile tanto per le famiglie quanto per imprese e lavoratori, e questo impone non solo di prorogare la misura oltre l’8 luglio, ma anche di intervenire con un ulteriore taglio ben prima di quella data.
Non dimentichiamo poi che il sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia, approvato proprio in questi giorni da Bruxelles, prevede il bando del greggio russo, seppur con alcune eccezioni e deroghe che, tuttavia, non riguardano l’Italia.
Il divieto di importare petrolio dalla Russia, valido in tutti (o quasi) i Paesi dell’Ue a partire dal gennaio 2023, produrrà ulteriori aumenti del prezzo ben prima del nuovo anno.
Il governo verso la proroga del taglio delle accise, ma non basta
In questo momento, nonostante il taglio delle accise che ha ridotto il prezzo di diesel e benzina di circa 30 centesimi al litro, siamo rispettivamente intorno a 1,83 e 1,91, sempre che ci si prenda il disturbo di usare la modalità self service, perché se invece si va sul servito i prezzi salgono ben oltre i 2 euro.
Il taglio delle accise, come sappiamo, inizialmente introdotto per durare una manciata di giorni, è stato poi prorogato fino all’8 luglio, ma ora non basta più e dal governo di rassicurazioni ne arrivano troppo poche.
Qualche dichiarazione in merito è arrivata per ora solo dalla sottosegretaria all’Economia, Maria Cecilia Guerra, che ha fatto sapere che un nuovo intervento del governo “è molto probabile”, anche perché con l’aumento dei prezzi aumenta automaticamente il gettito Iva e il governo intende utilizzare questo gettito extra per “abbassare le accise e tenere calmierato il prezzo” dei carburanti.
Non sappiamo però se le risorse derivanti dall’extra gettito Iva basteranno per prorogare il taglio delle accise anche oltre l’8 luglio, né è dato sapere per quanti mesi sarebbe possibile prorogare una misura che, in vista di ulteriori aumenti, dovrebbe essere anche potenziata.
Fino ad ora i decreti legge varati dal governo, insieme ai due decreti ministeriali, hanno avuto un costo complessivo di 3,36 miliardi di euro. Si tratta di un meccanismo ormai impostato e che è possibile replicare, intervenendo quindi sui nuovi aumenti o allo scadere del taglio delle accise con misure analoghe alle precedenti, con uno stanziamento di circa 1 miliardo di euro al mese.
Per estendere la misura che permette di ridurre il prezzo dei carburanti di circa 30 centesimi al litro “per tutta l’estate servirebbero quindi altri due miliardi, e per arrivare alla fine dell’anno ne servirebbero altri cinque” come riportato da Il Sole 24 Ore.
Il punto tuttavia è che prorogare il taglio delle accise così com’è non basta più alla luce degli ultimi aumenti registrati in questi giorni, e soprattutto in considerazione dei futuri e ormai pressoché certi ulteriori aumenti. Sia le famiglie che le imprese rischiano di risentire pesantemente dei rincari cui stiamo assistendo e sono le stesse associazioni dei consumatori a chiedere al governo di intervenire con maggiori tagli sul costo dei carburanti.
Dall’Unione nazionale dei consumatori è arrivata la richiesta di innalzare “la riduzione delle accise di almeno altri 10 centesimi, superando i vincoli europei che scatterebbero per il gasolio”.
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