Il primo problema che il governo che prenderà il posto della squadra di Mario Draghi dovrà risolvere sarà quello dell’energia. Le previsioni per l’autunno 2022 sono tutt’altro che incoraggianti, con aumenti previsti dall’Arera che dovrebbero aggirarsi intorno al +100% rispetto al 2021, e +135% rispetto al 2020.
La situazione è talmente critica che non è assolutamente possibile garantire che le famiglie saranno in grado di avere accesso a servizi essenziali quali luce e riscaldamento per l’intero arco della giornata. A rischio anche le imprese, specie quelle energivore ma non solo, che potrebbero trovarsi costrette ad interrompere del tutto la produzione per via di costi eccessivi, con conseguenti rischi di fallimento e impennata della disoccupazione.
Esiste poi il rischio concreto che il nuovo governo decida di mettere in atto dei razionamenti dell’energia, cosa che spingerebbe il Paese in una sorta di lockdown energetico.
Le probabilità che famiglie e imprese abbiano un accesso alle risorse energetiche non discontinuo appaiono sempre più basse, e in ogni caso i costi saranno proibitivi. Il governo di Mario Draghi ha vietato fino a maggio 2023 di imporre aumenti ai consumatori titolari di un contratto a prezzo bloccato sul mercato libero, ma per chi si trova nel mercato tutelato è tutto un altro paio di maniche, e sono previsti aumenti pesantissimi che si vanno ad aggiungere a quelli registrati fino ad oggi.
Per ottobre aumenti “senza precedenti”
L’annuncio ufficiale dell’Arera non lascia molto spazio ai dubbi: con l’arrivo dell’autunno ci saranno aumenti sulle bollette di gas e luce che la stessa authority ha definito “senza precedenti”.
La questione dei nuovi rincari attesi tra una manciata di settimane è stata poi approfondita dall’Ircaf (Istituto Ricerche Consumo Ambiente e Formazione), che sulla base di alcuni calcoli ha determinato che sommando il costo della bolletta del gas a quello della bolletta dell’energia elettrica per ogni famiglia si arriva ad una spesa annua media di circa 3.454,5 euro.
Parliamo in questo caso di un aumento “del 100% sul 2021 e del 135% sul 2020” come l’istituto ha sottolineato, ribadendo che dal 1° ottobre assisteremo a “un raddoppio delle bollette”.
D’altra parte basta dare un’occhiata alla tendenza dei costi per capire che non ci sono dubbi sul fatto che in autunno famiglie e imprese saranno letteralmente travolte da uno tsunami. Se facciamo un confronto tra la situazione attuale e quella di un anno fa ci accorgiamo che le quotazioni di agosto sui mercati all’ingrosso del metano hanno superato i 200 euro a Megawattora, contro i 125 euro del 2021, e contro i 39 euro del 2020, quando il costo dell’energia era precipitato per via dei lockdown nei vari Paesi Ue.
Mediamente il costo si aggirava negli anni precedenti intorno ai 60 euro per megawattora, ma adesso siamo oltre i 200 euro, con tutto ciò che ne deriva. Abbiamo quindi un forte impatto sui costi dell’energia elettrica, infatti alla data odierna (22 agosto) il prezzo medio italiano, risultato delle negoziazioni sul cosiddetto “mercato del giorno prima” si attesta sui 567,38 euro al Megawattora.
Si tratta di un nuovo record storico, ma soprattutto è impressionante notare come nel 2021 la media si attestava intorno ai 125 euro e nel 2020 addirittura eravamo intorno ai 38,9 euro sulla base delle tabelle del Gestore dei mercati energetici.
Quanto spenderanno in autunno famiglie e imprese italiane
Per l’accesso alle risorse energetiche, insomma per pagare le bollette di gas e luce, famiglie e imprese italiane a partire dal 1° ottobre dovranno fare i salti mortali.
Per il gas si stima una spesa nei primi tre trimestri dell’anno per la famiglia tipo che consuma 1.400 metri cubi l’anno intorno ai 1.382 euro. Dall’Ircaf spiegano quindi che “se confrontiamo la spesa 2022 con il 2020 l’aumento che si registra è del 142%. Il costo di un kilowattora di energia nel domestico tutelato al 30 settembre riferito al consumo della famiglia tipo di 2.700 kilowattora è di 41,51 centesimi di euro al kilowattora, di cui 31,17 centesimi il costo della materia prima”.
Invece per quel che riguarda l’energia elettrica “nell’ipotesi di un ulteriore aumento delle tariffe, stante il Pun attuale, fino ai 70 centesimi di euro al kilowattora al primo ottobre, registreremo una spesa dei primi tre trimestri 2022 pari a 872 euro che sommata all’aumento ipotizzato per il quarto trimestre di 472,5 euro porterà la spesa a 1.344 euro per il 2022 con un aumento di 713 euro. Confrontando la spesa annua prevista per il 2022 con il 2020 l’aumento si attesterà al +178%”.
L’Istituto spiega quindi che “se sommiamo la bolletta di gas ed energia 2022, il costo annuo della famiglia tipo è pari a 3.454 euro. L’aumento della spesa annua che si profila è del 100% sul 2021 e del 135% sul 2020″.
E lo scenario descritto fin qui è quello che viene fuori al netto degli interventi del governo, e quindi delle misure pensate per ridurre l’impatto degli aumenti su famiglie e imprese. Le risorse che l’esecutivo uscente guidato dall’ex presidente della BCE ha stanziato per i vari interventi compresi quelli inseriti nel decreto Aiuti bis “hanno raggiunto i 52 miliardi” di euro.
Tuttavia “saranno insufficienti” come sottolineano dall’Ircaf, e “il nuovo governo che uscirà dalle elezioni del 25 settembre dovrà di nuovo intervenire”.
Ma tornando al quadro dei costi che gli Italiani dovranno sostenere per l’accesso all’energia, bisogna ancora aggiungere alcuni dati. “Se aggiungiamo che l’inflazione in Europa in luglio è salita all’8,9% in area euro, al 9,8% nella Ue, al 10,1% in Regno Unito, all’8,4% in Italia, il rischio è di una tempesta perfetta con un’inflazione che in autunno raggiungerà oltre il 10%, una recessione per l’alto costo dell’energia e delle materie prime, il calo domanda che coinvolgerà diversi settori, un aumento della povertà e probabile riesplosione della pandemia post estate. La situazione diventerà drammatica” prevede l’Istituto senza perdersi in giri di parole.
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