Due fornelli da cucina accesi

Dopo un periodo di trattativa piuttosto lungo e travagliato in Europa si è giunti a stabilire il cosiddetto price cap, vale a dire un tetto al prezzo pagato per l’importazione di gas naturale, ma gli effetti sperati sulle bollette non si sono ancora visti, e addirittura sono attesi ulteriori aumenti nelle prossime settimane, perché?

Ora che c’è il pirce cap le bollette di gas e luce inizieranno a diminuire? In realtà sembra proprio di no, anzi rischiamo di trovarci ad affrontare ulteriori aumenti. Ma cominciamo dall’inizio, e ricordiamo che il tetto al prezzo del gas è stato fissato alla fine non a 220 euro, come inizialmente proposto, ma a 180 euro, e questa è una buona notizia.

Gli effetti dell’accordo sui mercati ci sono, con un primo calo del prezzo del gas che raggiunge quota 100 euro per megawattora, ma i risparmi sulle bollette ancora non si vedono.

Bollette del gas ancora in aumento nonostante il price cap, le previsioni dell’Arera

I consumatori, vale a dire famiglie e imprese, non traggono ancora benefici concreti dall’imposizione del tetto al prezzo del gas, e anzi potrebbero andare incontro ad ulteriori aumenti in bolletta.

Il numero uno dell’Arera (Autorità di regolamentazione per l’energia le reti e l’ambiente), Stefano Besseghini, ha fatto alcune previsioni secondo le quali non si possono escludere ulteriori aumenti in bolletta.

Per quanto riguarda le bollette della luce in realtà è probabile che i prezzi restino invariati, ma per il gas c’è effettivamente il rischio che aumentino ancora. Sarà la stessa Arera a fissare il prezzo, e ciò avverrà entro i prossimi 15 giorni. Il fattore che potrebbe determinare un aumento dei prezzi nonostante il price cap è, in sostanza, il freddo invernale.

Le nuove tariffe del gas infatti sono quelle che arrivano insieme all’abbassamento ulteriore delle temperature che si avviano a raggiungere i valori minimi per l’inverno 2022-2023.

Cosa cambia nel 2023 per le bollette del gas

Se per l’energia elettrica la situazione sembra tutto sommato stabile, per il gas sono attesi ulteriori aumenti determinati, come accennato dall’ulteriore abbassamento delle temperature e dal contestuale aggiornamento delle tariffe da parte dell’Arera.

Il presidente dell’Arera ha infatti confermato che per quel che riguarda le bollette dell’energia elettrica al momento non sono previsti aumenti, e questo dipende dal fatto che nell’ultimo trimestre i prezzi medi sono stati relativamente contenuti, e in linea con quelli dei mesi precedenti.

Nel frattempo comunque abbiamo una recente dichiarazione di Davide Chiaroni, vicedirettore di Energy & Strategy, che parlando con Money.it ha spiegato che con il price cap a 180 euro potremmo avere un abbassamento del prezzo dell’energia elettrica fino ai 390 euro a megawattora.

Ma per quel che riguarda il prezzo del gas le prospettive sono tutt’altro che incoraggianti. Le bollette in questo caso sono destinate ad aumentare ancora con l’incedere dell’inverno e l’ulteriore abbassamento delle temperature che produrrà inevitabilmente un maggior utilizzo per il riscaldamento degli ambienti.

Quello che si innescherà nelle prossime settimane sarà quindi l’effetto di un aumento della domanda e una riduzione dell’offerta dovuto alla limitata disponibilità della risorsa per via dell’attuale situazione geopolitica.

L’aumento dei consumi rischia di andare ad intaccare gli stoccaggi, e sebbene per ora le riserve in Italia sono ancora su livelli abbastanza alti, parliamo comunque di disponibilità limitate.

Ecco perché non basta l’imposizione del price cap a determinare nei mesi invernali in arrivo un abbassamento dei prezzi e quindi dei costi addebitati in bolletta.

Lo stesso Besseghini ha spiegato a Repubblica che al momento a fare la differenza sono più che altro le condizioni meteorologiche. “I prezzi prima della decisione dell’Ue stavano iniziando a salire perché sta arrivando il freddo” ha infatti confermato il presidente dell’Arera.

Cosa dobbiamo aspettarci che accada quindi nel mercato del gas? Secondo Besseghini dovremo osservare quel che succede nei prossimi giorni, ad esempio cercare di capire “se i fornitori vorranno rinegoziare le condizioni commerciali”. Il punto è che spesso i contratti sono indicizzati alla variazione dei prezzi sui mercati finanziari e visto che è stato fissato il price cap a 180 potrebbero chiedere un aumento subito, visto che in caso di eventuali rincari oltre quella soglia non avrebbero più margine.

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