Amazon potrebbe licenziare a breve 10 mila dipendenti. La notizia è stata riportata in questi giorni dal New York Times, e sarebbe il risultato di quel processo lento (neppure tanto) e inesorabile attraverso il quale si punta a sostituire la manodopera umana con quella delle macchine intelligenti.
L’annuncio del piano di tagli al personale è arrivato direttamente dalla compagnia creata dal multimiliardario Jeff Bezos, e la ragione sarebbe da ricercare nell’adozione di un nuovo robot in grado di svolgere alcune mansioni che fino ad ora venivano svolte da persone in carne ed ossa.
Il quotidiano statunitense parla di 10 mila posti di lavoro a rischio, coi licenziamenti che potrebbero scattare già questa settimana. L’annuncio della compagnia del piano per la riduzione dei costi della società era arrivato venerdì scorso e aveva prodotto un immediato rialzo del titolo in borsa, che aveva guadagnato circa il +10%.
Il giorno precedente Amazon aveva presentato il robot “Sparrow”, che sarebbe in grado di rilevare, selezionare e gestire milioni di articoli in un magazzino. L’azienda sembra quindi avanzare con sempre maggior convinzione sulla strada per ridurre la dipendenza dalla forza lavoro umana con conseguente riduzione dei costi.
E quanto alla riduzione al minimo delle spese, quello della manodopera umana non è l’unico fronte su cui la compagnia di Jeff Bezos sta lavorando. Amazon è infatti nota per essere una di quelle multinazionali che utilizzano sofisticati schemi di “ottimizzazione fiscale” che permettono al gruppo di pagare aliquote estremamente basse, anche ricorrendo a filiali in giurisdizioni segrete.
Licenziamenti in massa nelle compagnie big tech della Silicon Valley
Pare che quella di ridurre il personale sia una scelta comune anche ad altre grandi compagnie della Silicon Valley. Infatti a partire dall’inizio dell’anno in tutto queste grandi società hanno licenziato circa 100 mila persone.
Twitter, ora di proprietà di Elon Musk, ha recentemente dimezzato il suo organico mandando a casa circa 3.700 dipendenti. Anche Meta (Facebook) ha ridotto drasticamente il personale, licenziando 11 mila dipendenti su 87 mila in seguito ai deludenti risultati trimestrali, che hanno reso evidenti le difficoltà di crescita del progetto metaverso cui tanto tiene il fondatore Mark Zuckerberg. Snapchat nel frattempo ha licenziato un dipendente su cinque.
Nel periodo dei vari lockdown invece le cose andavano molto meglio per queste compagnie, che avevano significativamente accresciuto gli organici per far fronte all’improvvisa impennata di domanda di beni e servizi.
Ora si assiste ad una inversione di marcia dal punto di vista della domanda, e al tempo stesso ad un’accelerazione in quel processo che mira a sostituire la manodopera umana con quella dei robot, e che a quanto pare permetterà ad Amazon di ridurre la sua forza lavoro dell’1%.
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