lampadina poggiata su un tavolo con alcune monete

A partire dal mese di gennaio 2023 i condomini non saranno più nel mercato tutelato, e questo determinerà per loro un aumento dei costi dell’elettricità, a meno che il governo di Giorgia Meloni non decida di intervenire con una proroga o con un decreto ad hoc.

Si tratterebbe di aumenti dei costi per l’energia elettrica che non passerebbero certo inosservati, e a lanciare l’allarme per il rischio di bollette della luce alle stelle è l’Unione nazionale dei consumatori.

Il responsabile energia per l’Unc, Marco Vignola, fa notare infatti quanto poco senso abbia considerare i condomini come delle microimprese, che proprio in quanto tali sarebbe interessati dall’uscita dal mercato tutelato dell’energia elettrica a partire dal 1° gennaio 2023.

È doveroso notare che la comparazione tra i condomini e le microimprese crea discriminazione tra chi abita in una palazzina, in un condominio e chi invece abita in una casa autonoma.

Questa disparità non trova alcuna spiegazione logica, come spiega lo stesso Marco Vignola, il quale chiede al nuovo esecutivo e all’Arera di correre ai ripari, per fare in modo che i condomini possano continuare ad accedere al mercato della maggior tutela.

D’altra parte i condomini sono direttamente e pesantemente colpiti dai rincari sulle bollette dell’energia elettrica degli ultimi mesi, con famiglie che abitano in affitto che si trovano a pagare mensilmente il costo del condominio e che si sono ritrovate con costi di gestione raddoppiati nel giro di una manciata di mesi.

Tra il 2021 e il 2022 la gestione di un condominio prevedeva un costo annuale che si aggirava mediamente intorno ai 20 mila euro, mentre tra il 2022 e il 2023 il costo di gestione sarà di circa il 100% in più, attestandosi intorno ai 39 mila euro.

Quando una famiglia non riesce a pagare il condominio risulta morosa e in molti casi la conseguenza è stata il distacco della corrente dei servizi comuni.

Il presidente di Anaci (Associazione degli amministratori di condominio) Francesco Burrelli, ha spiegato che “la situazione è gravissima, e lo è perché se solo alcuni dei condomini non riescono a pagare, a rimetterci sono comunque tutti. Il rischio è quello di gravare sulla pace sociale”.

Da gennaio 2023 i condomini saranno fuori dal mercato tutelato

A lanciare l’allarme circa l’uscita dal mercato tutelato dei condomini sono sia l’Associazione dei consumatori che il Codacons, che avvertono del rischio di morosità.

Rispetto alle abitazioni autonome, i condomini vengono trattati in maniera diversa, e sono equiparati ale microimprese. Questo comporta che a partire dal 1° gennaio 2023 non potranno più restare all’interno del mercato tutelato, e a sua volta ciò determinarà un notevole incremento dei costi per le bollette dell’energia elettrica, con conseguente rischio che si inneschi uno squilibrio sociale.

Il responsabile energia dell’Unione nazionale dei consumatori Marco Vignola ha parlato di una “discriminazione inspiegabile”, visto che i condomini non vengono trattati come abitazioni ma come microimprese per quel che riguarda la fornitura energetica che ricevono.

In una nota emessa dall’Unc, il responsabile energia Vignola spiega che si tratta di “una disparità di trattamento illegittima, assurda e inspiegabile tra chi abita in una villa e chi abita in una palazzina”. Vignola pertanto chiede, per quel che riguarda l’uscita dal mercato tutelato dell’energia elettrica per i condomini “di correggere immediatamente, sia al Governo che ad Arera, insieme al rinvio della fine tutela del gas, prevista sempre per la fine di quest’anno”.

L’allarme sociale legato agli aumenti delle bollette della luce per i condomini

Francesco Burrelli, presidente nazionale dell’Associazione amministratori condominiali e immobiliari (Anaci), ha rilasciato su questo argomento un’intervista a Idealista in cui spiega che la situazione è gravissima in quanto gli aumenti sulle bollette della luce per i condomini, determinati dall’uscita dal mercato tutelato a partire dal 1° gennaio 2023, rischia di innescare un allarme sociale.

Il presidente dell’Anaci spiega infatti che serve un decreto specifico da parte del nuovo esecutivo. “È necessario studiare situazione per situazione. Non si può agire in modo generalizzato e bisogna fare attenzione perché dentro a tutto questo si rischia di includere indigenti, deboli, fragili, persone che stanno male, persone che hanno perso l’alloggio, magari anche l’azienda” ha affermato Burrelli nel corso dell’intervista.

Quello che sta per profilarsi con l’arrivo dell’anno nuovo, nel contesto dei condomini, è un problema sociale, in quanto quando 6 o 7 persone su 10 iniziano ad avere problemi economici il disagio si ripercuote sulla collettività.

Secondo Burrelli gli amministratori di condominio hanno bisogno del supporto del governo e delle aziende per uscire fuori dalla crisi, “bisogna sedersi al tavolo per garantire i servizi fondamentali come l’acqua, la luce e il gas” ha quindi osservato Burrelli.

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