Il pacchetto di aiuti preparato dalla squadra di governo di Mario Draghi sta per ricevere il via libera da Bruxelles. Tra le misure che l’esecutivo si appresta a mettere in campo per sostenere le imprese che sono state maggiormente danneggiate dalla guerra in Ucraina e dalle sanzioni imposte contro la Russia dei contributi fino a 400 mila euro in base alla perdita di fatturato registrata.
Il ministero degli Esteri ha infatti preparato da oltre un mese alcune misure che dovrebbero avere la funzione di attutire l’impatto che la crisi ucraina e conseguente inizio dell’operazione militare russa, e soprattutto le sanzioni contro Mosca, ha avuto sulle imprese italiane.
Guerra Ucraina e sanzioni: danneggiate 13 mila aziende italiane
Ad essere state maggiormente danneggiate dalla decisione del governo italiano di unirsi alle sanzioni contro la Russia sono state in particolare circa 13 mila aziende, tra le quali vi sono soprattutto quelle che operano nelle zone coinvolte nel conflitto armato.
Il ministero degli Esteri di concerto con il ministero del Tesoro ha previsto finanziamenti a tasso agevolato e contributi a fondo perduto fino al 40% con un tetto massimo fissato a 400 mila euro. Gli aiuti saranno destinati alle imprese che negli ultimi tre anni hanno registrato almeno il 20% del proprio fatturato complessivo attraverso esportazioni verso Ucraina, Russia e Bielorussia.
Attraverso queste risorse che il governo si appresta a destinare alle imprese che operano nelle zone del conflitto, queste dovrebbero essere in grado di sopravvivere e, invece di chiudere, grazie ai contributi potrebbero esplorare mercati di destinazione alternativi.
Il pacchetto di misure che il governo si appresta a mettere in campo, come accennato, si compone di due tipologie di aiuti:
- finanziamenti agevolati
- contributi a fondo perduto.
Sia gli uni che gli altri sono finanziati con le risorse stanziate nella Legge di Bilancio 2022, con la quale è stato incrementato il Fondo 394/81 per le Pmi di 1,5 miliardi di euro all’anno dal 2022 al 2026, e di 150 milioni di euro all’anno per la sua componente a fondo perduto.
Le misure previste dal pacchetto di aiuti per le imprese danneggiate da crisi ucraina e sanzioni alla Russia beneficiano inoltre delle deroghe al regime ordinario degli aiuti di Stato introdotto dal Temporary Framework approvato dalla Commissione Ue il 23 marzo, con il quale si prevede la possibilità di offrire contributi a fondo perduto alle “undertaking affected by the crysis”.
Gli aiuti potrebbero essere inseriti già nel decreto Aprile
Quanto ai tempi di attesa non dovrebbero essere particolarmente lunghi. Il governo prevede anzi di inserire gli aiuti, dopo il via libera da Bruxelles, direttamente nel decreto Aprile o, in alternativa, in un decreto ad hoc.
Secondo quanto riportato da Il Messaggero “il governo punta nei prossimi mesi ad ampliare la portata di questo strumento, anche per sostenere le imprese colpite dalle difficoltà o dai rincari degli approvvigionamenti, e per favorire la ricerca di fonti alternative di materie prime e semilavorati“. Una ipotesi questa per la quale però si pone la necessità di attendere un “nuovo veicolo normativo”.
A quali settori saranno destinati i nuovi aiuti
Nel contesto della crisi energetica ad essere maggiormente danneggiate sono le imprese cosiddette energivore, ma questo non significa che le altre non siano toccate dagli aumenti del costo dell’energia e delle materie prime, per non parlare del fatto che specie il turismo e la ristorazione sono settori che avevano già subito enormi danni a causa della gestione dell’emergenza coronavirus.
La crisi ucraina e la decisione di imporre sanzioni contro la Russia per via del suo intervento armato iniziato a fine febbraio hanno ulteriormente peggiorato le condizioni delle imprese italiane, colpendo soprattutto quelle che operano nelle zone interessate dal conflitto e dalle sanzioni.
Gli aiuti che verranno introdotti con il nuovo pacchetto sono destinati in particolare a molti settori nevralgici dell’industria italiana. Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, aveva parlato di queste realtà come di “imprese abbandonate a se stesse”, e sono quelle dell’industria meccanimca, della moda e dell’agroalimentare soprattutto.
Il peso delle sanzioni imposte contro la Russia è anche sulle spalle delle imprese italiane. I dati di Confartigianato indicano che l’Italia è al quarto posto tra i Paesi Ue come valore di esportazioni sui mercati russo e ucraino. Con vendite di prodotti per un totale di circa 9,8 miliardi di euro nel solo 2021.
Nello stesso anno il settore della moda italiano si è confermato al primo posto tra i Paesi dell’Unione Europea per volumi di esportazione nel mercato russo con 1,4 miliardi di euro complessivi. E non dimentichiamo l’industria dei mobili, che nel 2021 ha esportato in Russia merce per un valore complessivo di 333 milioni di euro.
Il mercato ucraino era tra l’altro un mercato in forte crescita, con vendite complessive per il made in Italy che nel 2021 hanno raggiunto i 2,1 miliardi di euro, registrando una crescita del 20,6% circa rispetto al 2019.
Le più danneggiate dalle sanzioni contro la Russia sono le Pmi
Tra quelle maggiormente danneggiate dalla decisione di imporre sanzioni contro la Russia, nella realtà dell’imprenditoria italiana, troviamo proprio le Pmi. Moltissime micro e piccole imprese italiane infatti, che operano in settori come quello alimentare, della moda, di mobili, legno e metalli, avevano trovato nel mercato russo uno sbocco molto interessante.
Complessivamente queste imprese vendevano nel mercato russo prodotti per circa 2,7 miliardi di euro, un importo pari al 34,9% delle esportazioni italiane in Russia, ed è questa la porzione di mercato maggiormente danneggiata dalle sanzioni cui il governo di Mario Draghi ha deciso di unirsi.
Non dimentichiamo poi che quelle imposte di recente sono sicuramente le più dure sanzioni imposte contro la Russia, ma certamente non le uniche.
Infatti già negli anni tra il 2013 e il 2021 sono state imposte prolungate sanzioni economiche contro Mosca che hanno portato ad una riduzione dell’export europeo verso il Paese del -22,2% circa, e ad essere penalizzate sono state soprattutto le imprese italiane (-28,5%).
Nel giro di 8 anni le vendite delle imprese italiane nel mercato russo hanno registrato perdite per 24 miliardi di euro complessivamente.
In particolare le imprese italiane che vendono in Russia sono soprattutto quelle della moda, con un calo quantificato in un -41,8% negli ultimi anni, e l’industria dei macchinari, che ha registrato un calo del -25,8%.
A livello territoriale sono state soprattutto le realtà economiche dell’Abruzzo a subire un calo in termini di esportazioni verso il mercato russo, con un -75,9% nel periodo di riferimento. Seguono le imprese delle Marche (-59,6%). quindi Toscana (-40,4%), Lombardia (-30,4%), Veneto (-26,2%) ed Emilia Romagna (-25,2%).
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