Il caro carburante ha già pesato parecchio sulle tasche degli italiani che utilizzano l’automobile per spostarsi. Tuttavia, gli effetti dell’aumento dei costi di benzina e diesel potrebbero farsi vedere molto presto anche sulle tariffe aeree e sui costi dei traghetti.
Le vacanze estive che molti italiani stanno già programmando in questi mesi, rischiano quindi di diventare molto meno low cost di quanto ci si aspetta. In particolare, il timore comune è che i prezzi dei biglietti aerei, dei traghetti e dei bus possa aumentare dato l’incredibile aumento del costo del carburante.
In questi ultimi giorni sono soprattutto gli armatori a denunciare il rischio concreto di un elevato aumento dei costi dei traghetti, a causa dei rifornimenti che ormai richiedono cifre altissime. A maggior rischio sono soprattutto i collegamenti con le isole maggiori, che possono avvenire esclusivamente tramite traghetto o aereo, e con le isole minori, dove gli aeroporti non sono nemmeno presenti e quindi l’unica alternativa che rimane è lo spostamento via mare.
Con questo scenario, le probabilità che i prezzi delle vacanze estive salgano sono decisamente elevate, ma vediamo più in dettaglio cosa sta succedendo.
Caro carburante, colpiti anche i traghetti
Ad oggi, la quasi totalità delle navi (circa il 90%) viaggia utilizzando il carburante tradizionale, e questo lascia intendere quale possa essere l’impatto del costo della benzina sui trasporti marittimi.
Naturalmente non è ancora possibile stabilire con esattezza di quanto aumenteranno i prezzi da qui all’estate, ma il trend del petrolio al momento non lascia ben sperare. Gli armatori hanno già richiesti l’intervento del governo, poiché il rischio è quello di un inevitabile (e sostanzioso) aumento dei prezzi per poter coprire tutte le spese.
La richiesta avanzata al governo è quella di garantire la continuità territoriale sia per i passeggeri che per le merci, magari attraverso un correttivo automatico delle tariffe sulla base dell’andamento del costo del carburante.
Di quanto è aumentato il costo dei viaggi in traghetto?
Stefano Messina, presidente di Assarmatori, ha fornito alcuni dati per sottolineare l’importanza dell’aumento dei costi che si è registrato negli ultimi mesi. Basti pensare che attualmente un viaggio di andata e ritorno tra Genova e Olbia costa circa 50mila euro in più che in passato a causa dell’aumento del costo del carburante, quindi circa il 30% in più.
Per un viaggio andata e ritorno da Napoli a Palermo, invece, il prezzo è aumentato di oltre 38mila euro rispetto al passato, mentre per andare da Civitavecchia a Olbia (sempre andata e ritorno), l’aumento è di circa 27mila euro.
Da qui, quindi, nasce l’ipotesi un po’ estrema di sospendere del tutto i servizi oppure di aumentare notevolmente i costi dei biglietti, se il governo dovesse decidere di non intervenire.
Rischio di un aumento dei prezzi nel periodo estivo
Al momento l’unica soluzione valida per gli armatori sembra essere quella di aumentare il prezzo dei biglietti dei traghetti per la Sicilia, la Sardegna, la Corsica e tutte le isole minori. Ma anche quelli che portano in Grecia e in Croazia, che in estate sono molto utilizzati per le vacanze al mare.
Secondo Messina, l’unica soluzione per evitare una sospensione totale dei servizi è quella di aumentare il prezzo dei biglietti per i passeggeri. Secondo quanto affermato dal presidente di Assarmatori, si tratta di una “scelta obbligata“, da applicare solamente fino a quado i prezzi del carburante non torneranno a scendere.
A rischio anche il trasporto delle merci
Il rischio non riguarda solamente i prezzi delle vacanze estive e quindi il trasporto dei passeggeri. Un’altra tematica molto importante è quella che riguarda il trasporto delle merci. L’aumento dei costi del carburante, infatti, ha delle serie conseguenze anche sugli approvvigionamenti delle merci dirette alle isole maggiori e minori.
Attualmente il timore comune è che ancora una volta l’aumento dei costi del carburante possa ripercuotersi sul consumatore finale, che vede aumentare il prezzo delle merci. Un primo effetto si è già visto con l’adeguamento delle tariffe pagate dai mezzi pesanti sui traghetti.
Ad esempio, per quanto riguarda la tratta Genova – Porto Torres, per ogni semirimorchio l’aumento è stato di 50 euro, mentre per altre tratte si va al metro lineare del mezzo. E così ancora una volta i costi delle merci salgono.
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