È ormai pronto il nuovo pacchetto con le regole che entreranno in vigore a partire dal 2024 in tutti i Paesi dell’Unione Europea circa la produzione e lo smaltimento di pile e batterie. La principale novità riguarda la definitiva abolizione di qualsiasi dispositivo non ricaricabile, con l’obiettivo di raggiungere entro il 2050 la neutralità climatica.
Dal 2024 addio a pile e batterie non ricaricabili?
Sono le pile e le batterie non ricaricabili al centro del nuovo pacchetto di regole cui sta lavorando Bruxelles, che prevede tra le altre cose la loro messa al bando già a partire dal 2024.
Il nuovo pacchetto di norme europee mira a regolamentare il settore dell’elettronica in modo tale da spingere con sempre maggior convinzione verso la transizione green, un obiettivo diventato quanto mai di prioritaria importanza non solo per la tutela dell’ambiente, ma anche per una maggiore autonomia energetica in un contesto geopolitico caratterizzato da tensioni crescenti.
Tra le norme destinate a entrare in vigore a partire dal 2024 anche la definitiva abolizione dei dispositivi non ricaricabili, nonché l’obbligo per tutti i costruttori di poter sostituire in modo semplice le batterie in fase di produzione che saranno immesse nel mercato per restarci nei prossimi 10 anni, a cominciare dalle batterie per pc portatili, tablet e smartphone.
Cosa cambierà con le nuove norme su pile e batterie
Con le nuove norme circa la produzione e lo smaltimento di pile e batterie sarà l’intero mercato dell’elettronica a subire una vera e propria rivoluzione.
Ci saranno milioni dispositivi che, nei piani di Bruxelles, dovranno diventare più facili da smaltire e con un impatto ambientale di molto inferiore a quello attuale.
Al mercato dell’elettronica toccherà l’arduo compito di adattarsi alle nuove direttive comunitarie, il che implica prima di tutto nuove linee guida per la produzione di veicoli elettrici, auto, moto o biciclette che siano.
Sullo sfondo c’è sempre il “Green Deal” cioè l’obiettivo di rendere l’Europa neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050. La strada però è ancora molto lunga e, per quel che riguarda pile e batterie, comincia nel 2024, con i dispositivi non ricaricabili che dovranno riportare nell’etichettatura una dicitura chiara.
Poi entro 5 anni, quindi a partire dal 2027 le pile non ricaricabili dovranno lasciare il posto a pile ricaricabili di buona qualità, cioè che garantiscano la possibilità per il consumatore di sottoporle ad un certo numero minimo di ricariche prima di doverle sostituire.
Molti apparecchi a batterie dovranno essere riprogettati
Con l’arrivo delle nuove regole europee su pile e batterie sarà il settore della produzione a dover svolgere il grosso dello sforzo per portare l’Europa sul binario green.
L’industria dell’elettronica dovrà infatti adeguarsi in tempi relativamente brevi alle nuove norme, infatti su Repubblica leggiamo che “chi produce apparecchi a batterie può vedersi costretto a riprogettarli per renderle facilmente sostituibili e chi fabbrica pile deve convertire la propria produzione”.
D’altra parte la proposta di legge va a toccare ogni tipologia di batteria, non fa differenza quale sia la forma, la composizione chimica, la dimensione e neppure l’utilizzo cui sono destinate. Saranno interessate dalle nuove regole persino le batterie industriali che vengono usate per lo stoccaggio di energia.
Alcune eccezioni ci saranno ma, leggiamo su Il Giornale, “saranno minime, forse la scamperanno soltanto quelle per le automobili elettriche”.
La nuova direttiva è stata approvata con 584 voti favorevoli
La nuova direttiva Ue sulla produzione e smaltimento di pile e batterie è stata approvata dal Parlamento con 584 voti favorevoli. I voti contrari sono stati solo 67 mentre 40 sono state le astensioni. Prima di arrivare all’effettiva entrata in vigore delle nuove regole manca però il passaggio dei negoziati tra le istituzioni, con la previsione che sia tutto pronto entro il 2024.
I deputati dell’Ue chiedono che si proceda con la revisione dell’attuale legislazione tenendo conto degli sviluppi tecnologici. Si vuole raggiungere un livello più alto in fatto di sostenibilità e rendimento anche attraverso un’etichettatura più appropriata.
Si andrà quindi ad introdurre una nuova categoria di batterie espressamente indicate per “mezzi di trasporto leggeri (Light Means of Transport – LMT) quali scooter e biciclette elettrici, e criteri che chiariscano l’impronta di carbonio.
Sempre a partire dal 2024 cambieranno le regole per la produzione di dispositivi elettronici a cominciare dagli smartphone. Sia queste che le batterie per gli LMT dovranno infatti essere progettate in modo da rendere possibile per il consumatore la facile sostituzione delle stesse in totale sicurezza.
Sarà inoltre necessario che l’industria si attivi al fine di garantire che l’intera catena produttiva rispetta i diritti umani e gli obblighi di diligenza. Lo scopo sarebbe quello di impostare il giusto approccio rispetto ai rischi legati all’approvvigionamento, alla lavorazione e al commercio delle materie prime, che in genere sono concentrati in un solo Paese o in pochi.
Nuove norme sullo smaltimento delle batterie: fissati livello minimi di cobalto, piombo, litio e nichel da recuperare
Nel regolamento Ue approvato in questi giorni sono stati anche fissati i livelli minimi per la quantità di cobalto, piombo, litio e nichel che bisognerebbe recuperare dai rifiuti con lo scopo di riutilizzarle per la produzione di nuove batterie. Inoltre sono stati definiti degli obiettivi più rigorosi per la raccolta delle batterie portatili.
Un recente rapporto del World Economic Forum (WEF) indica in un +1.400% l’aumento della domanda mondiale di batterie entro il 2030. Questo dato dovrebbe offrire una misura di quanto sia importante creare una catena per la produzione e lo smaltimento delle batterie più sostenibile e circolare.
A partire dal 2030 le batterie dovranno infatti essere prodotte con una percentuale minima di elementi riciclati, percentuale destinata a crescere progressivamente fino al 2035.
Repubblica ci ricorda che solo in Europa abbiamo un consumo di circa 1,9 milioni di tonnellate di batterie, con le batterie di piombo che risultano quelle maggiormente riciclate (99% circa) mentre nel caso di tipologie diverse ci si aggira intorno al 48%.
Negli ultimi anni tra l’altro si è reso sempre più evidente come gli ioni di litio su cui in molti avevano fermamente creduto all’inizio della loro immissione nel mercato, siano in realtà molto costosi da riciclare, e questo sta inducendo l’industria a rimpiazzarli con cobalto, nichel e rame.
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