Ci sono voluti oltre tre mesi di trattative per giungere ad una linea condivisa, ma alla fine il Consiglio e il Parlamento Ue hanno raggiunto un accordo per una proposta di legge che dovrebbe regolamentare le attività delle grandi piattaforme internet.
Lo scopo, spiegano da Bruxelles, sarebbe quello di garantire la libera concorrenza nei mercati digitali, invece di ritrovarsi a dover rincorrere le operazioni industriali per accertarsi che rispondano alle norme comunitarie e non violino le regole antitrust dell’Unione Europea.
L’Ue raggiunge l’accordo sul Digital Markets Act
Si chiama Digital Markets Act, e attraverso questo disegno di legge vengono imposte una ventina di norme che si prefiggono l’obiettivo di impedire abusi di posizione dominante.
In particolare finiranno nel mirino le operazioni di acquisto, così pure quelle situazioni in cui le società finiscono per favorire i propri servizi a scapito della concorrenza, il cui caso più emblematico è quello di Google a favore di Google Shopping.
Parlando dei risultati raggiunti nel predisporre un pacchetto di norme in grado di assicurare il libero mercato digitale, il deputato popolare tedesco Andreas Schwab, ha spiegato che “l’accordo inaugura una nuova era di regolamentazione della tecnologia a livello mondiale.”. “La legge sui mercati digitali mette fine al sempre crescente dominio delle grandi aziende tecnologiche” ha aggiunto ancora il relatore del testo.
“Di fronte alle grandi piattaforme online che si comportano come se fossero ‘troppo grandi per preoccuparsi’, l’Europa ha puntato i piedi” ha commentato ancora il commissario al mercato unico Thierry Breton.
Come funziona il Digital Markets Act e cosa cambia per le big del web
Ma come funzionerà esattamente il Digital Markets Act, e cosa cambierà per le grandi società che operano nei mercati digitali? In primo luogo, come spiegato da Il Sole 24 Ore, “il testo legislativo proibirà l’uso dei dati accumulati sui siti internet a uso esclusivo della piattaforma”.
Inoltre non sarà possibile usare i dati sui clienti a fini pubblicitari senza avere il consenso dei consumatori, le piattaforme digitali non potranno imporre sugli smartphone e iPhone le proprie applicazioni ma dovranno essere disponibili prodotti alternativi.
E per quanto riguarda le app di messaggistica come WhatsApp, Telegram e Signal, il nuovo pacchetto di regole sui mercati digitali impone l’interoperabilità tra i vari sistemi.
E infine con l’introduzione del Digital MArkets Act si impone una libera scelta nell’utilizzo dei portali che permettono di scaricare particolari applicazioni. Ma cosa significa all’atto pratico? Con le nuove norme non si dovrebbe essere più costretti ad utilizzare Google Play Store o Apple Store per scaricare le applicazioni che si vogliono utilizzare.
Il Digital Markets Act entrerà in vigore nel 2023
Prima che le modifiche contenute nel Digital Markets Act entrino in vigore dovrà trascorrere quasi un anno, infatti secondo le previsioni dovremo aspettare il gennaio 2023, e solo allora le grandi società dei mercati digitali come Google, Apple, Amazon, Microsoft, Meta (Facebook) dovranno adeguarsi alle novità.
Sono infatti solo le più grandi società ad essere interessate dalle nuove regole in via di definizione, selezionate sulla base di criteri come capitalizzazione di Borsa, numero di utenti e ammontare del giro d’affari.
Le nuove norme comunque non hanno riscosso affatto entusiasmo da parte delle big del web, infatti Apple si è già detta preoccupata per la direzione in cui si muove il nuovo regolamento comunitario, e secondo molti osservatori potrebbe avere delle ripercussioni su scala globale. Anche Google ha espresso un parere negativo, affermando di temere “rischi potenziali per l’innovazione”.
Non abbiamo tuttavia ancora la possibilità di commentare il testo di legge definitivo, infatti l’attuale regolamento del Digital Markets Act attende l’approvazione del Parlamento e del Consiglio Ue. Successivamente si lavorerà ad un altro pacchetto di provvedimenti che interessano i mercati digitali, ossia il Digital Services Act, con cui Bruxelles punta a regolamentare il contenuto delle grandi piattaforme internet.
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