Il continuo aumento dei prezzi del carburante rischia di paralizzare l’Italia. Le aziende di autotrasporti hanno già annunciato che sospenderanno i loro servizi a livello nazionale. Il motivo? “Causa di forza maggiore”.

I conflitti armati che si verificano in queste ore in Ucraina hanno fanno impennare bruscamente i costi del carburante. Purtroppo questa è diventata una spesa che molti autotrasportatori non possono più sostenere. Come spiegato da Trasportounito, non si tratta né di uno sciopero, né di una rivendicazione specifica, bensì si è difronte ad una iniziativa per coordinare le manifestazioni nazionali a causa di un’estrema necessità del settore.

Sono in molti, quindi, a temere le possibili conseguenze di questi eventi. Le prime ripercussioni sono già visibili in Sardegna, dove moltissimi supermercati sono stati presi subito d’assalto. Ma vediamo ora quali sono le cause e soprattutto le conseguenze dello sciopero degli autotrasportatori che inizierà il 14 marzo.

Carburante alle stelle: autotrasportatori annunciano sciopero dal 14 marzo

In realtà la sospensione dei servizi degli autotrasportatori, data la situazione, era inevitabile. A ribadirlo è l’Associazione nazionale Trasportounito in una lettera scritta, inviata alla presidenza del Consiglio, al ministro e al viceministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, e al presidente della Commissione di Garanzia in Scioperi.

L’esigenza di scioperare è nata dalla necessità di tutelare sia i lavoratori che le imprese dal rincaro del carburante. I prezzi oramai sono diventati insostenibili per le imprese dell’autotrasporto italiano, che non riescono a farsi riconoscere dalla committenza i maggiori costi dovuti appunto agli stessi aumenti.

Questa è una delle terribili conseguenze della guerra tra Russia e Ucraina sull’Eurozona, ossia l’aumento dei costi di gas e petrolio. In questi giorni la media in Italia si attesta attorno ai 2,40 – 2,45 euro per litro, sia per la benzina che per il gasolio.

Il record per il carburante più caro in Italia va all’Isola di Ischia, dove il diesel ha raggiunto addirittura il costo di 2,608 euro per litro, mentre la benzina è arrivata a 2,518 euro per litro.

Se lo sciopero dovesse cominciare veramente il 14 marzo, non è ancora certo quando potrebbe finire. Infatti, alla sospensione dei servizi, Unatras ha annunciato delle manifestazioni da parte degli autotrasportatori in tutta Italia sabato 19 marzo.

In una nota, l’Unione delle associazioni dell’autotrasporto in Italia ha affermato: “la situazione è diventata drammatica. Continuando a tergiversare, il governo si assume il rischio che nascano nuovamente iniziative spontanee di protesta, nonché la responsabilità di lasciare committenze senza rifornimenti“.

Sciopero autotrasportatori: il rischio supermercati vuoti è reale?

Una delle possibili conseguenze dell’imminente sciopero nazionale degli autotrasportatori è quella di ritrovare i supermercati completamente vuoti. La sospensione dei servizi per un periodo non meglio definito potrebbe avere, infatti, delle preoccupanti ripercussioni.

Le manifestazioni dell’Unatras in programma il 19 marzo sarebbero solamente il primo passo e, se non dovessero ottenere le risposte sperate, si potrebbe anche sfociare in iniziative “ulteriori e più incisive”. Il rischio maggiore, infatti, è che questo sciopero si protragga più del dovuto e che la situazione degeneri drasticamente.

Secondo quanto affermato da un autotrasportatore sardo in un audio, lo sciopero continuo bloccherebbe sia il trasporto che la diffusione dei generi alimentari nei negozi alimentari. Si tratta di un rischio che, per ora, resta solamente nel campo delle ipotesi, sperando che le richieste vengano ascoltate dal Consiglio, a cui Trasportounito ha già inviato una lettera per spiegare nel dettaglio la gravità del problema.

Caso della Sardegna: si rischia la paralisi?

Come affermato precedentemente, le prime ripercussioni dell’anuncio dell’imminente sciopero si sono registrate in Sardegna. Non tanto per la sospensione dei servizi nazionali degli autotrasportatori, quanto per un messaggio vocale di un trasportatore, che è diventato virale in pochissime ore nella Regione.

Nell’audio in questione, il trasportatore parla di uno sciopero di 15 giorni che avrebbe provocato una “paralisi” dell’intera isola, bloccando completamente l’arrivo dei generi alimentari nei supermercati. Per questo motivo è scattata suito la corsa ai beni di prima necessità, che un po’ ha ricordato la corsa ai supermercati che è avvenuta durante i primi lockdown.

I cittadini sardi sono stati poi tranquillizzati dall’arrivo di una smentita ufficiale da parte degli stessi autotrasportatori e dai sindacati. Massimiliano Serra, uno degli organizzatori della riunione di Tramatza, a L’Unione Sarda, ha spiegato: “lo sciopero sarà volontario, ma il messaggio deve arrivare a tutti”.

“Siamo pronti a paralizzare l’isola per attirare l’attenzione su una situazione insostenibile. Non solo il gasolio che  è ormai arrivato a prezzi stellari, a pesare sulle nostre tasche ogni giorno ci sono anche l’aumento dei costi per i trasporti marittimi, quelli per la manutenzione del mezzo e la sostituzione degli pneumatici”.

In altre parole, la paralisi dell’isola potrebbe avvenire, ma lo sciopero può anche essere del tutto evitato. Infatti gli autotrasportatori hanno già chiesto un incontro urgente con l’assessore ai Trasporti della Regione Sardegna.

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