Sappiamo che il 40% circa del fabbisogno di gas naturale dell’Italia viene soddisfatto dalla Russia, ma il secondo più importante canale per il nostro Paese è l’Algeria, che attraverso il gasdotto Transmed ci fornisce circa il 28%.
Ma questo canale può aiutare l’Italia a rendersi maggiormente indipendente dalla Russia per quel che riguarda le forniture di gas naturale? In realtà sarà necessario puntare molto su fonti energetiche alternative, ma per quel che riguarda il gas questo canale è di fondamentale importanza per il nostro Paese.
Cos’è il Transmed e a cosa serve
Il Transmed è un gasdotto conosciuto anche con il nome di gasdotto Enrico Mattei, ed è uno dei cinque gasdotti che permettono all’Italia di ricevere le forniture di gas naturale dall’estero. In questo caso parliamo di un’infrastruttura che dall’Algeria attraversa parte della Tunisia e il Mar Mediterraneo per raggiungere infine la Sicilia.
Si tratta di uno dei principali gasdotti presenti nel Mar Mediterraneo, al quale di recente si va ad aggiungere il TAP, che permette all’Italia di ricevere gas naturale dall’Azerbaijan e il Green Stream, che trasporta il gas proveniente dalla Libia.
La costruzione del gasdotto Transmed ha avuto inizio tra il 1974 e il 1975, ma la posa del tratto sottomarino è iniziata qualche anno dopo, nel 1978. In seguito, allo scopo di aumentare la capacità delle forniture provenienti dall’Algeria è stato realizzato un secondo gasdotto parallelo al primo, che ha di fatto ingrandito il Transmed permettendo l’erogazione di ulteriori 7 miliardi di metri cubi l’anno.
La seconda linea Transmed è stata realizzata nei 20 anni successivi, con la fine dei lavori nel 1997. A questa si va ad aggiungere poi una terza linea Transmed, che è ora in funzione da oltre 10 anni, essendo stata terminata nel 2010.
Da dove passa il Transmed è perché è così importante
Come dicevamo, il Transmed parte dall’Algeria, e per l’esattezza nel campo estrattivo di Hassel R’Mel, che è uno dei giacimenti di gas naturale più grandi dell’intero continente africano.
Il gasdotto attraversa quindi il deserto dell’Algeria, e dopo circa 550 km raggiunge la stazione Oued Safsaf, che si trova poco distante dal confine con la Tunisia. A questo punto parte un collegamento che attraversa la stazione di compressione di Feriana e raggiunge poi la costa tunisina nord-orientale, a Cop Bon.
Dalla costa parte quindi il tratto sottomarino del gasdotto, che attraverso lo stretto di Sicilia raggiunge l’Italia a Mazara del Vallo.
Il canale algerino è molto importante per le forniture di gas naturale dell’Italia. Non dimentichiamo che l’Italia importa dall’estero circa il 95% del gas naturale di cui ha bisogno, e tra i vari Paesi esportatori l’Algeria è il secondo come volume erogato, riuscendo a coprire circa il 27,8% del fabbisogno del nostro Paese.
Per quanto riguarda le importazioni di gas dall’Algeria attraverso il gasdotto Transmed dobbiamo anche notare che i volumi tendono a variare notevolmente tra un anno e l’altro, infatti i dati del MiSE mettono in evidenza che, specialmente nel periodo 2014-2015 e nel 2019 le percentuali di gas che arrivavano dall’Algeria si sono notevolmente ridotte per via di una minore disponibilità della risorsa estratta.
Si tratta quindi di un gasdotto di grande importanza per l’Italia, ma che non offre le garanzie che sarebbe in grado di offrire il fornitore russo. Tuttavia visto il conflitto tra Russia e Ucraina il governo italiano sembra sempre più impegnato nel ridurre la dipendenza dal gas russo, e l’Algeria si è proposta di compensare incrementando i volumi esportati attraverso il Transmed.
Attraverso lo stesso gasdotto inoltre il gas non raggiungerebbe solo l’Italia, ma potrebbe arrivare anche ad altri Paesi europei. In ogni caso per aver accesso a maggiori forniture di gas naturale dall’Algeria l’Italia dovrà siglare nuovi contratti, dai quali dipenderà poi tutta una serie di effetti sull’economia del Paese e in una qualche misura sui costi delle bollette di luce e gas per milioni di famiglie e imprese italiane.
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