I Paesi europei si trovano a dover fronteggiare una situazione economica particolarmente complessa in seguito alla decisione di appoggiare le sanzioni contro la Russia. La crisi ucraina arriva proprio nel momento in cui l’economia europea è proiettata verso una ripresa post-pandemia ormai completamente fuori portata, alle prese con una crisi energetica senza precedenti e un’inflazione fuori controllo.
La decisione di intervenire con sanzioni economiche contro la Russia danneggia un’Europa che non è mai stata così lontana dall’autonomia energetica, molto più di quanto non causi danni all’economia Usa.
Per Bruxelles significa che correre ai ripari è quanto mai urgente, ed è per questo che la Commissione Ue ha già deciso di mettere in atto un piano per ridurre la dipendenza dal gas russo. L’obiettivo, a detta dell’organo esecutivo della Ue dovrebbe essere raggiunto passando a forniture alternative, e attraverso una forte accelerazione della transizione verso energie pulite.
Su questo secondo punto in particolare svolgerà un ruolo determinante l’operato dei singoli governi nazionali, perché l’implementazione del comparto energetico in ottica green sarà una loro diretta responsabilità.
Con il rapido peggioramento delle relazioni diplomatiche fino all’aperta ostilità dell’Ue alla Russia, Bruxelles ha optato per una revisione delle priorità energetiche del blocco dei 27 Paesi che, ricordiamo, ricevono dalla Russia il 40% circa delle proprie forniture di gas naturale.
La Commissione Ue sta quindi mettendo a punto nuovi piani che si aggiungono alle politiche sul cambiamento climatico che in questo momento sono al centro di negoziati con lo scopo di ridurre più rapidamente le emissioni inquinanti entro la fine di questo decennio, per una riduzione complessiva dell’uso del gas da parte dell’Ue del 30% circa entro il 2030.
Oltre un terzo del gas e gas naturale liquefatto di cui i Paesi Ue hanno bisogno potrebbe arrivare da Stati Uniti e Quatar, in grado di fornire circa 60 miliardi di metri cubi sui 155 miliardi che invece arrivano annualmente dalla Russia. A favorire questo passaggio entro il 2030 dovrebbe essere anche un maggior uso di biometano e idrogeno.
Ma anche l’eolico e il solare ricopriranno un ruolo importante nel piano dell’Ue per ridurre la dipendenza dal gas russo, con nuovi progetti che permetteranno di sostituire circa 20 miliardi di metri cubi della domanda di gas già da quest’anno per arrivare a triplicare la capacità entro il 2030, quando dovrebbe essere possibile aggiungere 480GW di energia eolica e 420GWi energia solare per un risparmio complessivo di 170 miliardi di metri cubi di gas l’anno.
La Commissione Ue fa inoltre presente che se i contribuenti dei vari Paesi membri abbassassero i termostati di 1°C sarebbe possibile risparmiare altri 10 miliardi di metri cubi di gas quest’anno. Inoltre sostituendo le caldaie a gas con 30 milioni di pompe di calore entro il 2030 sarebbe possibile risparmiare altri 35 miliardi di metri cubi.
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