Che la crisi energetica si sarebbe ulteriormente complicata, con l’inizio del conflitto armato tra Russia ed Ucraina, non coglie di sorpresa nessuno. In questi giorni però la cosa è diventata ufficiale, con la conferma che arriva dal ministero della Transizione Ecologica, il quale ha annunciato che l’Italia si trova adesso in stato di pre-allarme per quel che riguarda le forniture di gas.

L’Italia passa in stato di pre-allarme per le forniture di gas naturale

La guerra tra Russia e Ucraina coinvolge in modo più o meno diretto tutti i Paesi europei, ed in particolare l’Italia dovrà correre ai ripari per evitare il peggio. L’Autorità Competente per la sicurezza degli approvvigionamenti di gas naturale, ha emesso una nota riportata sul sito di Snam, dove leggiamo quanto segue:

“Considerando che tale situazione insiste sul territorio attraverso cui passa gran parte delle forniture di gas naturale che approvvigionano il sistema italiano, e che il livello di pericolosità della minaccia alle forniture è sensibilmente maggiore rispetto a quanto previsto nelle analisi di rischio svolte in passato” l’Italia passa di fatto in stato di pre-allarme.

Ma cosa comporta ciò all’atto pratico? Dal ministero fanno sapere di aver “ritenuto opportuno predisporre eccezionali misure preventive volte a incentivare un riempimento dello stoccaggio anticipato rispetto alle procedure adottate in condizioni normali, come discusso anche in sede europea durante l’ultima riunione del Gas Coordination Group del 23 febbraio scorso”.

Inoltre ha “ritenuto opportuno sensibilizzare, gli utenti del sistema gas nazionale della situazione di incertezza legata” agli ultimi sviluppi della crisi ucraina, con l’intervento armato della Russia. Tuttavia, viene evidenziato come “la situazione delle forniture sia al momento adeguata a coprire la domanda interna“.

Cosa comporta per gli Italiani il pre-allarme sulle forniture di gas naturale

Ed è proprio da questa constatazione che dipende la decisione di dichiarare lo stato di pre-allarme, che è solo il primo dei tre gradini di gravità, e prevede solo un’attività di monitoraggio e vigilanza sugli eventi.

Per i consumatori finali quindi non vi saranno, almeno per il momento, delle ripercussioni sulle forniture di gas, dovute alla guerra in Ucraina.

Ma se da una parte gli utenti finali non vedranno nell’immediato alcun effetto sulle forniture e sui costi addebitati in bolletta, lo stato di pre-allarme indica un certo livello di preoccupazione sul tema da parte dell’esecutivo di Mario Draghi.

Non dimentichiamo che dalla Russia, passando per l’Ucraina, l’Italia riceve rifornimenti di gas naturale in grado di soddisfare circa il 40% del proprio fabbisogno. “Ci auguriamo che questi piani non siano necessari” ha spiegato il premier “ma non possiamo farci trovare impreparati”.

Attraverso le misure di emergenza si dispone una maggiore flessibilità dei consumi di gas, si prevedono sospensioni nel settore industriale e nuove regole sui consumi di gas nel settore termoelettrico.

Tra gli obiettivi da raggiungere in questa casa al primo posto la ricerca di forniture alternative a quelle russe, ed in tal senso l’Italia si sta rivolgendo in particolare agli Stati Uniti ma non solo.

Il governo di Mario Draghi progetta di aumentare i flussi dai gasdotti che non lavorano a pieno carico, come il Tap da cui arrivano le forniture dall’Azerbaijan, il TransMed che porta il gas algerino e tunisino, ed il GreenStream che trasporta il gas proveniente dalla Libia.

Nel frattempo si stanno anche riattivando le varie centrali a carbone di tutta Italia, che serviranno a “colmare eventuali mancanze nell’immediato”.

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