È rimbalzata subito su tutti i media la notizia che il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, ha affermato in modo molto chiaro che è ora di tornare alla completa normalità. Solo un paio di giorni fa aveva invece rilasciato dichiarazioni su toni completamente diversi, raccogliendo critiche e non solo, per aver palesato con le sue affermazioni una politica di persecuzione di una minoranza.
Sileri aveva infatti affermato rivolgendosi ai cittadini non vaccinati: “vi renderemo la vita difficile, come stiamo facendo, perché il non vaccinato e chi non rispetta le regole è pericoloso. Punto”.
Parole che mal si conciliano con quelle pronunciate invece nella giornata di ieri, quando il sottosegretario Sileri ha dichiarato: “siamo in una fase di transizione ma nelle prossime settimane ci sarà un cambiamento radicale della nostra vita, un progressivo ritorno alla completa normalità”.
Inoltre, proprio sulla questione dei vaccini, sempre Sileri ha spiegato che difficilmente sarà necessario estendere l’obbligo, ma che anzi si dovrà passare ad un modello molto simile a quello dei vaccini contro l’influenza stagionale, cioè con un target circoscritto ai soli soggetti fragili e anziani.
Sileri: “nelle prossime settimane cambiamento radicale delle nostre vite”
Le dichiarazioni di Sileri di ieri sono state riportate da tutti i media, su AGI leggiamo che il sottosegretario alla Salute ha affermato: “l’alta percentuale di vaccinati e il virus meno temibile ci permettono una rimodulazione delle regole. Siamo in una fase di transizione ma nelle prossime settimane ci sarà un cambiamento radicale della nostra vita, un progressivo ritorno alla normalità”.
Un messaggio apparentemente chiaro, si parla di tornare alla normalità, ma cosa intenda Pierpaolo Sileri per ‘normalità’ non è dato saperlo con certezza. Prendiamo ad esempio le dichiarazioni di oltre un mese fa del presidente del Consiglio Mario Draghi, il quale affermò che “dobbiamo difendere la normalità che abbiamo conquistato”.
Quindi secondo il premier il ritorno alla normalità sarebbe già avvenuto settimane fa, mentre secondo il sottosegretario alla Salute ci sarà solo nelle prossime settimane. Evidentemente si può avere una concezione diversa di normalità, e questo potrebbe indurre ad equivocare evidentemente le recenti affermazioni di Sileri.
Nel “ritorno alla normalità” di Sileri ci sarà ancora il green pass?
Sempre durante il suo intervento ai microfoni della trasmissione L’Italia s’è desta, il sottosegretario Sileri ha fornito ulteriori dettagli circa quanto dovrebbe accadere nelle prossime settimane, anticipando che le restrizioni del green pass potrebbero essere allentate.
“L’alta percentuale di vaccinati, così come la circolazione di un virus che è un po’ meno temibile rispetto alla variante Delta ci permettono una rimodulazione di alcune regole e la rimozione della burocrazia che oggi serve per l’uscita dagli isolamenti” ha spiegato Sileri.
“Va rivista quella che è la durata del green pass per chi ha completato il ciclo vaccinale” ha poi precisato “bisogna anche rimodulare le regole per la scuola visto che anche tra i ragazzi e le ragazze aumentano i vaccinati. I provvedimenti verranno fatti sulla base dei dati ma direi che ormai ci siamo”.
Un “ritorno alla normalità” che di normalità potrebbe però avere ben poco a quanto pare. Viene infatti specificato che non verranno rimosse le regole relative alla questione covid, ma solo rimodulate, e così pure il Green pass che rimarrà in vigore seppur con una durata che “va rivista per chi ha completato il ciclo vaccinale”.
Il ritorno alla normalità paventato da Sileri potrebbe insomma rivelarsi una delusione per tutti coloro che con il termine normalità intendono una vita priva di discriminazioni e di pesanti restrizioni delle libertà individuali.
Sileri sui vaccini “non credo servirà avere un obbligo per tutti”
Per quanto riguarda i vaccini anti-Covid, il sottosegretario alla Salute ha spiegato comunque che non vi è in programma una ulteriore estensione dell’obbligo.
“Non credo servirà avere un obbligo per tutti” ha detto Pierpaolo Sileri “bisognerà, nel tempo, passare ad una vaccinazione per il Covid fatta come quella per l’influenza, ovvero rivolgendosi soprattutto alle categorie più fragili. Anche questo però ce lo diranno i dati”.
Stato di emergenza, nessuna proroga oltre il 31 marzo?
La legge che introduce nell’ordinamento giuridico italiano la possibilità di decretare lo stato di emergenza prevede che la sua durata non possa eccedere i 12 mesi più ulteriori 12, e questo tetto sarà raggiunto il 31 gennaio 2022.
Nonostante questo il governo di Mario Draghi ha deciso di prorogare l’emergenza fino al 31 marzo, il che significa che si sfora la sua durata massima di due mesi almeno. Ma se non altro, stando a quanto emerso nelle scorse ore, oltre quella data non dovrebbe essere prevista alcuna ulteriore proroga.
Partiamo dal fatto che dal punto di vista logico, essendo un’emergenza una situazione improvvisa e imprevista nell’ambito della quale si ricorre a misure eccezionali per un periodo di tempo limitato, dopo due anni (ma in realtà molto prima) vengono meno tutti i presupposti perché si possa parlare di situazione emergenziale.
Nonostante questo, come se nulla fosse, l’esecutivo ha ritenuto opportuno prorogare a oltranza lo stato di emergenza ben oltre i limiti imposti dalla logica e dalla legge. Ora però alcuni degli esperti cui il governo ha deciso di affidarsi fin dall’inizio della pandemia sembrano essere d’accordo sul fatto che non vi sono le premesse per prorogare ancora lo stato d’emergenza.
Bassetti: “oggi il virus è endemico, dobbiamo conviverci”
Siamo giunti, a ridosso dei due anni dall’inizio dell’emergenza, a quella che Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologa e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano, ha definito “fase della pianificazione”.
L’esperta ha quindi sottolineato che una eventuale ulteriore proroga dello stato di emergenza sarebbe del tutto “ingiustificata” ricordando che ora ci troviamo in una situazione di convivenza con il Sars-Cov2.
Dello stesso parere il direttore della Clinica di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti, che ha dichiarato: “oggi il virus è endemico e dobbiamo imparare sempre di più a conviverci, questo significa anche non continuare a vivere nello stato di emergenza”.
Inoltre Bassetti si è anche accorto che “abbiamo avuto un inverno senza i contorni di una vera emergenza, almeno a livello ospedaliero”.
Anche Andrea Crisanti ha espresso delle perplessità circa un eventuale rinnovo dello stato di emergenza oltre il 31 marzo. Lo ‘zanzarologo’ ha infatti detto che una ulteriore proroga dello stato di emergenza sarebbe “una manifestazione del fatto che non ci si è adattati all’emergenza”.
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