La nuova variante Omicron preoccupa sempre di più gli esperti. Il coronavirus è mutato nuovamente e lo ha fatto in un modo che potrebbe arrecare gravi danni sanitari ed economici a livello mondiale, costringendoci quindi a compiere molti passi indietro.
Secondo quanto affermato dagli esperti, il virus potrebbe essere mutato in una persona immunodepressa, forse a causa dell’Aids che ancora colpisce il Sudafrica. Oppure a seguito di una malattia non curata in Botswana.
Il entrambi i Paesi la percentuale di persone vaccinate contro il Sars-CoV-2 è davvero molto bassa, rispettivamente 35% e 25%. Ma vediamo di capire perché questo nuovo ceppo mutato terrorizza così tanto gli esperti di tutto il mondo, tanto da indurli ad adottare nuovamente delle misure di sicurezza fin da subito.
La variante Omicron potrebbe sfuggire ai vaccini? Vediamo perché
La nuova variante B.1.1.259, che l’Oms ha rinominato Omicron basandosi sulla lettera greca progressiva rispetto alle ultime due identificate, preoccupa terribilmente gli esperti a causa del numero di mutazioni rilevate nel suo genoma e soprattutto per la loro localizzazione e tipologia.
Sono state infatti individuate più di 50 mutazioni in totale, 32 delle quali sulla proteina Spike. In questo caso quindi il ceppo presenta una proteina Spike del tutto differente rispetto a quella del coronavirus originale, isolato a Wuhan, contro il quale è stato sviluppato il vaccino.
Inoltre la proteina in questione presenta delle enormi differenze anche con quelle delle varianti isolate fino ad ora. Proprio per questo motivo gli scienziati di tutto il mondo temono che il nuovo ceppo possa compiere la tanto temuta “escape“, ovvero la capacità di eludere gli anticorpi prodotti dai vaccini attualmente in uso.
Questo renderebbe i vaccini molto meno efficaci o addirittura inoffensivi. Le case farmaceutiche si sono subito attivate, infatti Pfizer ha già annunciato l’arrivo di un nuovo siero aggiornato in circa 100 giorni.
Mutazioni della variante B.1.1.259
Tra le mutazioni rilevate nel genoma della variante Omicron ce ne sono alcune (4 per la precisione), collocate nella porzione della proteina Spike che lega gli anticorpi, siano essi naturali o prodotti in seguito alla somministrazione del vaccino). Ciò significa che gli anticorpi potrebbero avere dei problemi nel riconoscerla e quindi potrebero anche rivelarsi inefficaci.
Ma questo non è tutto. Nella porzione della proteina Spike in grado di legare il recettore ACE-2 presente sulla membrana delle cellule umane, sono state individuate ben 10 mutazioni. Per capire la gravità di questo dato basti pensare che la variante Delta ne presenta solamente 2.
Su Twitter, il genetista dell’Imperial College di Londra, Tom Peackock, che si occupa del sequenziamento delle varianti, ha definito B.1.1.259 come “orribile“.
Graziano Pesole, ordinario di Biologia Molecolare dell’Università di Bari e coordinatore del ramo italiano del progetto internazionale di sequenziamento Elixis, che riunisce 23 centri in tutto il Paese, durante un’intervista a il Sole 24 Ore ha espresso la propria preoccupazione circa la nuova variante.
“In questi mesi abbiamo incontrato molte varianti, qualcuna che tendeva a causare una malattia più grave, qualcuna che sembrava assicurare una maggiore insensibilità ai vaccini come la tanto temuta beta, che poi però si è persa, qualcuna che favoriva la circolazione virale. Alla fine ha prevalso la delta, che ha nella maggiore contagiosità la sia qualità principale”.
“Ciò che ci preoccupa maggiormente della nuova variante è che esprime un numero molto elevato di mutazioni, nell’ambito delle quali si trovano tutte queste caratteristiche insieme, un fatto emerso prima e che potrebbe renderla veramente ostica e capace di rendere i vaccini attuali molto meno efficaci, anche se è ancora presto per dirlo”.
Dunque sarà necessario attendere i risultati di ulteriori studi, già avviati in tutto il mondo, per avere un’idea ben precisa dell’efficacia che gli anticopri prodotti dagli attuali vaccini hanno contro la variante Omicron.
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