Il prezzo dell’energia continua ad essere in crescita, con il gas che prosegue la sua inarrestabile corsa verso nuovi record e previsioni per i prossimi mesi che sono tutt’altro che rassicuranti.

Secondo l’Authority a partire dal 2022 le bollette di gas e luce potrebbero subire degli aumenti insostenibili, e questi ulteriori rincari potrebbero andare ad incidere persino sulla normale vita condotta dalle famiglie italiane, con ripercussioni pesanti anche sull’industria e quindi sulla produzione di beni di ogni genere.

Ecco perché a preoccupare oggi non è lo spread, di cui tanto si sentiva parlare prima dell’emergenza Covid e relativa crisi economica prodotta da lockdown e restrizioni, bensì di PUN, acronimo che sta per Prezzo Unico Nazionale. Si tratta del prezzo di riferimento dell’energia elettrica in Italia acquistata in borsa.

In altre parole, se prima per misurare la solidità dell’economia del nostro Paese si prendeva come punto di riferimento soprattutto lo spread, adesso quel che dovremo tener d’occhio è proprio il PUN. È dal PUN infatti che dipendono gli importi che ci troveremo a pagare in bolletta, ed è un valore che viene pubblicato dal Gestore del Mercato Elettrico direttamente sul sito www.mercatoelettrico.org.

Se guardiamo i dati di preconsuntivo del terzo trimestre 2021 notiamo che il PUN per l’elettricità è aumentato del +65% rispetto al trimestre precedente, mentre l’aumento è addirittura del +195% se si confronta l’attuale prezzo con quello del livello medio dello stesso trimestre del 2020.

Il prezzo dell’elettricità in Italia è quindi triplicato, e questo principalmente per via dell’aumento del costo del gas naturale che, a sua volta, dipende da tutta una serie di fattori. La ripresa economica con l’impennata della domanda con l’inizio delle riaperture delle varie attività commerciali e la progressiva riduzione delle restrizioni imposte in chiave anti-contagio in primis.

Non solo, ad incidere sul rincaro del prezzo del gas anche l’arrivo di una stagione invernale che si sta rivelando particolarmente fredda se non altro nell’Europa centro-settentrionale, ma anche la forte domanda di gas da parte della Cina che ha impresso una forte spinta alla produzione specialmente nella prima metà del 2021.

In Italia circa il 40% dell’energia elettrica prodotta deriva dall’impiego di gas naturale, ed è per questo che l’aumento del prezzo del gas incide direttamente sui rincari nelle bollette della luce. Il fabbisogno energetico italiano infatti si basa prevalentemente sul gas,e cioè su centrali termoelettriche alimentate a metano.

L’intervento del governo, che ha stanziato in tutto 3,4 miliardi di euro per attutire l’impatto che gli aumenti nelle bollette di gas e luce avrebbero avuto sulle tasche degli italiani però non è sufficiente a scongiurare il peggio.

Il governo ha infatti introdotto alcuni bonus come il bonus sociale, che dovrebbe aiutare soprattutto le famiglie con reddito basso a far fronte all’impennata dei prezzi di gas e luce. A questo bonus sono stati destinati circa 450 milioni di euro che si tradurranno in uno sconto automatico sulle bollette che viene applicato già dal mese di ottobre.

La decisione dell’esecutivo guidato da Mario Draghi, almeno per il momento, è quella di andare a ridurre i costi fissi, vale a dire gli oneri di sistema che incidono sul prezzo della bolletta.

Ricordiamo che gli oneri di sistema sono dei costi fissi che vengono stabiliti direttamente dall’ARERA (Autorità Energia Elettrica e Gas) e sono gli stessi indipendentemente dal fornitore del servizio, andando ad incidere per il 20% circa sulle bollette della luce.

Questo intervento del governo si esaurirà però con la fine dell’anno, e non essendo previsto per il 2022 lascerà sia le famiglie che le imprese a fare i conti con rincari che tra l’altro saranno ancor più pesanti, andando ad incidere sui consumi, sulle catene produttive e sui trasporti fino a limitarli in maniera preoccupante.

L’Italia il Paese coi prezzi dell’energia più alti d’Europa

Se da una parte è innegabile che il problema riguarda anche gli altri Paesi europei, dall’altra dobbiamo però riconoscere che l’Italia è il Paese coi prezzi dell’energia più alti di tutto il Vecchio Continente.

Alcune forze politiche che sostengono il governo di Mario Draghi, ed in particolare la Lega di Matteo Salvini, hanno chiesto un intervento volto a ridurre il peso dei rincari che grava su famiglie e imprese.

“Gli aumenti vertiginosi sono ormai una vera emergenza economica e sociale” ha detto il leader del Carroccio “i tecnici della Lega sono al lavoro per presentare un documento parlamentare che permetta che anche l’Italia come tanti altri Paesi europei, possa partecipare alla ricerca per un futuro utilizzo del nucleare di ultima generazione, sicuro e pulito”.

Dalla stessa forza politica arriva anche un’altra proposta che dovrebbe alleggerire le spese a carico delle famiglie e delle imprese, quella di rottamare le cartelle esattoriali per gli anni 2018 e 2019.

Inoltre la Lega spinge per la riapertura dei termini di pagamento per le rate non pagate. Il leader leghista mesi fa aveva già chiesto al presidente del Consiglio Mario Draghi di mettere per iscritto che “l’aumento delle tasse non ci sarà” e che allo stesso modo “non ci sarà una patrimoniale”.

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