Non accenna a ridursi il prezzo del gas, anzi continua a segnare ulteriori aumenti. In particolare il costo del gas naturale americano è cresciuto del +6,5% raggiungendo quota 5,62 dollari, mentre il gas europeo, il TTF di Amsterdam ha segnato una crescita del +4,1%.
A spingere al rialzo i prezzi è anche la forte richiesta che arriva dalla Cina, proprio come preannunciato da Mosca appena una settimana fa. Il Cremlino aveva infatti avvisato che Pechino avrebbe incrementato l’importazione di gas dalla Russia, infatti l’attesa è di chiudere il 2021 con un incremento delle esportazioni verso la Cina del +17%.
La forte domanda di gas su scala globale porterà la seconda maggiore economia del mondo a divenire il più grande importatore mondiale conquistando così un primato che fino ad ora apparteneva invece al Giappone. Una previsione confermata anche dalla società di ricerca energetica Wood Mackenzie.
La domanda globale di gas naturale liquefatto è talmente forte che si registra la carenza di navi necessarie per il trasporto della materia prima in Asia. Ad evidenziare questo ulteriore ostacolo è la stessa agenzia Bloomberg, che fa notare come la carenza energetica globale sia destinata a peggiorare ancora durante l’inverno.
Subiscono quindi un’inevitabile impennata anche i prezzi per il trasporto, con il tasso di noleggio di un’imbarcazione con destinazione Oceano Pacifico che balza ai massimi degli ultimi nove mesi proprio per via del fatto che un sempra maggior numero di navi salpa dagli Stati Uniti per raggiungere il Paese asiatico.
Non bisogna poi tralasciare un altro aspetto, quello di quei gruppi americani dell’energia che “hanno aggiunto progetti relativi al gas naturale liquefatto al proprio portafoglio tra le aspettative di un aumento della domanda globale” come si legge su MilanoFinanza.
Intanto la Cheniere Energy, secondo quanto riportato dal Financial Times, nei giorni scorsi ha richiesto l’approvazione per un nuovo progetto in Texas proprio in vista della forte domanda globale di gas, ed in particolare della richiesta che arriva dalla Cina, per la quale è stato già firmato un accordo con Pechino della durata di 12 anni.
Fraser Carson, analista sul gas di Wood Mackenzie, ha ricordato che “le tariffe di noleggio spot sono aumentate costantemente dalla fine di settembre e ci aspetteremmo che questo continui mentre entriamo nella stagione degli scambi invernali”.
“I carichi saranno necessari per le consegne sia verso l’Europa che l’Asia durante l’inverno e la misura in cui vengono ritardate peserà sull’aumento delle tariffe di noleggio e sui tempi di invio della materia prima” ha sottolineato ancora l’esperto.
Il carichi di gas naturale liquefatto disponibili per soddisfare la domanda di Europa e Cina sono in quantità via via inferiore, e nel frattempo le autorità cercano di rafforzare le scorte disponibili in vista dell’arrivo della stagione fredda ormai alle porte.
Stando ai dati di Spark Commodities, le tariffe per il trasporto del gas verso l’Asia sono attualmente scambiate a 203.500 dollari al giorno, e si tratta del valore più alto registrato negli ultimi 9 mesi.
Ci sono anche armatori che hanno chiesto per il trasporto tra i 220 e i 275 mila dollari al giorno, superando così il record di 231.500 dollari che era stato registrato all’inizio del 2021.
Alle condizioni attuali la tariffa spot per noleggiare una nave nel Pacifico per l’Atlantico viaggia a premio. Una situazione che va avanti ormai da una settimana, e si tratta di un evento insolito che si era verificato in precedenza l’ultima volta durante l’inverno del 2018 sempre secondo Wood Mackenzie.
E per il prossimo futuro sono previsti ulteriori aumenti delle tariffe, infatti secondo gli esperti entro la fine del 2021 si registrerà un nuovo picco proprio in concomitanza con l’abbassamento delle temperature e il conseguente aumento della domanda di forniture di gas. Lo stesso periodo in cui i produttori australiani incrementano la produzione.
Il gruppo energetico Woodside Petroleum ha già annunciato che mira a vendere un maggior numero di carichi spot per sfruttare il rally dei prezzi del gas naturale.
Un miglioramento dell’equilibrio tra domanda e offerta di gas naturale nel mercato europeo, tuttavia, non sarebbe previsto nel prossimo futuro secondo le previsioni di Mosca. Sembra quanto meno esserne convinto il vice primo ministro Alexander Novak, che ne ha parlato nel corso di un incontro con il presidente Vladimir Putin e i membri del governo russo.
Novak, secondo quanto riportato dall’agenzia di Stato Tass, avrebbe parlato di una “situazione preoccupante”. “Finora purtroppo, non vediamo che l’equilibrio tra domanda e offerta in Europa si riassesterà nel prossimo futuro” ha detto il vice premier che ha spiegato come molto dipenda da quanto sarà marcato il calo delle temperature con l’arrivo dell’inverno, ma anche dal livello della domanda di gas in Europea e negli altri mercati.
“Naturalmente tutto ciò è preoccupante, soprattutto nelle industrie che interessano la produzione di beni di prima necessità e cibo” ha detto ancora il vice primo ministro Novak che ha parlato senza mezzi termini di una situazione sul mercato del gas “grave”.
I prezzi del gas naturale nel mercato globale sono infatti aumentati di 3,5 volte dall’inizio dell’anno, e nonostante questo Mosca prevede “un aumento significativo della domanda di gas nei Paesi della regione Asia-Pacifico nel 2021, in particolare in Cina (+17%), Corea del Sud (+18%)” e in generale la domanda nei Paesi di quest’area dovrebbe crescere del 7-8% circa entro la fine dell’anno.
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