Mentre in Italia il presidente del Consiglio Mario Draghi conferma in conferenza stampa che ci sarà una terza dose del vaccino con priorità per le persone fragili e per gli anziani, in Israele non solo la somministrazione della terza dose è già iniziata e ha già interessato oltre 2 milioni e mezzo di cittadini, ma si sta valutando di procedere con la quarta dose.
È quanto confermato proprio sabato dal direttore dello Ziv Medical Center, Salman Zarka, considerato il punto di riferimento del governo israeliano nella gestione della vicenda Covid-19.
Zarka ha infatti chiesto al Paese di iniziare a prepararsi per la somministrazione della quarta dose del vaccino contro il Covid-19. “Dal momento che il virus c’è e continuerà ad esserci, dobbiamo anche preprarsi per una quarta iniezione” ha detto infatti l’esperto israeliano parlando ai microfoni della radio pubblica di Kan.
Ancora però non è stato chiarito, né da Zarka né da altri esponenti del governo israeliano quando esattaemente si potrebbe iniziare con la somministrazione della quarta dose di vaccino nel Paese.
Tra le informazioni che invece sono state divulgate circa la quarta dose, è stato lo stesso Zarka a specificare che il prossimo richiamo potrebbe essere modificato per proteggere meglio i vaccinati dalle nuove varianti del Sars-nCoV-2, a cominciare proprio dalla variante Delta. “Questa è la nostra vita d’ora in poi, a ondate” ha aggiunto l’esperto.
Zarka: “ogni 5 o 6 mesi avremo bisogno di una nuova dose”
Salman Zarka comunque aveva già fatto accenni a questa possibilità nel corso di una intervista rilasciata il mese scorso a The Times of Israel. In quella occasione aveva affermato: “Sembra che se impariamo la lezione della quarta ondata, dobbiamo considerare la possibilità di ulteriori ondate con nuove varianti, come quella nuova del Sud America”.
“E pensando a questo e all’indebolimento dei vaccini e degli anticorpi, sembra che ogni pochi mesi – potrebbe trattarsi di una volta l’anno o di cinque o sei mesi – avremo bisogno di una nuova dose”.
Zarka ha anche affermato di aspettarsi che tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022 lo Stato di Israele sarà in grado di fornire ai propri cittadini dosi di vaccino particolarmente adatte ad offrire protezione contro le nuove varianti.
In Israele somministrate oltre 2,5 milioni di terze dosi
Su una popolazione di meno di 40 milioni di abitanti, ad aver ricevuto la somministrazione della terza dose sono oltre 2,5 milioni di persone. Israele, lo ricordiamo, è il primo Paese al mondo ad aver deciso di somministrare la terza dose di vaccino, iniziando ufficialmente la campagna per il richiamo il 1° agosto 2021.
Inizialmente la terza dose era destinata solo agli over 60, ma poi la somministrazione ha iniziato a riguardare tutte le fasce di età via via più basse. A partire dalla scorsa settimana infatti la terza dose può già essere somministrata agli over 12 che hanno ricevuto la seconda dose almeno 5 mesi fa.
Green Pass Israele, la durata dopo la terza dose è di sei mesi
A fornire qualche delucidazione sull’aspetto del funzionamento del passaporto vaccinale in Israele è stato lo stesso ministro della Salute. In Israele il sistema del Green Pass funziona più o meno come in Italia, il che significa che per accedere a determinati luoghi e attività pubblici è necessario esibire il lasciapassare.
Ma per quanto riguarda la validità, se in Italia il pass vale 9 mesi a partire da 15 giorni dopo la somministrazione della seconda dose, in Israele i tempi sono leggermente diversi.
Il Ministro della Salute ha infatti specificato che il “Green Pass scadrà sei mesi dopo che il soggetto vaccinato ha ricevuto la seconda o la terza dose”. Ciò lascerebbe intendere che la quarta dose del vaccino sarà somministrata già dopo 6 mesi dalla terza dose.
In Israele ancora molti nuovi casi e molti ricoveri
Nonostante una così massiccia campagna vaccinale nello Stato di Israele i risultati non sono poi così esaltanti né per quel che riguarda la diffusione del contagio, né dal punto di vista di ricoveri e decessi.
Dal ministero della Salute infatti fanno sapere che venerdì si sono registrati 11.269 nuovi casi rispetto al giorno precedente, quindi leggermente meno come valore assoluto rispetto al record degli 11.274 nuovi casi registrati mercoledì.
All’incremento dei nuovi casi cui si assiste in Israele non sembra più corrispondere un altrettanto elevato picco di ricoveri e decessi. Domenica scorsa si contavano in tutto 753 casi gravi, mentre adesso (venerdì 3 settembre) in tutto sono solo 654 le persone ricoverate per Covid-19 in condizioni gravi.
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