Non si tratta di qualche sporadico incendio, ma di una vera catastrofe specie per le Regioni del centrosud, con ettari su ettari di vegetazione bruciata in particolare in Calabria, ma anche in Sardegna e in Sicilia.
Davanti ad un simile disastro ambientale non ci si può che porre qualche doverosa domanda: ma sciogliere il corpo forestale era proprio necessario? La sofferta (si fa per dire) decisione fu presa dal governo Renzi, che pensò di assorbire il corpo forestale nell’arma dei Carabinieri, il tutto naturalmente al grido di: ‘ce lo chiede l’Europa’.
E già perché all’Europa, nella sua infinita lungimiranza, non bastava che in Italia si smantellasse il sistema sanitario, anche il Corpo forestale tutto sommato era di troppo, o così quanto meno la pensava evidentemente Matteo Renzi, motivo per cui decise di farlo ‘finire in soffitta’.
Al momento siamo alle prese con una situazione tutt’altro che rosea però, perché quel Corpo Forestale in fondo un suo compito nell’insieme delle cose lo svolgeva, e anche piuttosto bene evidentemente visto che da quando è stato sciolto il numero di incenti in Italia è aumentato esponenzialmente.
Ora che abbiamo perso altre migliaia di ettari di vegetazione con relativi danni ambientali ed economici, arriveranno i ristori di Mario Draghi, l’ennesima toppa che dovrebbe dare l’illusione che questa barca può ancora galleggiare. Il presidente del Consiglio ha infatti annunciato un piano di “ristori per le persone e le imprese colpite, insieme con un piano straordinario di rimboschimento messa in sicurezza del territorio”, insomma ci pensa lui.
Ma intanto ci sono enormi danni ambientali e non solo ancora da quantificare, senza contare che la stagione degli incendi è tutt’altro che finita, e qualche domanda ce la si dovrà pur porre.
Difficile se non impossibile fare una stima dei danni, così come difficile è stabilire le cause degli incendi che stanno devastando il nostro territorio. Ovviamente il gran caldo e la scarsità di precipitazioni specie nelle aree del Sud gioca il suo ruolo, ma su questo c’è poco da fare.
Si fa strada però il sospetto che una parte degli incendi sia di origine dolosa e che ci sia un vero e proprio disegno criminale dietro, senza contare le responsabilità delle autorità che quanto a controllo e gestione attiva del territorio di certo fin qui non hanno espresso il meglio di sé.
Senza il corpo forestale incendi in aumento del 600%
E poi c’è la questione scioglimento del Corpo Forestale voluto da Matteo Renzi quando era premier. Ma quanto incide questo fattore? A quanto pare molto, almeno stando a quanto si legge su un articolo pubblicato su La Stampa dove si afferma che dal momento in cui il Corpo forestale è stato sciolto da Renzi per una spending review gli incendi in Italia sono aumentati del 600%.
Il corpo forestale in Italia c’è dal lontano 1822, ed è stato soppresso solo durante il periodo fascista, quindi 100 anni dopo o giù di lì, per poi tornare con la nascita della Repubblica. I compiti del Corpo Forestale vanno dalla difesa del patrimonio agroforestale italiano al controllo della filiera agroalimentare fino alla tutela ambientale e paesaggistica.
Altri 80 anni o poco meno e il Corpo Forestale finisce per essere messo nuovamente da parte. Questa volta non è una decisione del duce ma del rottamatore di Rignano che con la riforma Madia sulla riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche fa sciogliere il Corpo forestale.
La riforma era stata presentata nel 2015 dal governo Renzi, ed è poi entrata in vigore l’anno seguente, il 13 settembre 2016 per l’esattezza. Cosa succede con questa riforma? Di fatto viene sciolto il Corpo e gran parte dei forestali che in tutto arrivano a poco meno di 8.000 unità, vengono assorbiti dall’Arma dei Carabinieri, mentre i restanti, con specializzazioni in servizi antincendio, vengono assegnati ai Vigili del Fuoco.
La decisione ha subito fatto nascere alcune polemiche, ci sono state proteste e ricorsi ma alla fine nell’aprile del 2019 la Corte Costituzionale si è pronunciata e ha stablito che lo scioglimento del Corpo Forestale dello Stato era legittimo.
L’obiettivo dello scioglimento è da ricercarsi nella necessità di quell’esecutivo di risparmiare in tre anni circa 100 milioni di euro. Una spending review all’insegna dei tagli della spesa pubblica che ora stiamo pagando con decine di migliaia di ettari di terreno in fiamme.
Dall’inizio dell’anno in Italia sono bruciati infatti oltre 100.000 ettari di terreno ed il nostro Paese ha così conquistato un altro primato del quale avremmo fatto volentieri a meno. Ora che siamo maglia nera d’Europa per superficie bruciata dagli incendi una parte dell’opinione pubblica ricorda la triste scelta di Renzi.
Quanto al porvi rimedio, attualmente in Parlamento ci sono tre proposte di legge attraverso le quali si potrebbero gettare le basi per la nascita di una nuova polizia ambientale civile, ma di concreto per il momento è stato fatto ben poco.
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