Si accelera con la campagna vaccinale in Italia, si cerca di somministrare le dosi anche ai minori di 18 anni, e qualcuno propone vaccini anche per bambini sotto i 12 anni. Se all’inizio si diceva che bisogna vaccinare almeno il 70% della popolazione per raggiungere l’immunità di gregge, ora si inizia a parlare dell’80% e tuttavia c’è un piccolo dettaglio del quale si parla molto poco: l’immunità di gregge non si può raggiungere.
Ne è certo il direttore dell’Oxford Vaccine Group, Sir Andrew Pollard, che è uno degli scienziati che ha partecipato agli studi sul vaccino di AstraZeneca. Secondo il professore, che ha parlato in una audizione al Parlamento del Regno Unito, nonostante l’importanza dei vaccini nel prevenire le forme più gravi della malattia, questi non sono in grado di impedire alle persone di contagiarsi e trasmettere il virus.
L’esperto sottolinea quindi che il Sars-nCoV-2 non è come il morbillo, anche i soggetti vaccinati possono contagiarsi e contagiare, quindi non ci sarà nessuna immunità di gregge bensì uno scenario ben diverso che peraltro è stato indicato come obiettivo da raggiungere sin dal principio in Paesi come la Svezia dove non sono state imposte misure restrittive e lockdown.
Con il Coronavirus non ci sarà nessuna immunità di gregge
Non dovrebbe sorprendere più che tanto il fatto che non sia possibile arrivare alla tanto agognata immunità di gregge attraverso la somministrazione di un vaccino che non è in grado di immunizzare contro la malattia.
Una notizia che tuttavia lascerà non pochi lettori spiazzati, lettori che magari hanno già ricevuto la propria brava dose nella speranza di poter riavere indietro le libertà e la normalità perdute.
“Con la variante Delta del coronavirus è impossibile raggiungere l’immunità di gregge, perché questo virus non è come il morbillo” spiega Sir Andrew Pollard precisando che “se il 95 per cento delle persone è stato vaccinato contro il morbillo, il virus non può trasmettersi nella popolazione. Ma la variante Delta infetterà ancora le persone che sono state vaccinate”.
Un concetto semplice e chiaro che anche un bambino dovrebbe essere in grado di comprendere. “Questo significa” spiega il direttore dell’Oxford Vaccine Group “che chiunque non sia ancora vaccinato a un certo punto incontrerà il virus e non abbiamo nulla che possa fermare completamente quella trasmissione”.
Niente immunità di gregge ma avremo un virus endemico
Lasciare che il virus possa circolare proteggendo in maniera mirata i soggetti fragili affinché possa divenire endemico è sempre stata la linea del governo di Stoccolma, e ad ascoltare le parole del professor Andrew Pollard sembra proprio che sia questo il massimo che si riuscirà ad ottenere con o senza vaccini.
Senza nulla togliere al ruolo che i vaccini dovrebbero essere in grado di giocare nel prevenire la forma grave della malattia e ridurre così i decessi (che come abbiamo visto riguardano soggetti con un’età media di 80 anni e due o più gravi patologie pregresse) ben poco possono fare nell’impedire al virus di circolare in quanto non sono in grado di impedire ad una persona vaccinata di contrarre il virus.
Con la variante Delta insomma le reinfezioni sono possibili. Secondo un recente studio dell’Imperial College di Londra le persone tra 18 e 64 anni che hanno ricevuto entrambe le dosi del vaccino hanno circa il 49% di probabilità in meno di contrarre il virus rispetto ai non vaccinati.
Risultato? Non potrà esserci nessuna immunità di gregge, nemmeno se si arriverà a vaccinare il 95% della popolazione. Il Sars-nCoV-2 diventerà endemico secondo il professor Andrew Pollard, prospettiva che moltissimi scienziati peraltro già sostenevano da tempo con convinzione. Il virus secondo gli esperti continuerà a circolare ancora per molto tempo ma dovrebbe diventare sempre meno aggressivo.
Secondo un recente sondaggio effettuato dalla rivista Nature nel quale vengono coinvolti oltre 100 scienziati, circa 9 di loro su 10 era convinto che il virus sarebbe diventato endemico, vale a dire un virus che continua a circolare con nuovi picchi nel momento in cui le condizioni diventano più favorevoli alla sua trasmissione.
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