Manca meno di un mese e mezzo alla riapertura delle scuole, e quest’anno è legittimo aspettarsi che si possa finalmente tornare alla scuola in presenza senza costringere specie gli studenti più giovani a ripiegare sulla cosiddetta Dad (Didattica a distanza) che così poco ha da offrire sotto l’aspetto dell’apprendimento a 360 gradi.
D’altra parte fino alla fine dell’anno scolastico 2020-2021 le autorità hanno deciso di sacrificare l’istruzione ed il benessere psico-fisico delle nuove generazioni con il dichiarato intento di proteggere le fasce più vulnerabili della popolazione, anziani in primis.
Oggi oltre il 90% delle persone con più di 80 anni sono completamente vaccinate e, quindi, protette dalla forma grave della malattia. Inizia a diventare difficile usare ancora una volta lo stesso pretesto per impedire ai nostri figli di ricevere un’istruzione adeguata e soprattutto avere dei rapporti umani degni di tale definizione.
Proteggere gli anziani attraverso la somministrazione del vaccino, come già fatto ormai da mesi visto che le fasce deboli hanno giustamente avuto la priorità, evidentemente non basta a scongiurare nuove chiusure. Rischiano infatti di richiudere le attività commerciali, e rischiano di chiudere persino le scuole.
Ma se le fasce di popolazione che intasavano le terapie intensive e i reparti Covid sono state protette dalla forma grave della malattia attraverso la somministrazione del vaccino, in che modo il Sistema Sanitario Nazionale potrebbe ritrovarsi in affanno se il vaccino, come gli stessi esperti cui si affida il governo affermano, funziona? Non è dato avere risposte che seguano la logica aristotelica, quel che sappiamo è che se le scuole chiuderanno di nuovo sarà colpa dei non vaccinati.
Verso l’obbligo vaccinale per personale Ata e docenti
Per la riapertura “in sicurezza” delle scuole l’esecutivo guidato da Mario Draghi chiede in cambio la somministrazione del vaccino a tutti i docenti e al personale amministrativo, tecnico e ausiliare che opera nel contesto scolastico.
Naturalmente non si può chiedere che si vaccinino per proteggere gli studenti, visto che i più giovani non sviluppano praticamente mai la forma grave della malattia. Né per proteggere gli anziani e i soggetti fragili, visto che sono stati vaccinati essi stessi. Lo scopo dovrebbe essere quello di ridurre ulteriormente la circolazione del virus, come se la circolazione in sé fosse un rischio per la salute pubblica e non invece la malattia da cui, a quanto pare, il vaccino è in grado di proteggere.
Le misure che il governo Draghi intende mettere in campo devono essere fissate prima della pausa estiva, apprendiamo dalla stampa nazionale, in modo che possano diventare operative entro la fine di agosto.
I tecnici dei vari ministeri stanno lavorando sul piano da mettere in atto sulla base delle priorità indicate da Mario Draghi il quale, tra il 5 e il 6 agosto dovrebbe tenere una conferenza stampa con la quale illustrerà i provvedimenti che il governo si appresta a mettere in campo.
Uno di questi provvedimenti, stando a quanto riportato tra gli altri media nazionali anche da La Repubblica, sarebbe quello di rendere obbligatorio il vaccino anche per tutto il personale scolastico, dai docenti agli addetti Ata i quali dovranno offrire il braccio alla siringa e ricevere almeno la prima dose entro il 12 settembre, in caso contrario scatterà la sospensione.
Nella giornata di oggi, 27 luglio, è previsto l’incontro con i sindacati. Al tavolo siederanno prima i rappresentanti della struttura commissariale e poi il ministro Bianchi, ma difficilmente vi sarà spazio per soluzioni diverse da una sostanziale imposizione del vaccino per tutti i docenti ed il personale Ata.
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