Ha confermato il suo giudizio sull’economia italiana l’agenzia internazionale di rating Fitch, che ha assegnato un BBB- con outlook stabile, ed ha previsto una crescita del PIL intorno al +4,8%, superiore quindi alle previsioni dell’Istat che indica invece un +4,7%.
Fitch prevede una crescita del PIL del +4,8% per il 2021
A inizio dicembre 2020 la stima sulla crescita per l’Italia indicava +4,5% per il 2021 ed un +4,3% per il 2022, quindi il rating di Fitch indica un netto miglioramento delle previsioni. Se quest’analisi dovesse confermarsi corretta, allora lo scenario risulterebbe coerente con un ritorno del livello del PIL ai valori precedenti al primo lockown entro l’ultimo trimestre del 2022.
Fulcro su cui, secondo l’agenzia Fitch, fa leva la ripresa dell’Italia è prima di tutto la politica economica della BCE, che dovrebbe assicurare che non vi saranno sorprese riguardanti il debito pubblico ormai alle stelle, e il potenziale di sviluppo economico che dovrebbe essere rappresentato dal Recovery Plan.
Attraverso il Recovery Plan infatti il rimbalzo tanto atteso per il dopo pandemia dovrebbe essere reso duraturo e stabile, e nel frattempo ci si aspetta che si registri una “forte ripresa nella seconda metà dell’anno”.
Fitch: il governo Draghi durerà fino al 2023
Secondo la nota agenzia di rating il governo dell’ex presidente della Bce durerà fino alla fine della legislatra. Mario Draghi non verrà disarcionato almeno fino all’elezione del nuovo presidente della Repubblica, in programma per il febbraio 2022, e probabilmente porterà il governo al capolinea cioè fino alle elezioni politiche della primavera 2023.
Si prevede che il governdo Draghi completi il programma di riforme che comprende interventi per la riorganizzazione della Pubblica Amministrazione, sulla Giustizia e sulla competitività. Allo stesso modo ci si aspetta che vada in porto la tanto attesa riforma fiscale soprattutto grazie all’ampia maggioranza di cui gode sia alla Camera che al Senato.
Tuttavia qualche ostacolo potrebbe essere rappresentato dall’eterogeneità della maggioranza che sostiene l’attuale premier, composta da partiti che abbracciano la pressoché totalità delle forze politiche che siedono in Parlamento, dalla destra di Salvini alla sinistra di Liberi e Uguali. Qualche ‘rogna’ potrebbe venir fuori ad esempio nell’ambito dell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).
Il debito pubblico italiano è sotto controllo?
Per quanto riguarda l’inflazione non si esclude la possibilità che si vada nei prossimi mesi verso una crescita del suo livello, cosa che preoccupa da alcune settimane anche le Borse. Si tratta comunque di uno scenario tutt’altro che certo, nel quale la Bce potrebbe inasprire la propria politica monetaria.
Su questo comunque non resta che attendere il rating di Standard & Poor e il suo giudizio sulla sostenibilità del debito pubblico italiano. Ricordiamo che la valutazione di aprile era quella di un BBB con outlook stabile.
Dall’Ue sembrano, almeno per il momento, escludere gli scenari più pessimistici, anche se si parla di rischi “alti” per quel che riguarda la sostenibilità del debito pubblico dell’Italia nel medio termine.
Le previsioni dell’Istat confermano quelle di Fitch
Se Fitch ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita del PIL dell’Italia indicando in un +4,8% il dato relativo alla crescita stimata per il 2021, le previsioni dell’Istat non si sono discostate di molto.
Secondo l’istituto di statistica italiano la crescita del PIL italiano si attesterà nel 2021 intorno al +4,7%, toccando invece il +4,4% nel 2022. Anche in questo caso le stime sono state riviste al rialzo visto che a dicembre si prevedeva di chiudere il 2021 con un +4,4%.
L’Istat ha evidenziato come nei primi mesi del 2021 si è registrata una decisa ripresa del commercio mondiale, accompagnata da un progressivo miglioramento della produzione. Tuttavia le tempistiche della ripresa dell’economia variano da Paese a Paese.
Secondo l’Istat nel biennio 2021-2022 la crescita del PIL sarà determinata dalla domanda interna al netto delle scorte, trainata dagli investimenti e con un’importante incremento della spesa delle famiglie e delle Isp.
A migliorare il quadro economico italiano dovrebbe contribuire anche la domanda estera netta, con un apporto stimabile intorno al +0,1% per l’anno corrente ma con un -0,1% per il 2022.
Per quanto riguarda il tasso di disoccupazione, il quadro delineato dall’Istat non è dei migliori. Nonostante la previsione tutto sommato positiva per quel che riguarda la crescita del PIL, che comunque si attesterebbe su valori che sono quasi la metà della crescita prevista per il PIL del Regno Unito (+7,8%), il livello della disoccupazione resterebbe in ogni caso alto.
Si prevede che nonostante dal punto di vista dell’occupazione, misurata in termini di ULA, si possa registrare per il 2021 una crescita del +4,5%, che diventerebbe +4,1% nel 2022, in termini di disoccupazione si continuerà ad assistere ad un incremento tutt’altro che rassicurante.
Il tasso di disoccupazione infatti potrebbe continuare a salire nel 2021 fino a toccare il 9,8%, e che possa registrare un calo comunque lieve, solo nel 2022 quando dovrebbe raggiungere il 9,6%.
Nell’analisi elaborata dall’Istat vengono presi in considerazione gli effetti dell’introduzione progressiva degli interventi inseriti nel Pnrr. Inevitabilmente però si dovranno fare i conti con l’effettiva possibilità di realizzare concretamente il piano e raggiungere gli obiettivi fissati dal governo Draghi.
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