Mentre la maggior parte dei cittadini ha accettato supinamente quanto sta accadendo, e confida nel fatto che le istituzioni stiano facendo tutto il possibile per tutelare la salute e il benessere della popolazione, e che tutte le misure di contenimento del virus imposte sin dall’inizio siano sempre state volte a proteggere i cittadini, altri hanno continuato e continuano ancora oggi a porsi delle domande.

Ed una delle domande che vale sicuramente la pena di porsi è: esistono delle cure efficaci contro il Covid? La risposta è al tempo stesso no ma anche sì. Non vi sono cure ritenute efficaci contro il Covid-19 se per cure efficaci si intende cure approvate dal ministero della Salute, ma se quel che vogliamo sapere è se chi ha contratto il covid ha di fatto la possibilità di seguire delle terapie che funzionano, allora la risposta è sì.

Come si cura il Covid, i protocolli del ministero della Salute

Si parla molto di quel che bisogna fare per prevenire il contagio, ed è infatti nell’ambito della prevenzione che si collocano tutte le misure restrittive e di contenimento che in Italia sono state imposte dal governo Conte prima e dal governo Draghi poi.

Tutti abbiamo sentito parlare di quanto sia importante indossare sempre la mascherina nei luoghi chiusi e, perché no, anche all’aperto. Ed è fino alla noia che abbiamo sentito e sentiamo ripetere che è necessario mantenere il distanziamento sociale, tanto al chiuso quanto all’aperto, al fine di prevenire il contagio, così come più e più volte è stata ribadita la pericolosità degli assembramenti.

Qualche dubbio però sulla validità di queste linee guida qualcuno lo ha sempre avuto, qualche giornalista indipendente, ma soprattutto una sorprendentemente lunga lista di esperti, professori, dottori e scienziati, che studi scientifici alla mano hanno spiegato quanto alcune misure in particolare come l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto, o il coprifuoco, non abbiano alcuna base scientifica.

Per quel che riguarda l’aspetto della prevenzione insomma la linea del governo lascia molto a desiderare, e se di quel che ciascun cittadino è tenuto a fare per evitare di contagiarsi e contagiare si parla in modo ossessivo, di quello che invece bisogna fare una volta che si è contratto il virus si parla decisamente meno. Insomma la domanda é: se mi ammalo di Covid-19 cosa devo fare per curarmi?

Il ministero della Salute non ha ancora approvato alcuna terapia o protocollo ufficiale per curare il Covid-19, quindi chi si ammala di Covid, stando alle indicazioni del ministero, deve fare solo due cose: assumere Tachipirina (paracetamolo) e restare in vigile attesa

In sostanza quindi chi si ammala di Covid-19, almeno stando alle linee guida del ministero della Salute, non deve fare praticamente nulla, non viene suggerita nessuna delle terapie attualmente conosciute.

Le indicazioni sono quelle di assumere paracetamolo e aspettare, dopodiché possono succedere due cose: o si guarisce (da soli, senza aver di fatto applicato alcun protocollo di cura in quanto la Tachipirina non è una cura) o si finisce in ospedale quando la malattia è già in stato avanzato con tutto ciò che ne deriva.

La questione delle cure domiciliari

Molti medici hanno deciso in coscienza di non seguire queste linee guida, hanno preferito visitare i pazienti quando possibile e prescrivere delle cure specifiche basate sulla storia clinica. Un gruppo di medici ha anche fatto ricorso al tar del Lazio per chiedere l’approvazione delle terapie domiciliari, ma per il momento con scarsi risultati a seguito del ricorso presentato dal ministro della Salute Roberto Speranza al Consiglio di Stato.

Curare i pazienti a casa per qualche ragione non meglio argomentata, non va bene secondo il ministero. E ciò appare quanto mai bizzarro visto che è dall’inizio che ci viene ripetuto che gli ospedali sono in affanno, che i reparti di terapia intensiva sono pieni, e che di conseguenza è necessario inasprire le misure restrittive e operare ulteriori strette sulle chiusure delle varie attività.

Ma curare i pazienti a casa è davvero possibile nel caso di malati di Covid-19? A quanto pare sì, infatti esistono già diversi gruppi di medici che si sono organizzati in modo da poter offrire il proprio aiuto ai pazienti da casa, come ad esempio i medici del Movimento Ippocrate.org.

Tuttavia sulle cure domiciliari il governo non ha investito nulla, anzi, l’unica azione concreta intrapresa ad oggi è quella del ministro Speranza che ha fatto ricorso contro la sentenza del Tar che aveva accolto l’appello dei medici a favore delle cure domiciliari.

L’unica strada che viene indicata come valida e assolutamente da percorrere è quella delle vaccinazioni. Stiamo parlando di un vaccino sperimentale che stando al piano di vaccinazioni dovrebbe essere somministrato ad almeno il 70% della popolazione, e che in seguito dovrà essere ripetuto ogni anno.

Eppure la strada delle cure domiciliari consentirebbe di ridurre il numero dei decessi Covid in quanto l’approccio sarebbe tempestivo, e invece di attendere che il quadro clinico si complichi per poi arrivare al ricovero, si avrebbero circa 5-10 giorni di anticipo per affrontare efficacemente la malattia.

In secondo luogo poi la strada delle terapie domiciliari spezzerebbe il circolo vizioso in quanto permetterebbe da subito di ridurre la pressione sul sistema ospedaliero con meno pazienti nei reparti Covid e nelle terapie intensive, di conseguenza non sarebbe necessario imporre misure restrittive e far chiudere le attività.

Infatti anche nell’ipotesi in cui ciò dovesse effettivamente produrre un aumento del numero dei contagi, questo non sarebbe accompagnato da alcuna emergenza sanitaria in quanto si tratterebbe di una malattia che non solo ha un tasso di mortalità estremamente basso, ma che non necessiterebbe neppure di ospedalizzazione per la stragrande maggioranza dei casi.

Esistono cure efficaci contro il Covid?

Ma se esistessero davvero delle cure efficaci contro il Covid-19, delle terapie in grado di curare i pazienti da casa con buone probabilità di successo anche grazie ad un intervento tempestivo, e non successivo alla ‘vigile attesa’ prescritta dal ministero della Salute in base alla quale una volta preso il Covid o si guarisce senza fare nulla o si finisce ricoverati in ospedale, l’opinione pubblica non ne sarebbe al corrente?

Evidentemente no, come viene spiegato con dovizia di particolari in questo video di Contro.tv, dal titolo Covid le cure proibite, in cui si svolge un’analisi approfondita fondata esclusivamente su numeri e dati ufficiali, di qual è la situazione in Italia e in altri Paesi del mondo per quel che riguarda le terapie contro il Covid-19.

All’opinione pubblica è stata proposta una narrazione alquanto distante dalla realtà dei fatti, e dell’efficacia di alcune terapie nel trattamento del Covid-19 tv e giornali hanno parlato poco e niente.

La maggior parte delle persone si è così convinta che non esistano cure per il Covid, e che l’unica soluzione è la prevenzione attraverso il vaccino, proposto come unica via d’uscita.

Eppure quando a prendere il Covid sono stati dei personaggi molto in vista, come Silvio Berlusconi o Flavio Briatore, non esattamente dei giovanotti tra l’altro, non è stato seguito il protocollo della tachipirina e vigile attesa, si è invece agito tempestivamente con farmaci specifici che hanno permesso loro una rapida guarigione.

Nel caso di Briatore (71 anni) il Covid è arrivato l’estate scorsa, è stato subito ricoverato al San Raffaele e dopo tre giorni è stato dimesso. Anche a Donald Trump è andata piuttosto bene, è stato ricoverato e sottoposto ad una terapia a base di idrossiclorochina e dopo appena un paio di giorni scoppiava di salute.

Stesso discorso per Silvio Berlusconi (84 anni) che è stato ricoverato e dopo una settimana è stato dimesso. Per loro nessuna vigile attesa e niente paracetamolo, la terapia era basata su farmaci specifici e su un intervento tempestivo volto ad evitare il rischio di un aggravarsi della situazione.

Riguardo il ricovero di Berlusconi non possiamo non ricordare le parole del suo medico curante, Alberto Zangrillo, il quale ha candidamente ammesso che con la carica virale che aveva il Cavaliere, se il Covid fosse arrivato un anno prima per lui non ci sarebbe stato scampo. Come mai? Perché se all’inizio non si sapeva niente del virus e non vi erano terapie o farmaci di dimostrata efficacia, in seguito le cose sono cambiate.

E non si tratta di farmaci costosi che ‘solo i ricchi possono permettersi’, bensì di farmaci alla portata di chiunque, ma soprattutto si tratta di un approccio completamente diverso.

In questi casi infatti l’idea di aspettare e pregare non è stata minimamente presa in considerazione, però quando si tratta di comuni cittadini sono proprio queste le direttive del ministero della Salute, e se qualche medico curante decide di indicare una terapia diversa e prescrive dei farmaci specifici, lo fa a suo rischio e pericolo, fuori dai protocolli del ministero.

Perché le cure contro il Covid-19 non vengono riconosciute?

Nel video che vi proponiamo viene spiegato in modo molto accurato qual è il motivo per cui i trattamenti contro il Covid-19, anche quando sono efficaci e portano a risultati apprezzabili, non vengono riconosciuti, approvati e quindi inseriti nel protocollo da seguire.

La case farmaceutiche vogliono vendere i vaccini, questo appare evidente anche ai più scettici. È ovvio ed è naturale che le case farmaceutiche vogliano aumentare il fatturato, come qualsiasi azienda, e su questo nulla da ridire, ma cosa succederebbe se esistesse una terapia efficace contro il Covid-19? Il vaccino che attualmente viene distribuito per la più massiccia sperimentazione di massa della storia non potrebbe essere autorizzato per la somministrazione di emergenza.

Vi sono infatti delle regole ben precise che stabiliscono se e quando si può somministrare un farmaco sperimentale (come appunto il vaccino anti – Covid-19), ed una di queste condizioni è che non vi siano altre terapie efficaci per il trattamento della stessa malattia.

Ma su questo aspetto potremo tornarci in un secondo momento. Nel video viene spiegato anche che se le terapie contro il Covid-19 che sono risultate efficaci nel trattamento della malattia riducendo il numero di ricoveri e di decessi, venissero approvate e quindi utilizzate come parte dei protocolli di cura, con l’allentamento della pressione sugli ospedali si avrebbe un conseguente allentamento delle misure restrittive.

Di fatto se si usassero le cure efficaci che già oggi conosciamo – che attualmente vengono prescritte solo da quei medici che hanno il coraggio di agire secondo coscienza, e che decidono di non sottostare ai protocolli fallimentari indicati dal ministero della Salute – si uscirebbe dall’emergenza e tutte le libertà che ci sono state sottratte da ormai un anno e mezzo dovrebbero per forza esserci restituite.

Biden: “vaccinatevi o niente aperture” come funziona il meccanismo del bastone e della carota

Se si utilizzassero le cure efficaci che oggi già si conoscono, e malati, ricoveri e decessi calassero drasticamente, come farebbe Big Pharma a portare avanti la campagna di somministrazione del vaccino contro il Covid-19, e continuare a vendere miliardi di dosi ogni anno per quest’anno e per gli anni a venire? Il punto è che le restrizioni sono fondamentali per convincere la gente a vaccinarsi.

Ad affermare questo non siamo solo noi, o qualche complottista o negazionista qualunque, ma lo dice anche una delle 100 persone più influenti del Pianeta, la professoressa Leanna Wen, che nel corso di un’intervista rilasciata alla CNN qualche settimana fa ha spiegato che si tratta del sistema del bastone e della carota.

Il meccanismo è molto semplice e altrettanto efficace: prima si limitano le libertà dei cittadini con la scusa dell’emergenza sanitaria dovuta al numero dei contagi, quindi dei ricoveri e dei decessi, poi man mano che le persone si vaccinano si iniziano a restituire le libertà sottratte un po’ alla volta.

Si tratta di una logica che viene confermata da più parti. Ne ha parlato il presidente Usa Joe Biden a inizio maggio, quando ha dichiarato: “vaccinatevi o niente aperture”, e si tratta di una logica che viene seguita ovviamente anche in Italia dove si continua a spingere molto sulla campagna vaccinale, mettendo letteralmente a tacere qualsiasi forma di dissenso rispetto alla narrativa che il vaccino è l’unica soluzione.

Di questo peraltro proprio in questi giorni ha parlato nel corso della trasmissione condotta da Giovanni Floris, Di Martedì Michele Santoro. Il giornalista ha mosso aspre critiche rispetto al modo in cui viene gestita l’informazione che ruota intorno al tema del vaccino contro il Covid-19.

Leanna Wen: “Se si riapre tutto come faremo a incentivare le persone a farsi vaccinare?”

Le libertà individuali cui da ormai un anno e mezzo stiamo rinunciando ci vengono negate proprio per indurci ad accettare la vaccinazione contro il Covid-19.

Il vaccino quindi non viene effettivamente somministrato in quanto unica soluzione per combattere il virus, è vero invece il contrario e cioè che il virus, fintanto che non viene approvata nessuna delle terapie efficaci che già si conoscono, è l’unico modo per limitare le libertà individuali inducendo le persone ad accettare la vaccinazione pur di riavere indietro la propria vita.

I meno inclini ad un approccio critico bolleranno questa come una teoria complottista priva di fondamento. E se invece ad affermare questo non fosse una persona qualunque, bensì una professoressa di fama mondiale come Leanna Wen?

Leanna Wen è professoressa di politiche della salute alla George Washington University, scrive sul Washington Post e appare spesso come commentatrice su diversi canali mainstream come CNN, MSNBC, BBC. Non solo, la Wen è anche stata premiata dal WEF (World Economic Forum) di Davos– cioè quello del Big Reset per intendersi – tra i giovani leader globali. E per chiudere il quadro ricordiamo che nel 2019 la Wen è stata nominata da TIME Magazine come una delle 100 persone più influenti del mondo.

Ma prima di analizzare le affermazioni della Wen cerchiamo di capire la cornice in cui sono state fatte. Negli Usa, a differenza di quanto molti pensano, ci sono diversi Stati che stanno gestendo l’emergenza sanitaria in modo completamente diverso rispetto ad altri. È il caso della Florida e del Texas per esempio, che già da diversi mesi hanno riaperto tutto e senza aspettare che la campagna vaccinale decollasse.

In questi Stati la vita è tornata quasi completamente alla normalità, basti pensare che sono già da tempo state riaperte anche le discoteche, e non esiste alcun pass verde per entrare, né si fanno tamponi all’ingresso, né tantomeno vi sono obblighi di mascherine e distanziamento sociale.

In Texas qualche giorno fa il governatore repubblicano ha anche firmato un’ordinanza con cui viene vietato alle amministrazioni locali quali città e contee di imporre l’uso della mascherina in alcuni luoghi pubblici a cominciare dalle scuole. I trasgressori, cioè coloro che dovessero tentare di imporre obblighi simili, rischiano sanzioni molto salate.

Ebbene questa situazione, vale a dire questo ormai pressoché totale ritorno alla normalità ben prima che la maggioranza della popolazione sia stata vaccinata, evidentemente preoccupa la professoressa Leanna Wen. Infatti in questi Stati il numero di persone disposte a sottoporsi al vaccino si sta rapidamente riducendo, come riportato anche dal New York Times, che ha parlato di una drastica riduzione della domanda di vaccini.

A tal proposito la dottoressa Wen intervistata dalla CNN ha dichiarato quanto segue: “ci sono milioni di persone che, per qualche ragione, temono i vaccini e non capiscono quale possa essere il vantaggio per loro. Noi dobbiamo spiegargli bene che il vaccino è il loro lasciapassare per tornare alla vita com’era prima della pandemia”.

“E la finestra di tempo per farlo si sta restringendo” ha spiegato quindi la Wen “tu parlavi di tutti questi Stati che stanno riaprendo al 100%, e noi abbiamo una finestra di tempo molto stretta per legare le riaperture alla situazione vaccinale. Altrimenti se si riapre tutto, quale sarà la carota? Come faremo a incentivare le persone a farsi vaccinare?”

“Ecco perché il CDC e l’amministrazione Biden devono affermare con forza: ‘se sarete vaccinati guardate quante cose potrete fare… Quante libertà potrete avere’. Perché altrimenti la gente tornerà a godersi queste libertà in ogni caso”.

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