La campagna vaccinale deve assolutamente aumentare il passo, altrimenti si rischia di non raggiungere mai il target prefissato di almeno il 70% della popolazione. Ora anche le imprese sono chiamate a fare la propria parte, dal momento che il governo sembra disposto ad offrire loro la possibilità di somministrare il vaccino anti-Covid all’interno dei luoghi di lavoro.
I locali delle imprese italiane potrebbero quindi trasformarsi in hub vaccinali per la somministrazione del siero ai dipendenti. Già da alcuni giorni infatti le aziende che intendono partecipare a questa iniziativa hanno la possibilità di confermare la propria intenzione attraverso la compilazione di un apposito form disponibile online.
La campagna vaccinale dei dipendenti all’interno dei locali delle aziende in realtà non è ancora partita, ma in questo modo le aziende che vogliano prendervi parte possono dare la propria disponibilità preventiva e sarebbero già diverse migliaia, secondo quanto riportato da Sky Tg 24, le aziende che hanno aperto le proprie porte alla somministrazione ai dipendenti.
Di questa iniziativa ha parlato anche il ministro del Lavoro, Andrea Orlando (Pd), spiegando che si potrebbe partire anzitutto dalle imprese con almeno 50 dipendenti, dando la priorità ai lavoratori più esposti al rischio di contrarre il Covid-19, in base ai canoni fissati dall’INAIL. Ed in modo da non svantaggiare le imprese più piccole, queste ultime potrebbero essere ‘ospitate’ dalle più grandi.
Ancora non è stato stilato un protocollo da seguire per le vaccinazioni dei dipendenti all’interno delle varie aziende private, e quindi non si sa in che modo il piano verrà messo in atto. Non si sa ad esempio se la vaccinazione coinvolgerà i familiari dei dipendenti o se riguarderà ad esempio la filiera, vale a dire fornitori, terzisti e via dicendo.
Alcuni grandi marchi hanno già aderito, ecco quali sono
Gucci. Tra i marchi che hanno già aderito alla proposta di vaccinare i dipendenti all’interno degli stessi locali di lavoro, troviamo Gucci, che ha messo a disposizione le proprie sedi aziendali per vaccinare tanto i dipendenti che lavorano negli uffici quanto quelli delle fabbriche e dei negozi, per oltre 6 mila persone in tutta Italia.
Da Gucci fanno sapere che la decisione di aderire “è in linea con quella del Gruppo Kering, che ha altresì dato disponibilità dei locali propri e di quelli degli altri marchi e aziende del Gruppo operanti in Italia”. Il CEO, nonché presidente di Gucci, Marco Bizzarri, ha dichiarato: “metteremo con orgoglio le nostre sedi a disposizione della campagna vaccinale”.
Stellantis. Ad aprire le porte delle proprie sedi alla somministrazione del vaccino ai propri dipendenti anche il gruppo Stellantis, che comprende tra i propri marchi anche la Fiat.
Eni, Enel, Poste Italiane. Allo stesso modo hanno aderito anche Eni, Enel e Poste Italiane. Dall’Eni fanno sapere che il gruppo “sta lavorando per individuare le soluzioni ottimali per la somministrazione dei vaccini nell’ambito del piano di vaccinazione nazionale, sia tramite l’attivazione di punti vaccinali all’interno delle nostre strutture cliniche, sia mettendo a disposizione di punti esterni all’azienda il nostro staff di medici e infermieri”.
Pirelli. L’ok all’iniziativa di Confindustria arriva anche dal gruppo Pirelli che “ha dato disponibilità per la vaccinazione Covid-19 dei dipendenti attraverso le proprie strutture e nel rispetto di quanto previsto dal piano nazionale”.
Terna. Anche Terna, gestore della rete elettrica nazionale, ha fatto sapere che ci sta. “Metteremo a disposizione i nostri spazi per la campagna vaccinale del Governo e per vaccinare tutte le nostre persone non appena possibile” ha dichiarato infatti Stefano Donnarumma, Ad di Terna.
Virgin Active. Ok alle vaccinazione dei propri dipendenti sul luogo di lavoro anche da parte di Virgin Active, che ha fatto sapere che l’azienda dispone di “37 club in tutta Italia, ognuno con una superficie di 4.500 mq, dotati anche di spazi outdoor e di servizi idonei e abituati a rispettare rigorosi criteri di sicurezza” inoltre l’azienda ha fatto richiesta di “poter inserire, dopo le categorie considerate oggi prioritarie, anche il proprio staff, 3.000 persone tra dipendenti e trainer”.
Coop e Nova Coop. Coop e Nova Coop hanno offerto anch’essi la propria disponibilità con oltre 1.100 punti vendita dislocati su tutto il territorio nazionale. Molti di questi sono tra l’altro dotati di ampia metratura e di maxi parcheggi, il che li rende ambienti particolarmente indicati per ‘vaccinazioni di massa’.
È stato inoltre chiesto di inserire i propri dipendenti tra le categorie considerate prioritarie per la vaccinazione dal momento che sono a costante contatto con il pubblico ed offrono uno di quei servizi considerati essenziali per la popolazione.
Conad. Come Coop e Nova Coop, anche Conad ha confermato la propria disponibilità a contribuire alla campagna vaccinale mettendo a disposizione le proprie risorse e le proprie strutture per vaccinare gli oltre 65 mila dipendenti che lavorano nei punti vendita, nei magazzini e negli uffici del “sistema Conad”.
“Abbiamo preso contatto con medici, predisposto l’organizzazione di locali adeguati nei nostri punti vendita più grandi” ha fatto sapere l’amministratore delegato Francesco Pugliese “siamo pronti a vaccinare tutte le persone della nostra organizzazione che lo vorranno non appena i vaccini a noi destinati saranno disponibili”.
Whirlpool. Piena disponibilità anche da parte della Whirlpool Corporation, che apre le porte di tutti i siti industriali e le sedi operative presenti sul territorio italiano. Per la somministrazione del vaccino saranno offerte le strutture aziendali, le strumentazioni necessarie e lo stesso personale sia medico che di supporto.
“Vogliamo contribuire alla salute e sicurezza, non solo delle nostre 5.000 persone in Italia, ma delle comunità dei territori in cui siamo presenti” ha fatto sapere il presidente di Whirlpool Emea, Gilles Morel.
Benetton. Anche Benetton ha dato la propria disponibilità a vaccinare i dipendenti aderendo al Protocollo d’intesa sottoscritto dalla Regione Veneto e dalle associazioni di categoria regionali come Confindustria Veneto, per la vaccinazione di dipendenti e relativi familiari nei luoghi di lavoro ritenuti idonei allo scopo e nel rispetto del piano strategico nazionale.
Benetton ha anche offerto i propri spazi per la vaccinazione di tutti gli altri cittadini, sempre nel rispetto delle modalità e delle tempistiche previsti dai protocolli attuativi che dovranno essere sottoscritti.
Fastweb. Così pure Fastweb, che ha dato la disponibilità ad usare le proprie sedi per la vaccinazione dei dipendenti, garantendo anche la presenza di personale medico ed infermieristico all’interno delle proprie 15 sedi dislocate su tutto il territorio nazionale.
Barilla. Piena disponibilità anche da parte di Barilla, che ha confermato di essere pronta ad offrire gli spazi dei propri siti produttivi in Italia per dare il proprio contributo alla campagna vaccinale.
AIA, Negroni, Veronesi. E sempre in ambito alimentare arriva l’ok anche del gruppo Veronesi, titolare dei brand AIA, Negroni e Veronesi, che ha esternato l’intenzione di aderire “con determinazione all’appello”.
Dal gruppo fanno sapere che saranno messi a “disposizione delle autorità gli spazi dei più importanti siti produttivi AIA e Negroni collocati nei principali territori in cui opera per agevolare la vaccinazione di tutti gli oltre 8.600 lavoratori del gruppo che vorranno aderire alla campagna”.
Altri marchi che hanno aderito, stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, sono Amazon, Essilux-Luxottica, Ducati, Lamborghini, Carpisa, Rovagnati, Wind-Tre, Vodafone e Tim. Avrebbero inoltre aderito Illy, Sbe, Cimolai, Fincantieri, Beretta, Wärtsilä e altre.
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