Le chiusure imposte dall’esecutivo giallo rosso nel dichiarato intento di contrastare la diffusione del Coronavirus sul territorio italiano, entrate in vigore con il Dpcm del 16 gennaio, resteranno in vigore fino al 5 marzo, il che significa che eventuali allentamenti o improbabili cambi di direzione rispetto alla linea finora adottata saranno varati dal governo di Mario Draghi.
I cambiamenti che potrebbero essere introdotti riguardano in particolare le attività sportive, finora consentite solo in forma individuale o nel contesto di competizioni riconosciute, un esempio su tutti i vari campionati di calcio che tuttora si svolgono regolarmente, mentre sono banditi da ormai almeno 4 mesi tutti gli sport di contatto praticati a livello dilettantistico o amatoriale.
Cosa dice il documento del Cts sulla riapertura delle palestre
Nel documento elaborato dal Comitato Tecnico Scientifico si affronta la questione della possibile riapertura degli impianti sportivi, che dovrebbe essere modulata in base alla fascia di rischio per ciascuna regione.
Si parte dal presupposto che le attività sportive dovrebbero svolgersi sempre a condizione di evitare le aggregazioni. Gli esperti del Cts nel documento che hanno redatto hanno infatti scritto a tal proposito che “si valuta con molta preoccupazione, in questa fase dell’epidemia sostenuto il riscontro potenziale di aggregazioni tra persone all’interno degli impianti sportivi, soprattutto in ambienti chiusi e confinati”.
Nello stesso documento viene precisato anche che “si ritiene particolarmente importante il ritorno alla fruizione delle attività fisiche, soprattutto nei soggetti in età evolutiva e negli individui con patologie croniche e negli anziani, nei quali il benessere psico-fisico acquisisce una dimensione fondamentale sullo stato di salute”.
La grande ‘scoperta’ del Cts quindi getta le basi per una ripartenza, seppur graduale e con tutte le precauzioni del caso, delle attività sportive. Ne nasce una suddivisione per fascia di rischio, con le attività sportive da autorizzare nelle regioni in zona rossa, in zona arancione e in zona gialla.
- In zona rossa e nelle aree in cui sono stat imposti dei lockdown locali, sono consentite esclusivamente le attività sportive in forma individuali, come jogging e sport individuali all’aperto
- In zona arancione sono consentite le attività previste per le zone rosse, e in più dovrebbero riprendere gli allenamenti individuali in palestra, nelle piscine e nelle tensostrutture ma solo per attività di base individuali, anche acquatiche, oltre quelle dilettantistiche per le attività sportive di contatto e per gli sport di squadra, a patto che queste si svolgano in forma individuale e nel rispetto della norma del distanziamento sociale
- In zona gialla oltre a tutte le attività fin qui elencate, praticabili nelle zone rosse e arancioni, si dovrebbero poter praticare anche gli allenamenti per sport di contatto e di squadra dilettantistico e di base, ma nel documento in questo caso non viene specificato l’obbligo di rispettare il “distanziamento ed il divieto di assembramento”.
Verso la riapertura di palestre e piscine, quali saranno le regole?
Per la prima fase di riapertura delle palestre il Cts indica come linea guida quella dello svolgimento delle sole lezioni individuali nel rispetto del distanziamento sicuale di almeno due metri. Tra gli obblighi da rispettare anche quello di provvedere alla pulizia delle aree di contatto di ciascun attrezzo con prodotto igienizzante, nonché l’uso di tappetini propri o da sanificare dopo ogni utilizzo.
Per quel che riguarda le palestre poi viene precisato che non possono essere lasciati indumenti indossati durante l’attività sportiva negli spogliatoi, ma dovranno essere riposti in borse personali.
Agli operatori è fatto obbligo di indossare la mascherina e di rendere disponibili i gel disinfettanti per sanificare gli attrezzi. In tutti i punti di passaggio dovranno essere dislocati appositi dispenser, con particolare attenzione all’area di ingresso all’impianto, agli accessi per gli spogliatoi e ai servizi igienici.
Per quanto riguarda invece la riapertura delle piscine, ogni nuotatore dovrà avere a disposizione 10 metri quadri, mentre per quel che riguarda l’ambiente degli spogliatoi varranno le stesse norme imposte per le palestre.
Quanto all’uso della mascherina, secondo il Comitato Tecnico Scientifico dovrebbero indossarla sia gli allenatori che gli atleti per tutto il tempo che non si trovano nella vasca.
Gli esperti del Cts hanno pensato proprio a tutto, e nella loro infinita lungimiranza hanno preso in esame anche i possibili rischi di contagio in caso di premiazioni, in occasione delle quali ritengono “opportuno evitare qualsiasi tipo di cerimonia di consegna dei premi che preveda il coinvolgimento di hostess e autorità e i premi devono essere sanificati, sistemati su una piattaforma e presi direttamente dagli atleti”.
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