Le misure restrittive imposte nel dichiarato intento di contenere la diffusione del nuovo Coronavirus stanno continuando a produrre effetti disastrosi per l’economia del Paese, ed una misura di quanto devastante sia l’imposizione delle chiusure operata dal governo basta dare un’occhiata ai dati provvisori diffusi dall’Istat.
Il numero degli occupati è diminuito di 101 mila unità nel mese di dicembre rispetto al mese precedente, registrando così il calo maggiore addirittura dal mese di aprile, quando a causa del lockdown si era registrata una riduzione del numero degli occupati di 274 mila unità.
Per quanto riguarda il mese di dicembre 2020, dei 101 mila occupati in meno almeno 99 mila sono donne. Inoltre, con l’arrivo del decreto Natale, che ha imposto chiusure nei giorni festivi e prefestivi per l’intero periodo delle festività, che come sappiamo ricopre un ruolo fondamentale specie per le attività più in difficoltà, sono aumentati sia i disoccupati che gli inattivi, cioè coloro che non hanno lavoro ma non risultano tra i disoccupati perché hanno persino rinunciato a cercare un impiego.
Se facciamo il confronto tra il mese di dicembre 2020 e lo stesso periodo del 2019, si registrano 444 mila occupati in meno, pari al -1,9%, e circa 482 mila inattivi in più. Un risultato che comunque risente del divieto di licenziamento che resta in piedi almeno fino a fine marzo, allo scadere del quale salvo eventuale ulteriore proroga, a rischio ci sarebbero altre decine di migliaia di posti di lavoro.
Per quanto riguarda i lavoratori con contratto a tempo indeterminato invece, sembra che non vi siano ripercussioni degne di nota, anzi il numero degli occupati è persino aumentato nell’ultimo anno di +158 mila posti. Tuttavia si è registrata una forte riduzione dei lavoratori precari -393 mila, e dei lavoratori indipendenti che sono diminuiti di 209 mila.
Nel giro di un anno in Italia il tasso di occupazione scende quasi di un punto percentuale (-0,9%), mentre rispetto al mese di novembre 2020, a dicembre si è registrato un calo dello 0,2%. Cresce invece il tasso di disoccupazione che passa di 0,2 punti percentuale, fino al 9%.
La disoccupazione giovanile però sale in modo ancora più preoccupante con un +0,3% tra novembre e dicembre, fino a raggiungere il 29,7% per la fascia di età compresa tra i 15 ed i 24 anni. Nel giro di un anno la disoccupazione giovanile ha visto un incremento dell’1,3% ma per le altre fasce di età il dato indica una lieve riduzione dello 0,6% in un anno. Al tempo stesso il tasso di inattività è salito dell’1,5%.
Complessivamente in Italia si contano, stando ai dati comunicati dall’ISTAT, qualcosa come 2.257.000 disoccupati, ai quali si vanno ad aggiungere 13.759.000 inattivi, cioè coloro che sono usciti dal mercato del lavoro e non hanno fiducia nella possibilità di trovare un impiego.
Il numero dei disoccupati italiani è cresciuto di +34 mila unità tra novembre e dicembre, mentre si registra un aumento di +222 mila unità se si fa il confronto tra dicembre 2019 e dicembre 2020. Tra l’altro è bene ricordare che questi dati risentono di alcune misure messe in campo a sostegno dei lavoratori, come la cassa integrazione straordinaria ed il blocco dei licenziamenti.
Gli inattivi invece sono cresciuti di +42 mila unità tra novembre e dicembre 2020, mentre il numero sfiora il mezzo milione se il confronto viene fatto tra dicembre 2020 e dicembre 2019. In questo caso infatti si registra un aumento del 3,6% per un totale di circa 482 mila unità.
Sacchetti, Cgil: “senza proroga blocco licenziamenti saremo di fronte a bomba sociale”
“Il calo occupazionale è concentrato sulle donne e coinvolge sia i dipendenti sia gli autonomi” spiegano dall’Istat “inversione di tendenza anche per la disoccupazione che, dopo quattro mesi di progressivo calo, torna a crescere portando il tasso al 9%”.
“I livelli di occupazione e disoccupazione sono inferiori a quelli di febbraio 2020 – rispettivamente di oltre 420 mila e di quasi 150 mila unità” spiegano ancora dall’ISTAT nel commentare i dati “e l’inattività risulta superiore di oltre 400 mila unità. Rispetto a febbraio 2020, il tasso di occupazione è più basso di 0,9 punti percentuale e quello di disoccupazione di 0,4 punti”.
Tania Sacchetti, segretaria confederale della Cgil ha parlato di “un rischio sempre più imminente” e ha avvertito: “se in primavera non verrà prorogato il blocco dei licenziamenti saremo di fronte a una vera e propria bomba sociale. Donne, giovani, lavoratori autonomi hanno già pagato un prezzo altissimo, destinato a salire qualora non si mettano in campo strumenti straordinari e innovativi per governare la fase di transizione che verrà determinata dall’onda lunga della crisi”.
Quello che propone quindi Tania Sacchetti è di “riformare subito il sistema di protezioni sociali”. “Dobbiamo rilanciare il contratto di solidarietà difensiva e creare un sistema universale di sostegno al reddito che non lasci indietro nessuno, a partire dai lavoratori con contratti precari e discontinui” spiega ancora la segretaria confederale della Cgil.
Dalla Uil arriva il commento di Ivana Veronese, che spiega che “occorre recuperare il tempo perso affrontando il tema del lavoro a partire dalla ‘falla’ prodotta dagli scarsi investimenti nel sistema delle politiche attive, dal recupero del gap occupazionale di genere e, facendo tesoro dei momenti di crisi come questo, investendo in buona occupazione poiché è quella che, in ogni momento, può contare su sistemi di protezione sociale che contrastano gli effetti devastanti delle crisi”.
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