A partire dal 17 gennaio almeno una dozzina di regioni italiane saranno in zona arancione o rossa, il che significa che oltre metà del Paese dovrà subire ancora una volta stringenti misure di contenimento che se da un lato garantiscono pesanti ripercussioni per l’economia, dall’altro hanno dimostrato che il Coronavirus continua a circolare ugualmente.
L’esecutivo però intende procedere comunque sulla strada percorsa fin qui, quella stessa strada che ha messo in ginocchio migliaia di lavoratori, imprese e famiglie italiane, senza peraltro ottenere risultati determinanti in fatto di contenimento del contagio. La domanda è, o meglio dovrebbe essere quindi: il gioco vale la candela?
Dal 17 gennaio 9 regioni in zona arancione e 3 in zona rossa
Non è ancora detta l’ultima parola, perché l’ultima parola spetta ai numeri, quelli del report sull’andamento del contagio che verrà pubblicato nella giornata di domani. Ma se da una parte l’inserimento di una Regione in fascia arancione invece che gialla, o rossa invece che arancione, dipende dall’andamento della curva epidemiologica e dal livello di sovraccarico del sistema sanitario, è anche vero che è il governo a stabilire le soglie.
Soglie che infatti sono state modificate subito dopo la fine delle festività natalizie, in senso restrittivo naturalmente, il che significa che una Regione che a dicembre stava in fascia arancione, a gennaio con gli stessi numeri, se non persino migliori, sarà in fascia rossa, e così via.
Ma proviamo a fare il punto e a parlare di questi tanto impietosi numeri. Fino al 15 gennaio, cioè fino a domani, avremo solo 5 Regioni in fascia arancione, mentre tutte le altre sono in fascia gialla. Una fascia gialla che peraltro è stata appositamente “rinforzata” con il divieto di uscire dalla propria Regione per esempio.
A partire dal 17 gennaio però, con l’entrata in vigore delle misure previste dal nuovo decreto, i criteri per l’inserimento delle regioni in una data zona cambiano, e di colpo saranno probabilmente una dozzina (dovremo attendere i dati per saperlo con certezza) le Regioni tra fascia arancione e rossa.
Il primo elemento che si prende in considerazione è l’indice Rt, ma come dicevamo, vediamo i numeri. Le regioni con un Rt pari o superiore a 1,25 prima finivano in fascia arancione, ora invece in fascia rossa. Le regioni con un Rt pari o superiore a 1 prima stavano in fascia gialla, ora invece arancione. Per la fascia gialla si deve scendere sotto Rt 1, mentre per la nuova fascia bianca addirittura sotto Rt 0,5.
Rispetto a fine 2020 l’andamento dei contagi è migliorato, lo dicono i numeri
Si temeva molto l’avvento delle festività natalizie, motivo per cui è stato emanato un apposito decreto, il decreto Natale, contenente misure ad hoc uniformate all’intero territorio nazionale. Niente di particolarmente stringente, salvo nei giorni festivi e prefestivi, rispetto a quanto imposto nella maggior parte delle regioni italiane fino a metà dicembre.
Il fatto però è che la situazione dal punto di vista dell’andamento del contagio, quindi parliamo nello specifico dell’indice Rt, è nettamente migliorata invece di peggiorare, tra prima e dopo le festività natalizie.
Quello a cui stiamo assistendo però non è un allentamento delle restrizioni, di cui tanto avrebbe bisogno l’economia italiana, con particolare riferimento ai settori della ristorazione e del turismo, ma ad una ulteriore stretta, che a questo punto non si comprende da cosa sia motivata.
Per l’ennesima volta cerchiamo di guardare i numeri che, in questo caso, sono anche accompagnati dai colori, per rendere il concetto ancor più chiaro per chiunque. Fino all’entrata in vigore del decreto Natale l’Italia era divisa in fasce di rischio gialla, arancione e rossa a seconda di 21 parametri con particolare attenzione inevitabilmente all’indice Rt che indica l’andamento del contagio
La divisione in fasce torna con la fine delle festività natalizie ma con parametri diversi, il che significa che se prima le regioni gialle erano quelle con un indice Rt pari o inferiore a 1,25, mentre le arancioni erano quelle con indice Rt compreso tra 1,25 e 1,50, e le regioni rosse quelle con indice Rt pari o superiore a 1,50, adesso non funziona più così.
Con indice Rt pari o superiore a 1,25 si è in fascia rossa invece che arancione, con indice Rt pari o inferiore a 1,25 si è in fascia arancione invece che gialla, e per essere in fascia gialla si deve avere ora un indice Rt inferiore a 1.
Va da sé che, salvo eccezioni legate agli altri parametri che vengono presi in considerazione nel classificare le Regioni, tutte le Regioni che dal 17 gennaio saranno in fascia gialla e arancione, se i parametri non fossero stati cambiati, sarebbero state in fascia gialla, mentre le tre che finiranno in fascia rossa sarebbero state in fascia arancione.
Coi vecchi parametri dal 17 gennaio avremmo insomma 3 regioni in fascia arancione e le restanti tutte in fascia gialla. Una situazione decisamente più confortante di quella che avevamo a novembre-dicembre. Ma per chi avesse la memoria breve, ecco come si presentava l’Italia divisa in fasce fino ad un paio di mesi fa.
Quali Regioni sono a rischio zona arancione e zona rossa?
Al momento le regioni in fascia arancione sono solo cinque, e sono Lombardia, Calabria, Sicilia, Veneto ed Emilia Romagna, ma a partire dal 17 gennaio, con l’entrata in vigore dei nuovi Dl e dell’ultimo Dpcm al 16 gennaio, le regioni in fascia arancione diventeranno con ogni probabilità 9, mentre altre 3 diventeranno rosse.
Le regioni o province autonome a rischio fascia arancione sono, stando all’ultimo report, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Veneto e Umbria, più le province di Trento e Bolzano.
Rischiano però di passare addirittura in fascia rossa la Lombardia, che attualmente ha un indice Rt pari a 1,24, e la Calabria, che ha un indice Rt che si attesta intorno a 1,15. Secondo alcune anticipazioni che arrivano dall’Ansa poi a rischio zona rossa ci sarebbe anche l’Emilia Romagna.
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