È arrivato proprio in questi giorni l’annuncio che l’Irlanda tornerà in lockdown. Si tratta del primo Paese dell’Ue a chiudere tutto per la seconda volta per tentare di contenere il contagio da Covid-19, e per quanto si possa sperare nell’efficacia della misura, non è possibile non essere fortemente preoccupati di quali saranno le sue conseguenze sull’economia del Paese.

Dovrebbe trattarsi di un lockdown di durata relativamente breve, infatti dovrebbe essere circoscritto a 6 settimane di chiusura a partire da oggi 21 ottobre, di tutte le attività commerciali non indispensabili (restano quindi esclusi negozi di generi alimentari, farmacie ecc.) e di limitazione degli spostamenti.

Ad annunciare un secondo lockdown, persino più breve di quello irlandese, era stato nei giorni scorsi lo Stato britannico del Galles, che aveva annunciato proprio lunedì un lockdown di soli 17 giorni a partire dal 23 ottobre fino al 9 novembre.

L’Irlanda primo Paese d’Europa a tornare in lockdown

A darne l’annuncio è stato il primo ministro della Repubblica d’Irlanda, che ha definito le misure restrittive adottate nel Paese probabilmente le più rigide d’Europa. Ha però ribadito che la situazione lo richiede, e che lo sforzo che il popolo irlandese compirà nelle prossime sei settimane potrebbe permette di “celebrare il Natale in modo significativo”.

Una decisione, quella presa dal governo irlandese, che è arrivata dopo che il National Public Health Emergency Team (una sorta di comitato tecnico scientifico irlandese) aveva comunicato al ministro della Salute la necessità di imporre una chiusura totale che avesse una durata di almeno sei settimane, perché solo in questo modo sarebbe stato possibile abbassare il numero dei ricoveri ad un livello sostenibile dal sistema sanitario del Paese.

Non sarà però un lockdown come quello che ci fu in Italia tra marzo e aprile, infatti nel comunicato del governo viene precisato che la chiusura si pone come obiettivo anche quello di sostenere le famiglie mantenendo le scuole aperte insieme alle strutture per l’infanzia. Al contempo si intende tutelare i servizi sanitari non Covid-19 e proteggere le persone più vulnerabili.

Gli spostamenti però saranno consentiti, durante queste sei settimane, solo per fare la spesa, per andare in farmacia, per motivi familiare e per ragioni di importanza vitale. Il primo ministro Micheal Martin ha infatti chiesto ai cittadini di restare a casa, e ha annunciato la chiusura di musei, biblioteche, delle attività commerciali di vendita al dettaglio ritenute non indispensabili, con chiusura di bar e ristoranti ai quali sarà consentito solo il servizio di consegna a domicilio e asporto.

L’attività sportiva all’aperto nelle prossime sei settimane in Irlanda sarà consentita solo entro cinque chilometri dal proprio domicilio. Si potranno celebrare i matrimoni ma con un numero di partecipanti limitato a 25, mentre per i funerali si scende a 10. Le funzioni religiose si dovranno invece svolgere necessariamente online.

Ci sarà poi il divieto di visite tra famiglie diverse, e di svolgimento di eventi al coperto. Sarà possibile incontrarsi in luoghi aperti come parchi e giardini pubblici, purché si rispetti il limite dei cinque chilometri dalla propria abitazione.

“Capisco che l’isolamento sociale e l’ansia sono un problema molto reale per molte persone e soprattutto per coloro che vivono da soli” ha spiegato Martin, ed è per questa ragione che a chi vive in questa situazione viene consentito di avere una famiglia cui fare visita e dalla quale potranno ricevere visite.

Per chi non rispetta il limite dei cinque chilometri sono previste sanzioni, inoltre la capienza dei mezzi pubblici sarà ridotta al 25% per limitarne l’uso solo a chi se ne serve per recarsi al lavoro e agli studenti. Non ci sarà alcuno stop per gli sport a livello professionistico ma si svolgeranno a porte chiuse.

Nel frattempo il governo di Dublino ha anche sospeso gli sfratti e prolungato il sussidio di disoccupazione introdotto a sostegno delle famiglie per la pandemia di Coronavirus.

In Irlanda durante la prima ondata di Covid-19 sono decedute in tutto 1.852 persone su un totale di poco meno di 5 milioni di abitanti.

Anche la Svizzera adotta misure restrittive per contenere il contagio

In Svizzera non è stato imposto il lockdown nemmeno in occasione della prima ondata di Coronavirus, sebbene alcune misure di contenimento siano state varate seppur di gran lunga più blande rispetto a quelle imposte in Italia.

Per far fronte a questa seconda ondata di contagi, il governo svizzero ha deciso di imporre l’uso obbligatorio delle mascherine in tutto il Paese ma solo negli spazi chiusi e il divieto di assembramenti con un numero di persone superiore a 15.

Restano aperti senza limitazioni di orari bar e ristoranti in tutta la Svizzera, ma viene introdotto l’obbligo di consumare necessariamente da seduti. Inoltre è fortemente raccomandato il lavoro da casa in modalità smart working.

Queste sono le misure decise dal Consiglio Federale nel corso della riunione d’urgenza che si è svolta per stabilire in che modo fronteggiare l’aumento del numero dei casi di contagio.

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