Continua a fare paura il Coronavirus, eppure la sua letalità appare drasticamente ridotta per una serie di ragioni, e tuttavia se ne parla ben poco. A dire quello cui viene dato poco risalto però ci pensano i dati, i numeri ufficiali pubblicati direttamente dall’Iss, che ci raccontano una storia ben diversa da quella in cui l’Italia rischia di tornare in lockdown per via di questa cosiddetta seconda ondata di Coronavirus.
Ma cosa dicono i dati? Anzitutto abbiamo un record di tamponi, il che significa che non ne sono mai stati fatti così tanti in un giorno solo in Italia. I tamponi ovviamente hanno un costo per la sanità pubblica, ma su questo non ci si sofferma molto, perché magari è importante farli e quindi il dato dei costi sostenuti per l’attività di screening tende a passare in secondo piano.
Ad ogni modo nelle ultime 24 ore sono stati fatti oltre 128 mila tamponi, e su questi sono risultate positive 4.458 persone. Un numero molto alto di positivi, anche se rispetto a quelli registrati ieri in altri Paesi dell’Ue appare comunque piuttosto basso (Francia 18.129, Spagna 12.423, Regno Unito 17.540).
Ma rimaniamo sull’Italia dove il numero di nuovi casi registrati nella giornata di ieri, 8 ottobre 2020, raggiunge le cifre che avevamo ad aprile, nella fase più acuta dell’emergenza, in pieno lockdown. Allora però la situazione era molto diversa, e vediamo come mai.
L’11 aprile si registravano 4.694 nuovi casi, ma i decessi erano 619, mentre il 12 aprile i nuovi casi erano in tutto 4.092 a fronte di 431 decessi. Le persone in terapia intensiva in Italia erano 3.343 al 12 aprile, e le strutture sanitarie erano pesantemente sotto stress, con 27.847 ricoverati.
Oggi invece si registrano solo 22 decessi, e le persone ricoverate in terapia intensiva con il Covid sono solo 358. Tra l’altro c’è un altro dato interessante, quello relativo al totale delle persone attualmente positive, dato che è dato dalla differenza tra totale dei casi registrati e persone dimesse e decedute. Il totale dei positivi oggi è di 65.952, ormai piuttosto vicino ai 102.253 del 12 aprile.
Oggi la regione più colpita in termini assoluti è ancora una volta la Lombardia, dove sono stati registrati oltre 680 nuovi casi di Coronavirus, segue il Piemonte, quindi l’Emilia Romagna e il Veneto. In Lombardia sono oltre 100 mila i casi di Coronavirus registrati dall’inizio della pandemia, contro i 37 mila del Piemonte, i 36 mila dell’Emilia Romagna e i quasi 30 mila del Veneto.
Al di là dei numeri che ci mostrano il totale dei casi registrati, che è probabilmente il dato meno significativo dal punto di vista dell’analisi della situazione attuale, quello che appare evidente è che il Covid-19 non rappresenta più una minaccia per la salute pubblica in quanto la sua letalità risulta inferiore a quella registrata nella fase più acuta di oltre 20 volte.
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