L’emergenza coronavirus, nel bene o nel male ha portato a diversi cambiamenti nelle abitudini degli Italiani, ed alcune riguardano le modalità di pagamento. A mettere in evidenza quella che sembra essere la direzione presa l’analisi di Morgan Stanley IM, che ha tratteggiato una previsione riguardante la crescita dei pagamenti digitali nel prossimo futuro.
Quella dei pagamenti elettronici sembra una delle aree più promettenti del Fintech, e ciò potrebbe effettivamente dipendere anche dal cambio di abitudini innescato con l’emergenza Covid-19. Ci si allontana ancora quindi dall’uso del contante, che prima della crisi veniva utilizzato secondo questa analisi, più o meno nel 50% delle transazioni.
Molte transazioni che prima venivano effettuate in negozi fisici, durante il lockdown sono state per forza di cosa dirottate sui negozi online, dove chiaramente non esiste la possibilità di pagare in contanti. Secondo quanto riportato da FinanciaLounge “la pandemia ha spostato forzatamente online molte transazioni precedentemente eseguite di persona, anche perché banconote e monete sono potenziali veicoli di contagio”.
Quel che è certo è che, per una ragione o per l’altra, chi si è trovato costretto ad iniziare ad usare metodi di pagamento alternativi al contante per la prima volta, facendo cadere un vero e proprio tabù, potrebbe in futuro servirsi nuovamente di questi moderni sistemi di pagamento.
L’allontanamento dal contante quindi potrebbe rimanere una tendenza strutturale, e la crescita delle transazioni elettroniche potrebbe, secondo Morgan Stanley IM, superare il 12% nel medio termine.
Le tre categorie interessate dal cambiamento
Secondo la previsione che è stata formulata dal team di esperti di Equity di Morgan Stanley Investment Management, pubblicata nella rubrica “Global Equity Observer”, il cambiamento che riguarderà le modalità di pagamento adottate nel prossimo futuro, interesserà in particolare tre categorie.
L’utilizzo di meno contanti e più metodi di pagamento elettronici produrrà un impatto che interesserà in particolare:
- Emittenti di carte
- Reti di pagamento
- Acquisitori di esercenti
Nella prima categoria andiamo ad individuare soprattutto banche e gestori di carte di credito, carte di debito, al dettaglio e all’ingrosso. Nella seconda categoria invece troviamo coloro che forniscono l’infrastruttura e le regole per rendere possibile lo scambio di autorizzazioni e denaro, mentre nella terza ed ultima abbiamo coloro che mettono in collegamento i negozi fisici o online che accettano pagamenti virtuali.
Gli emittenti di carte, ad un primo sguardo, possono sembrare coloro che si piazzano sul segmento più redditizio. Una parte delle commissioni però viene trasferita ai consumatori sotto forma di incentivi come miglia aeree, contanti prelevati all’atto del pagamento o riduzione dei costi di conversione valutaria.
Secondo gli esperti di Morgan Stanley IM, in passato le reti di pagamento hanno rappresentato la porzione più interessante dell’intero ingranaggio, ed ancora adesso rappresentano “l’area più resiliente del sistema”.
I due principali operatori a livello globale sono Visa e MasterCard, hanno scelto il giusto approccio, avendo il merito di aver mantenuto quote di mercato stabili e spesso dominanti in quello che si è dimostrato un mercato in costante crescita nel quale si evidenzia uno spostamento strutturale dal contante ai pagamenti con carta.
Cresce però anche il business legato alla terza delle categorie sopra menzionate, quella degli acquisitori di esercenti. Un ruolo che viene giocato soprattutto dalle banche, ma anche da operatori commerciali indipendenti ai quali è data la possibilità di scegliere tra due approcci diversi.
Questi soggetti possono infatti scegliere se “consolidare in un unico luogo l’infrastruttura di merchant creando sinergie grazie all’ottimizzazione di sistemi e costi” oppure scegliere un’altra strategia, quella di “adoperare un’unica soluzione tecnologica integrata”.
La seconda delle due opzioni è stata scelta ad esempio da PayPal, Adyen e Stripe, che hanno registrato una crescita molto interessante a costi tutto sommato contenuti, e ciò ha premiato i titoli di queste società.
Bisogna poi analizzare gli aspetti che riguardano gli emittenti, che sono legati alle banche e agli istituti di credito, anche se spesso le attività di elaborazione dei pagamenti vengono esternalizzate per generare economie di scala.
Quanto all’attività di emissione di carte, questa resta invece all’interno delle strutture, generando dei rendimenti particolarmente interessanti. Da questi però devono essere sottratti gli incentivi diretti o indiretti che peraltro sono di natura variabile.
Ad ogni modo questo tipo di attività rimane di importanza marginale rispetto all’andamento economico complessivo dell’azienda che la svolge.
L’importanza dei dati nel futuro dei pagamenti virtuali
Gli esperti di Morgan Stanley IM hanno anche messo in evidenza l’importanza dei dati anche nel business dei pagamenti elettronici. Il successo in questo campo sarà determinato dalla capacità di generare dati di maggiore qualità.
Una esigenza per la banca retail e commerciale, che ha bisogno anche di un ammodernamento radicale dei sistemi esistenti. Sono infatti le reti di carte ad essere in possesso dei dati personali più dettagliati, ma il ruolo che svolgono deve necessariamente essere quello super partes tra acquirenti ed emittenti.
Alcuni acquisitori di esercenti, stando all’analisi degli esperti, stanno offrendo servizi a valore aggiunto. Gli autori ritengono infatti che così come accade per le banche “l’architettura organizzativa sarà fondamentale per avere successo e gli operatori con un unico stack tecnologico risulteranno favoriti”.
Ci sono altri aspetti da considerare, che riguardano la capacità di adattamento dell’utente finale. Nell’analisi di Morgan Stanley IM si affronta il tema del passaggio dall’uso del contante a quello dei pagamenti elettronici prendendo in esame le sue implicazioni in un’ottica ESG.
Alcune fasce della popolazione, quelle meno inclini all’utilizzo dei moderni sistemi di pagamento, e/o con un limitato accesso al sistema bancario, potrebbero restare tagliate fuori. Un nodo che Visa sta tuttora tentando di contribuire a sciogliere, cercando di aiutare chi non ha servizi bancari ad accedere comunque ai pagamenti digitali, ponendosi l’obiettivo di raggiungere 500 milioni di persone entro la fine del 2020.
Poi c’è l’aspetto della sicurezza delle transazioni, che non può certo essere trascurato nell’analisi del cambiamento in atto. Aspetto che ancora una volta Visa non ha evitato di affrontare, investendo massicciamente sulla sicurezza dei dati, ed in questo modo ottenendo il più alto rating possibile in occasione dell’edizione Cybersecurity 2019 di Gartner Consulting.
Visa ha anche scongiurato frodi telematiche per un importo complessivo di circa 25 miliardi di dollari, attraverso l’impiego nell’ambito della sicurezza delle transazioni dell’intelligenza artificiale.
Gli esperti di International Equity di Morgan Stanley IM, nelle vesti di investitori orientati verso la qualità e la protezione dai ribassi, individuano nelle reti di pagamento un settore di grande interesse, per via della solidità dei business model e per le economie di scala.
Sono invece escluse dai loro portafogli globali le banche e le società di credito, e ciò per via dei bassi rendimenti e della leva finanziaria piuttosto alta. Più interessante invece il ramo acquisizione di esercenti, sebbene gli operatori con stack tecnologici integrati presentino valutazioni decisamente alte.
Questo contenuto non deve essere considerato un consiglio di investimento.
Non offriamo alcun tipo di consulenza finanziaria. L’articolo ha uno scopo soltanto informativo e alcuni contenuti sono Comunicati Stampa
scritti direttamente dai nostri Clienti.
I lettori sono tenuti pertanto a effettuare le proprie ricerche per verificare l’aggiornamento dei dati.
Questo sito NON è responsabile, direttamente o indirettamente, per qualsivoglia danno o perdita, reale o presunta,
causata dall'utilizzo di qualunque contenuto o servizio menzionato sul sito https://www.borsainside.com.