I sindacati degli inquilini e i movimenti per il diritto all’abitare avevano già fatto previsioni molto chiare in merito alle possibili conseguenze per i cittadini italiani, delle misure restrittive adottate durante la fase di lockdown, che avrebbero prodotto inevitabilmente una crisi abitativa.

Nella capitale il dato è preoccupante. A distanza di soli due mesi dalla fine della fase acuta dell’emergenza e dall’avvio quindi della cosiddetta Fase 2, il sindacato Unione Inquilini di Roma lancia l’allarme avvertendo che le richieste di sfratto hanno subito una netta impennata.

Guido Lanciano, responsabile dell’ufficio legale Unione Inquilini Roma ha fatto sapere che “presso la cancelleria del Tribunale di Roma, nella scorsa settimana, sono state depositate 100 richieste di convalida di sfratto al giorno”, il che vuol dire 500 nell’arco dei 5 giorni lavorativi.

Intervistato da Roma Today, Lanciano ha spiegato che “fino a un paio di anni fa le richieste oscillavano tra le 40 e le 60 al giorno mentre nell’ultimo periodo pre-emergenza eravamo scesi a circa venti” e ha poi tenuto a precisare che “la cifra riguarda sfratti sia abitativi che di locali commerciali. A riguardo non abbiamo ancora dati certi ma stimiamo che quelli abitativi siano circa la metà”.

In qualche modo si è anche tentato di correre ai ripari, in particolare con un emendamento al decreto Rilancio, che fino alla fine dell’anno sospende la possibilità di eseguire gli sfratti, ma i proprietari che intendono cacciare di casa i propri inquilini non più in grado di far fronte alla spesa dell’affitto sono centinaia.

Il sindacato parla di “un dato agghiacciante” anche perché a questi numeri si aggiungono quelli di una città in cui nel solo 2018 sono state emesse circa 6 mila nuove sentenze di sfratto, e dove ci sono circa 13 mila famiglie in attesa per l’assegnazione di una casa popolare.

“In una città come Roma dove manca una qualsiasi rete di protezione per la precarietà abitativa questo è un segnale che non può essere sottovalutato. Per questo torniamo a richiamare l’assessora Valentina Vivarelli alle proprie responsabilità. La stessa aveva garantito durante l’incontro del mese scorso l’istituzione di un tavolo di crisi che oggi non è stato ancora convocato”.

L’impennata del numero di richieste di sfratto registrato a Roma è chiaramente legato alla crisi economica causata dall’imposizione delle misure restrittive adottate durante il lockdown. Ma nello specifico, Unione Inquilini di Roma ritiene che il ritardo nell’erogazione del contributo all’affitto previsto proprio per l’emergenza coronavirus abbia giocato un ruolo determinante.

Sempre stando a quanto affermato dal sindacato, sarebbero arrivate oltre 49 mila domande per il contributo all’affitto.

A tal proposito l’assessora Vivarelli ha dichiarato che le determine per i primi pagamenti dovrebbero essere predisposte a breve, ma ha anche sottolineato che non è ancora possibile definire con precisione i tempi per la fine dell’operazione.

“Questo assurdo ritardo ha determinato nei proprietari la certezza di un’inadeguata gestione da parte della Giunta Comunale e della sindaca Virginia Raggi” ha concluso il sindacato.

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