Sono solo 128 i nuovi casi di coronavirus registrati in Italia, e per buona parte di stratta di persone positive che arrivano dall’estero, o di persone che sono state da esse contagiate. È il caso del nuovo focolaio rilevato in Basilicata, dove i 25 positivi sono migranti da pochi giorni sbarcati in Sicilia, che si trovano in questo momento in isolamento in strutture di accoglienza.

Anche nella provincia di Padova sono stati individuati diversi focolai, per un totale di circa 90 persone positive al coronavirus. Una trentina di questi casi provengono dalla comunità camerunense, e sono stati accertati in seguito ad una cerimonia funebre svoltasi nei giorni scorsi.

Anche in Sicilia sono stati rilevati nuovi casi di coronavirus nel contesto di due piccoli focolai tra Catania e provincia per un totale di 21 persone positive al virus e altre 113 che sono attualmente in isolamento. Anche in questo caso si tratta di casi importati, come ha sottolineato lo stesso assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, che ha spiegato trattarsi di “cluster che si sono realizzati per casi di importazione”.

Per quale ragione si continui ad importare il virus dai Paesi extra schengen non è dato saperlo, visto che poi il rischio è che alcune zone, e nella peggiore delle ipotesi l’intero Paese, potrebbe essere sottoposto nuovamente al lockdown, con tutto ciò che ne conseguirebbe.

Per limitare i focolai importati gli alberghi ci sono ma si usano poco

Dal momento che appare fuori discussione applicare in modo serio le attuali norme che dovrebbero contenere il fenomeno dell’immigrazione, il governo prova a contenere il fenomeno dei casi di coronavirus importati con una politica molto più blanda e, a quanto pare, farraginosa.

Il ministro della Salute, Roberto Speranza (LeU), spiega che “per chi proviene da tutti i Paesi extra Schengen” è previsto “isolamento per 14 giorni e sorveglianza sanitaria“. Sarebbe questo l’unico modo per contenere la diffusione del virus “da importazione”, peccato che non funziona.

Il ministro Speranza ha spiegato anche che “i tamponi all’arrivo sono una misura ulteriore, ma non sostitutiva della quarantena” che invece è “decisiva” come da ordinanza firmata il 30 giugno scorso.

Quindi la quarantena va fatta in ogni caso, positivi o no, se si arriva in Italia da qualsiasi Paese extra Ue, ma il problema a quanto pare è: dove? Il Governo ha stanziato con il decreto Rilancio ben 32 milioni di euro per approntare le strutture ricettive all’interno delle quali isolare chi arriva in Italia.

Ora esiste “la possibilità per Regioni e province autonome di stipulare contratti d’affitto con strutture alberghiere o di tipologia analoga per applicare le misure di isolamento e quarantena”. Si tratta di quelle strutture che tra l’altro avrebbero potuto essere espropriata in base alle misure anti-coronavirus approvate nel periodo di lockdown.

Non mancano quindi le strutture per la quarantena di chi arriva dai Paesi extra Schengen, ma le regioni stanno agendo di conseguenza? In realtà ogni governatore si sta muovendo in autonomia, e spesso gli strumenti messi in campo da Roma non vengono sfruttati appieno.

A confermare questa situazione è la Conferenza Stato-Regioni, secondo la quale gli enti sanno che dopo l’ingresso in Italia, se non è possibile raggiungere la dimora presso la quale è previsto il rispetto della quarantena.

Il Dpcm dell’11 giugno stabilisce che “l’Autorità sanitaria competente per territorio informa immediatamente la Protezione civile regionale che, in coordinamento con il dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri, determina le modalità e il luogo dove svolgere la sorveglianza sanitaria e l’isolamento fiduciario, a carico esclusivo delle persone sottoposte alla predetta misura”.

Scelte diverse regione per regione

Lazio. Per via del fatto che lo scalo di Fiumicino accoglie visitatori che provengono da ogni parte del mondo, nella regione Lazio è ancora in essere un accordo siglato con Federalberghi per l’uso di strutture alberghiere nelle quali ospitare chi non ha alternative, e che prevedono in genere un rimborso di una quarantina di euro al giorno per persona.

Nei giorni scorsi, sempre nel Lazio, quando è stata rilevata la presenza di un focolaio legato ad alcuni cittadini del Bangladesh atterrati a Fiumicino, è intervenuto però l’Hilton Airport, che senza alcun accordo in essere ma “per senso civico” ha accolto un centinaio di persone.

Campania. Nessun accordo con gli alberghi per la quarantena invece in Campania, dove si procede con la misurazione della temperatura corporea di chi arriva e solo nel caso in cui si rilevi la presenza di febbre si procede con il trasferimento presso i Covid Hospital.

Sicilia e Calabria. Per quel che riguarda invece Sicilia e Calabria, è previsto il censimento obbligatorio per tutti gli arrivi. Si devono fornire diverse informazioni, tra cui il luogo di provenienza e dove si intende soggiornare. “Se ci si sottopone al tampone, e l’esito è negativo, allora si può circolare, altrimenti c’è obbligo di isolamento per 14 giorni” affermano fonti ufficiali della giunta calabrese.

Puglia. In Puglia chiunque arrivi da fuori regione deve segnalare l’arrivo attraverso il portale PugliaSalute. Si deve quindi compilare il modulo di autosegnalazione che va inviato al proprio medico curante, se si è residenti in Puglia, altrimento alla Asl territoriale competente.

Dalla Regione Puglia spiegano che “nel caso in cui non sia possibile identificare un domicilio presso cui effettuare l’isolamento, sarà cura della Protezione Civile Regionale individuare modalità e luogo presso cui svolgere tale misura”.

Toscana. In Toscana, spiegano dall’ente regione “abbiamo un criterio sull’albergo sanitario relativo alle condizioni di sovraffollamento, cioè quando lo spazio abitativo non è adeguato ad effettuare una quarantena e laddove si riscontrano più casi di contagio nello stesso nucleo abitativo, chiediamo al sindaco della città di disporre l’albergo sanitario perché la costituzione non prevede il trattamento sanitario obbligatorio di alcun tipo se non in casi di autolesionismo”.

“In questo caso disponiamo di strumenti che tendono a rafforzare l’opzione dell’albergo sanitario” spiegano ancora dalla Regione Toscana “è quello che abbiamo fatto fin dall’inizio perché siamo stati la prima regione a fare un accordo con Federalberghi per attrezzare duemila posti letto in albergo sanitario con un accordo del 7 aprile”.

Liguria. Quello dei casi di coronavirus importati dai Paesi extra-Schengen è uin problema sicuramente dell’intera Ue, ma è al tempo stesso un problema nazionale per ciascun Paese membro.

Un concetto che viene sottolineato dalla Regione Liguria, che lamenta la mancanza di uno scambio di informazioni tra chi riceve visitatori provenienti da Paesi al di fuori dell’Ue, e chi poi si trova ad accoglierlo nel proprio territorio.

“Queste persone compilano un modulo con autodichiarazione dove indicano un domicilio e dicono da dove provengono, ma questi dati devono essere messi a disposizione delle autorità sanitarie locali perché altrimenti arriveremo al punto che scopriamo che c’è stato un contagio solo quando uno di questi contagiati Covid asintomatico si presenta al pronto soccorso e chiede assistenza” spiegano dalla regione.

Friuli Venezia Giulia. Il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con delega alla Salute, Riccardo Ricciardi, ha illustrato il suo punto di vista in merito alle strategie di intercettazione precoce dei casi positivi al virus tra le persone che arrivano da Paesi extra Schengen.

“Il protocollo della rete territoriale sta funzionando per Monfalcone, ma ovviamente il problema riguarda tutto il Friuli Venezia Giulia e stiamo lavorando per estenderlo in modo da effettuare la sorveglianza sanitaria e l’isolamento fiduciario su persone alle quali è stato consentito l’ingresso in Italia da Stati o Paesi esteri diversi da quelli facenti parte dell’Ue e a cui è richiesta solo la comunicazione di arrivo al Dipartimento di prevenzione” ha spiegato Ricciardi.

Tuttavia “l’intercettazione di eventuali casi è particolarmente delicata per arrivi irregolari e per alcune categorie di persone, come ad esempio coloro che lavorano nel settore dei servizi alla persone: il ruolo dei Comuni e delle associazioni datoriali sarà in questa partita fondamentale” ha poi aggiunto il vicegovernatore della regione.

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