Per coloro che hanno fatto domanda per il Reddito di Cittadinanza a marzo 2019, cioè appena la norma è entrata in vigore, la scadenza naturale, quella dei 18 mesi, si è fatta ormai vicina. A meno che non si sia trovato un impiego, o per altre ragioni si siano persi i requisiti per ricevere il beneficio, dopo l’estate molti percettori del RdC si ritroveranno senza accredito.
Eppure esiste, almeno per ora, un modo per ricevere ancora il reddito di cittadinanza, anche dopo la scadenza naturale dei 18 mesi prevista per legge. In sostanza bisogna solo presentare una nuova domanda, e se sussistono ancora tutti i presupposti per aver diritto al RdC, si potrà ricevere l’accredito per altre 18 mensilità per un totale di 3 anni in maniera però non continuativa.
Prendere il reddito di cittadinanza per altri 18 mesi, ecco come fare
La scadenza naturale del reddito di cittadinanza, a meno che non vengano meno i requisiti, è fissata a 18 mesi, dopodiché il sussidio non viene più erogato. Significa che si percepisce l’ultima mensilità cui si ha diritto ma poi non viene fatto più alcun accredito.
I primi che si troveranno a fare i conti con la scadenza naturale del reddito di cittadinanza, sono naturalmente coloro che per primi hanno iniziato a ricevere il sussidio, vale a dire quelli che hanno fatto domanda a marzo 2019, ai quali spettano ancora solo poche mensilità, prima della scadenza fissata per legge dopo il diciottesimo mese.
Il RdC durerà ancora per tutta l’estate, ma in autunno il sussidio cesserà di essere erogato a chi ha fatto domanda a marzo 2019, ma questo non significa che non ci sia la possibilità di presentare nuovamente domanda, e se questa viene accolta si può ricevere il Reddito di Cittadinanza per altri 18 mesi, per un totale di 3 anni.
Per presentare la nuova domanda per il reddito di cittadinanza si dovrà allegare l’ISEE 2020 richiesto lo scorso gennaio, e se il richiedente risulterà in possesso dei requisiti potrà ricevere di nuovo il reddito di cittadinanza, ma ci sarà in ogni caso l’interruzione dell’erogazione del sussidio per un mese.
La legge che disciplina l’erogazione del reddito di cittadinanza stabilisce infatti che si può fare nuovamente richiesta per ricevere il sussidio, ma il rinnovo avviene “previa sospensione dell’erogazione del medesimo per un periodo di un mese”.
Ecco perché parliamo di reddito di cittadinanza per un periodo di 3 anni non continuativi. Tra le prime 18 mensilità e le successive 18 infatti ci sarà per legge una interruzione dell’erogazione del sussidio della durata di un mese, regola che però presenta una eccezione che riguarda però solo i beneficiari della pensione di cittadinanza.
Nel caso di nuclei familiari composti solo da persone che hanno dai 65 anni in su, e/o da componenti con disabilità, il rinnovo della pensione di cittadinanza non comporta infatti la sospensione del sussidio per un mese.
E se nel frattempo il reddito di cittadinanza venisse cancellato?
Alcune forze politiche hanno espresso in più occasioni la volontà di sopprimere la misura del reddito di cittadinanza, ma questo avveniva soprattutto prima dell’emergenza coronavirus, mentre ora è chiaro che questa forma di sostegno alle famiglie assume una importanza ancora più determinante visto il drastico crollo dell’economia che stiamo fronteggiando.
Ma cosa succederebbe se il reddito di cittadinanza venisse alla fine cancellato? Per coloro che già percepiscono il sussidio non cambia nulla, così come non cambia nulla per quelli che hanno già fatto domanda di rinnovo e questa è già stata accolta.
Se un domani il reddito di cittadinanza dovesse alla fine essere soppresso, verranno semplicemente bloccate le nuove domande, mentre i percettori continuerebbero a ricevere il sussidio normalmente, a patto che continuino a sussistere tutti i requisiti stabiliti dalla legge.
Per altre 18 mensilità di reddito di cittadinanza cambiano le regole
Si può fare domanda per ricevere il reddito di cittadinanza per altri 18 mesi, come abbiamo detto, a patto che sussistano i requisiti stabiliti dalla legge, ma le regole diventano più restrittive dal momento in cui viene approvato il rinnovo del RdC.
Il beneficiario infatti, che ha firmato con il centro per l’impiego il Patto per il Lavoro, non potrà più rifiutare alcuna offerta di lavoro, anche se questa dovesse provenire da una città distante centinaia di chilometri da quella in cui si risiede. E se l’offerta dovesse essere rifiutata, il diritto al reddito di cittadinanza decade, con la possibilità di presentare di nuovo domanda ma solo dopo 18 mesi, che diventano 6 nel caso in cui nel nucleo familiare sia presente un disabile o un minore.
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