Siamo ancora all’inizio della Fase 2, quella della convivenza con il virus di cui il premier Giuseppe Conte in più occasioni ha parlato. In questa prima settimana ormai terminata, hanno riaperto alcune attività ma per molte altre ci sarà ancora da aspettare. L’economia inizia a rimettersi in moto ma i ritmi restano molto bassi, e prima che si possa iniziare anche solo a parlare di ripresa, di tempo dovrà passarne ancora molto.
I cantieri hanno riaperto in Italia, e i bar hanno iniziato a sollevare le saracinesche anche se solo per servizio di asporto, mentre in Germania sono già allo step in cui ricominciano le lezioni e riaprono le scuole. Una emergenza coronavirus che di fatto i Tedeschi hanno vissuto e affrontato in maniera completamente diversa dalla maggior parte dei Paesi dell’Ue.
Ad ogni modo la “riapertura parziale” ci permette di ricominciare a lavorare, ad uscire e a produrre PIL, anche se le previsioni sono pessime per il 2020, con un debito pubblico che dovrebbe salire fino al 159%.
Ci vorrà tempo prima che si possa iniziare a ricucire l’enorme strappo nel tessuto economico e sociale italiano, alcuni parlano addirittura non di mesi bensì di anni. Ma cosa dobbiamo aspettarci dopo questi due mesi di lockdown? La società GAM SGR Investment ci aiuta a capire in che modo si evolverà la situazione sotto l’aspetto finanziario.
Paolo Mauri Brusa, gestore del team Multi Asset Italia di GAM SGR, partendo dalle stime di un calo del PIL italiano compreso tra il 5% ed il 12% nel 2020, ha parlato di mercati che “si sono portati avanti e hanno già comprato buona parte della ripresa futura, sposando lo scenario di un recupero veloce e senza intoppi”.
In questa previsione però si presuppone che le misure di contenimento adottate fino ad ora, e le norme precauzionali stabilite per la Fase 2 funzionino a dovere, e soprattutto non è stato messo in conto un nuovo stop, dovuto ad esempio ad un incremento del numero dei contagi, o peggio ancora ad un eventuale ritorno del coronavirus ad esempio in autunno, come in molti temono.
Si teme infatti che contrariamente a quanto si è visto nelle ultime settimane di aprile, l’ottimismo inizi a lasciare il posto ad un comportamento più prudente nei mercati. Una maggiore cautela la si può osservare invero già da qualche giorno, ed è anche per questo che il consiglio agli investitori è quello di tenere sotto osservazione la curva dei contagi anche negli altri Paesi dell’Ue, in primis Germania e Francia.
Doveroso però continuare a monitorare la situazione dei contagi in Italia soprattutto, essendo stato il Paese dell’Ue colpito per primo e quindi per primo ad introdurre misure restrittive, nonché uno dei Paesi più colpiti dalla pandemia di coronavirus. In questa fase quindi continua a svolgere il suo ruolo di apripista.
Secondo Paolo Mauri Brusa, se nella maggior parte dei Paesi dell’Ue i dati relativi ai contagi dovessero confermare le previsioni positive, la “fase 3” dei mercati finanziari potrà innescare una ripresa più ampia, che abbraccerà anche i settori più ciclici comprese le piccole e medie capitalizzazioni ed i segmenti più rischiosi del credito.
A conferma di ciò basta volgere uno sguardo alla Cina, dove sia la domanda di energia che il settore manifatturiero stanno mostrando un rapido ritorno ai ritmi pre-crisi. Diverso il discorso che riguarda i consumi, dove è stato riscontrato un recupero differenziato, con una flessione sui beni di prima necessità marginale e di durata breve, mentre sugli altri beni è stato rilevato un calo molto più deciso.
Da GAM Investments fanno sapere che nell’ambito del turismo, il settore dei viaggi e della ristorazione avranno bisogno di tempi molto più lunghi prima di conoscere una ripresa. Il problema è che, se dovesse esserci un peggioramento evidente del dato relativo ai contagi, la Fase 3 dell’economia finirà per somigliare molto più alla Fase 1, anche se, a guardare la Cina viene da pensare che il rischio sia contenuto almeno per il prossimo futuro.
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