Il Commissario speciale all’emergenza Domenico Arcuri ha firmato l’Ordinanza con cui si dispone “di procedere alla stipula del contratto di concessione gratuita della licenza d’uso sul software di contact tracing e di appalto di servizio gratuito con la società Bending Spoons Spa”, gettando in questo modo le basi per il lancio della app italiana per il tracciamento del contagio da Covid-19.
La nuova app, che permetterà di tracciare gli spostamenti di chi deciderà di scaricarla e installarla sul proprio dispositivo mobile (smartphone/iPhone), non sarà dotata di geolocalizzazione, almeno inizialmente, e potrà essere scaricata su base volontaria. Prima del lancio su tutto il territorio nazionale, la app verrà testata in alcune Regioni pilota.
Il commissario Arcuri firma l’ordinanza per la app di tracciamento
Il commissario straordinario Arcuri ha firmato nella mattinata di ieri l’Ordinanza numero 10 del 16 aprile, che ora è possibile trovare sul sito del Governo. Nell’ordinanza si legge:
“La società Bending Spoons Spa esclusivamente per spirito di solidarietà e, quindi, al solo scopo di fornire un proprio contributo, volontario e personale, utile per fronteggiare l’emergenza Covid-19 in atto, ha manifestato la volontà di concedere in licenza d’uso aperta, gratuita e perpetua, al commissario straordinario per l’attuazione ed il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica Covid-19 e alla Presidenza del Consiglio dei ministri, il codice sorgente e tutte le componenti applicative facenti parte del sistema di contact tracing già sviluppate. Nonché per le medesime ragioni e motivazioni e sempre a titolo gratuito ha manifestato la propria disponibilità a completare gli sviluppi informatici che si renderanno necessari per consentire la messa in esercizio del sistema nazionale di contact racing digitale”.
La app per il tracciamento dei cittadini che decidono di installarla sarà uno dei pilastri su cui si baserà la Fase 2, quella della convivenza con il virus. Ed è l’Europa a fissare i paletti per quel che riguarda il funzionamento della app Immuni, che dovrà garantire l’anonimato del cittadino ed escludere la geolocalizzazione.
L’uso della app sarà volontario e il suo funzionamento si baserà sulla tecnologia Bluetooth. Per il Garante della Privacy, Antonello Soro, la app sarà “un importante pilastro nella gestione della fase successiva dell’emergenza”, e intanto il commissario Domenico Arcuri auspica “una massiccia adesione volontaria dei cittadini”.
Il progetto della app Immuni, bluetooth e anonimato
L’applicazione è stata messa a punto dalla società milanese Bending Spoons Spa, in partnership con il Centro Diagnostico Santagostino di Luca Foresti e Jakala, ed è stata chiamata Immuni. La app ha superato la selezione del ministero dell’Innovazione che vedeva in gioco oltre 300 proposte alternative.
Il suo funzionamento si basa sulla tecnologia Bluetooth, e sulla stessa linea procederanno anche gli altri Paesi dell’Ue che “stanno convergendo verso un approccio comune” con “soluzioni che minimizzano il trattamento dei dati personali” come si legge nel documento che è stato stilato nella giornata di ieri.
La app dovrà essere su base volontaria, e dovrà disporre del requisito della interoperabilità tra i Paesi membri, ed in particolare si sottolinea che la tecnologia più idonea al tracciamento è quella del bluetooth, in grado di calcolare con “sufficiente precisione (1 metro circa) la vicinanza” tra le persone, ed in questo modo avvertire il possessore dell’app nel caso di contatto con soggetti contagiati dal Covid-19.
“I dati sulla posizione dei cittadini non sono necessari né consigliati ai fini del tracciamento del contagio” sottolineano dall’Ue e precisano che lo scopo dell’app “non è seguire i movimenti delle persone o far rispettare le regole” in quanto in tal caso emergerebbero “rilevanti problemi di sicurezza e privacy”.
Ma come sarà possibile mantenere anonimi i soggetti che decidono di utilizzare la app? A tale scopo l’applicazione utilizzerà un ID, identificativo dell’utente, “anonimo e temporaneo che consenta di stabilire un contatto con gli altri utenti nelle vicinanze”.
Un sistema questo che in Europa è stato già messo a punto, e si chiama Pepp-Pt, acronimo che sta per Pan-European Privacy-Preserving Proximity Tracing. Si tratta del risultato raggiunto da un gruppo di 130 ricercatori e 32 aziende (tra cui la Fondazione ISI di Torino) e istituti di ricerca dislocati in 8 Paesi. Bending Spoons e Vodafone sono tra i partner del progetto.
L’iniziativa della Lombardia con la app della Protezione Civile
Si tratta di una app che era stata già lanciata il 31 marzo scorso dal vicepresidente della Regione Fabrizio Sala, ed utilizzata in passato dalla Protezione Civile Lombardia per le allerte. Si chiama AllertaLOM ma non traccia in alcun modo la posizione di chi ne fa uso, infatti non si serve della geolocalizzazione, ma si limita a raccogliere informazioni che potrebbero aiutare ad individuare con certo anticipo i casi di coronavirus.
Sono stati lanciati diversi appelli ai cittadini lombardi nei giorni scorsi, ed ora il presidente della Regione ha deciso di passare al metodo dell’invio di sms istituzionali di massa, così come disposto dall’ordinanza del 9 aprile scorso.
Tutti coloro che risiedono in territorio lombardo riceveranno quindi un sms che recita: “Regione Lombardia-CercaCovid: scarica app AllertaLOM e compila ogni giorno il questionario anonimo sul tuo stato di salute. Aiuterai a tracciare la mappa del contagio”.
I cittadini possono quindi andare direttamente nell’Apple Store o nel Google Play Store per scaricare e installare la app sul proprio dispositivo. Poi non dovranno far altro che compilare in questionario reso disponibile a seguito del recente aggiornamento dell’applicazione per l’utilizzo nel contesto dell’emergenza coronavirus.
I dati personali, assicurano dalla Regione, verranno acquisiti dall’ente in forma del tutto anonima e anche in questo caso l’adesione è su base volontaria. Sono stati in molti però a decidere di scaricare la app AllertaLOM della Protezione Civile, secondo la Regione al 6 aprile si contavano circa 800 mila utenti, 675 mila dei quali hanno preso parte al progetto “CercaCovid”.
Sono stati compilati complessivamente 960 mila questionari. Si tenga conto infatti che ad ogni utente si richiede di compilare il questionario più volte a pochi giorni di distanza.
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