Per far fronte all’emergenza coronavirus il Governo ha dapprima introdotto delle limitazioni agli spostamenti e per le attività commerciali in Lombardia e in altre 14 province del Nord Italia. In seguito lo stesse limitazioni sono state estese, con il decreto governativo del 10 marzo a tutto il resto del Paese, ed è solo di ieri la notizia di un ulteriore irrigidimento delle restrizioni.
Con il decreto si sospendono di fatto, seppur temporaneamente, le libertà individuali garantite dalla Costituzione, per tutelare la salute dei cittadini di fronte al rischio di contagio da coronavirus.
Ma cosa si può fare e cosa no ora che le restrizioni imposte dal decreto sono state estese a tutta Italia? Il decreto è stato soprannominato “Io resto a casa” proprio perché invita i cittadini a non uscire di casa se non strettamente necessario, e quindi in molti si domandano se è possibile fare la spesa, prima di tutto, o uscire a comprare le sigarette, portare a spasso il cane e cose simili.
Il decreto stabilisce che le ragioni per cui è consentito uscire di casa rientrano sostanzialmente in tre casi:
- Comprovate esigenze lavorative
- Questioni di salute
- Altre necessità
Al cittadino è fatto obbligo, in linea generale, di compilare l’apposito modulo per l’autocertificazione, con il quale si indicano le ragioni dello spostamento, e la tratta dello spostamento, quindi da dove si proviene e dove ci si sta dirigendo. Il modulo deve essere firmato dal cittadino che ne fa uso, ed esibito, se richiesto, alle forze dell’ordine.
Ma quindi si deve avere l’autocertificazione per fare la spesa, per comprare le sigarette, o fare una passeggiata? Se si esce di casa per un breve spostamento, come quello che ci permette di raggiungere il tabaccaio sotto casa, non serve alcuna autocertificazione. Così come non serve autocertificazione per andare a fare la spesa al supermercato.
Il dubbio però, su quali siano i casi in cui si deve essere in possesso di autocertificazione sono più che legittimi. A queste domande ha anche risposto lo stesso Walter Ricciardi, medico consulente del ministero della Salute, che ne ha parlato anche nel corso di una intervista concessa a Radio Capital per la trasmissione “Circo Massimo”.
E come riportato dall’Agi, Ricciardi ha spiegato che: “gli spostamenti più importanti, che comportano un mezzo di locomozione o un mezzo pubblico, vanno motivati. Ma se uno esce di casa per fare la spesa non c’è bisogno dell’autocertificazione“.
Possiamo quindi concludere che per fare la spesa non occorre essere in possesso dell’autocertificazione, in genere, ma se per raggiungere il supermercato prendiamo la macchina, magari perché il negozietto sotto casa ha chiuso, allora l’autocertificazione potrebbe essere richiesta.
Sempre a Radio Capital, Walter Ricciardi ha aggiunto: “il segnale che va dato è di stare a casa e di non muoversi, perché si potrebbe essere attenzionati da parte delle forze dell’ordine e se non ci si è mossi per un motivo importante si è passibili di sanzione”.
E la sanzione prevista, nello specifico, può andare dall’ammenda di 206 euro fino alla reclusione fino ad un massimo di 3 mesi. In ogni caso, sempre per quel che riguarda l’autocertificazione, per chi non avesse la possibilità di scaricare e stampare il modulo, sono le stesse forze dell’ordine a fornirlo al cittadino, che non deve far altro che compilarlo seguendo le indicazioni ivi riportate, ed attenendosi alle istruzioni dell’agente preposto al controllo.
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