Per l’Oms fino ad ora si è sempre trattato di epidemia, e non invece di pandemia, termine che si utilizza generalmente per indicare la diffusione di un virus su scala molto più ampia. Ora però qualcosa sta cambiando, e forse l’Organizzazione Mondiale della Sanità sta per cambiare la definizione, ed in quel caso si inizierebbe a parlare di pandemia di coronavirus.

Cosa succederebbe in questo caso? Ai singoli Stati l’Oms chiederebbe, in caso di pandemia, di fare un passo indietro e di rispettare le sue direttive volte ad impedire un ulteriore aggravarsi della situazione dei contagi nel mondo.

Sarebbe quindi in questo scenario che i vari Paesi si troverebbero ad adottare misure ancora più drastiche come lo stop delle attività produttive, limiti alla circolazione via terra, che potrebbero interessare prima di tutto proprio l’Italia, visto che al momento risulta essere il terzo Paese come numero di casi di contagio, ed il secondo come numero di vittime di COVID-19.

A parlare di pandemia di coronavirus dapprima era stato solo il ministro della Salute del Governo della Germania, ma ora sembra che anche l’Oms stia iniziando a valutare seriamente di adottare la stessa definizione. Anche tra gli esperti dell’Oms si parla di “fase 6” che equivale in sostanza al “periodo pandemico”.

Nel cosiddetto “periodo pandemico”, stando a quanto lo schema di classificazione delle epidemie adottato dall’Oms afferma, si devono adottare misure finalizzate a minimizzare l’impatto, ma che non possono essere efficaci al fine di bloccare la diffusione del virus, ritenuta in questa fase ormai inevitabile. Lo scopo delle misure che si adottano in questo caso è quello di evitare repentine impennate del numero dei contagi che mandino sotto stress i servizi sanitari.

Pandemia di coronavirus? Si aspettano dati di Africa e America Latina

Entro una settimana circa l’Oms, dalla sede di Ginevra, proclamerà con ogni probabilità lo “stato pandemico” come ha detto lo stesso Walter Ricciardi dell’executive board dell’organizzazione che ha spiegato che serve giusto “il tempo di avere dati consolidati anche dall’Africa e dall’America Latina”.

Per i Centri statunitensi per la prevenzione e il controllo delle malattie (Cdc) sussistono già due delle tre condizioni perché si possa parlare di pandemia di Covid-19. Il primo è che si diffonde tra persone, mentre il secondo è che può portare alla morte dell’organismo ospite. Il terzo criterio rischia di essere soddisfatto a breve ed è quello della sua espansione, infatti deve trattarsi di “diffusione su scala mondiale”, requisito che potrebbe essere accertato appena arriveranno i dati certi sui focolai africani e sudamericani.

Per l’Oms siamo ancora in Fase 5, allerta pandemica

Ufficialmente la posizione dell’Oms è che ci troviamo nella Fase 5, cioè quella di “allerta pandemica” nella quale si cerca di “contenere” il contagio. In questa fase è ancora possibile isolare una persona colpita e tracciare e mettere in quarantena le persone con cui è entrata in contatto.

“Ma stiamo già passando alla fase successiva di ‘mitigazione’, ossia quella di riduzione del danno visto che non si può più bloccare la diffusione del virus” ha spiegato Walter Ricciardi. In caso di pandemia invece la strategia dell’Oms cambia.

“Con la dichiarazione dello stato pandemico l’Oms può mandare i suoi operatori in loco, come fanno i caschi blu dell’Onu” e soprattutto “può chiedere ai singoli Paesi di adottare misure di mitigazione, come il fermo di alcune attività o dei trasporti anche via terra“. E se uno Stato si rifiuta di rispettare le disposizioni dell’organizzazione? Si tratterebbe di “mancata applicazione di norme internazionali, che implica l’applicazione di sanzioni”.

All’Oms intanto si parla della strategia da applicare in caso di pandemia, una strategia che non sarà univoca, infatti si pensa ad un approccio simile a quello della Cina che a Wuhan ha adottato misure di mitigazione mentre nelle altre aree del Paese, meno colpite, è stata adottata “una strategia di contenimento” come spiega Bruce Aylward, braccio destro del direttore generale dell’Oms.

Quindi anche in caso di pandemia non verranno applicate le stesse misure ovunque, ma in base alle situazioni le limitazioni potranno essere più o meno restrittive, ed in ogni caso commisurate al livello di diffusione del virus, ma vista la situazione in cui si trova l’Italia, specie nelle regioni del Nord, difficilmente l’Oms si limiterà a suggerirci misure blande.

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