Turchia e Russia hanno trovato un accordo per interrompere l’escalation di violenza che in questi giorni si era innescata nei territori del nord della Siria che confinano con la Turchia. Il presidente Vladimir Putin ancora una volta impegnato nella trattativa è giunto ad un accordo con il presidente Recep Tayyip Erdogan, ma intanto l’Onu parla di un milione di sfollati e la Grecia è in pieno allarme immigrazione.
Nella regione dell’Idlib interessata dagli scontri, il cessate il fuoco partirà dalla mezzanotte in base agli accordi presi tra i presidenti di Turchia e Russia. Parte degli accordi è l’istituzione di un corridoio di sicurezza di 12 chilometri di larghezza che percorre la regione lungo l’autostrada M4, e che sarà messo sotto sorveglianza congiunta di forze turche e russe a partire dal 15 marzo. Una zona cuscinetto di 6 chilometri di ampiezza sarà invece istituita per separare i militari turchi da quelli siriani.
L’incontro tra i rappresentanti dei due Paesi è durato sei ore, ma alla fine sembra abbia prodotto i risultati sperati. Mosca e Ankara sono giunti alla conclusione che non esiste una soluzione militare alla crisi in Siria, e che la sovranità e l’integrità territoriale del Paese devono essere rispettate.
“Entrambi crediamo che si debba mantenere l’integrità territoriale della Siria e che si debbano combattere i terroristi” ha dichiarato il presidente Vladimir Putin “spero che questi accordi contribuiscano a costruire una base per fermare l’escalation in Siria e fermare la crisi umanitaria”.
“Le forze del regime siriano hanno violato gli accordi, e gli abitanti di Idlib sono scappati” ha invece affermato Recep Tayyip Erdogan, che ha accusato Assad di voler “spazzare via i civili in quella regione” e ha aggiunto: “noi non staremo a guardare”.
Nella giornata di ieri in compenso gli scontri sono andati avanti, con decine di attacchi aerei russi contro città e villaggi di Jabal al-Zawiya, nella provincia di Idlib. Contemporaneamente le forze siriane di Assad hanno attaccato via terra le località di Al-Fatira e Fleifel dove hanno affrontato le milizie dell’opposizione e jihadiste. L’Osservatorio siriano per i diritti umani parla di vittime su entrambi i fronti.
La crisi umanitaria. Onu: “un milione di sfollati”
Si aggrava intanto la crisi umanitaria. Secondo l’Onu il numero degli sfollati è salito a un milione e di questi la stragrande maggioranza sarebbe composta da donne e bambini che attualmente sono in fuga nel nord-ovest della Siria.
L’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento umanitario (OCHA) parla di un milione di sfollati in più dal primo dicembre ad oggi, rispetto al conteggio che era stato fatto nel fine marzo scorso. Donne e bambini compongono l’80% del totale delle persone in fuga dalla Siria, i minori sono il 60%.
Queste persone si trovano in un’area che ha da una parte la linea dell’avanzata delle forze di Assad su Idlib e Aleppo, e dall’altra in confine con la Turchia. Un confine, quello siriano, che da anni ha sbarrato le porte ai profughi provenienti dalla Siria. D’altra parte dal 2011 ad oggi in Turchia si sono rifugiati oltre tre milioni di civili siriani.
Nella zona controllata dall’esercito turco in Siria che comprende le aree di Idlib e Aleppo, vivono circa 4 milioni di persone, e 2 milioni e 800 mila di questi civili hanno in questo momento urgente bisogno di assistenza umanitaria.
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