Si sta diffondendo rapidamente il contagio dal nuovo ceppo di Coronavirus, con un caso registrato in Germania proprio nella giornata di ieri, oltre ai tre casi accertati in Francia. Anche in Italia potrebbe esserci un contagio, si tratta di una donna cinese originaria della provincia dell’Hubei in viaggio verso la città di Lucca.
Intanto l’allarme dell’Oms per quel che riguarda l’epidemia da coronavirus scoppiata in Cina non rappresenta più una minaccia “moderata” per il resto del mondo, come inizialmente riportato da 5 rapporti, ma viene classificata ora come “elevata”.
L’Oms corregge il rapporto: la minaccia del coronavirus non è “moderata” ma “elevata”
Sale a 106 il numero dei morti da contagio del nuovo ceppo di coronavirus con epicentro nella città di Wuhan nella provincia cinese dell’Hubei, e l’Organizzazione Mondiale della Sanità, dopo aver classificato la minaccia come “moderata” nei primi 5 rapporti, corregge ora il tiro e parla di minaccia “elevata”.
Lo ha definito un “errore di formulazione” che è stato ora corretto nella sesta e più recente relazione sul contagio che è stata diffusa nella giornata di ieri, lunedì 27 gennaio. Una svista che di certo non lascia indifferenti, e che non pochi criticheranno.
L’Oms infatti, dopo aver riunito il suo comitato di emergenza, non aveva deciso di dichiarare quella derivante dalla diffusione del nuovo ceppo di coronavirus come una “emergenza di sanità pubblica di portata internazionale” una classificazione che in passato era stata utilizzata nei casi di altre epidemie come quella dell’H1N1, della Zika e dell’Ebola.
Ora però il pericolo in Cina è “molto elevato” secondo l’Oms, con un bilancio in continuo aggiornamento che raggiunge nella giornata di ieri i 106 morti confermati e 4.000 contagi accertati. Inevitabile un raffronto con l’epidemia di Sars che nel 2003 aveva causato un totale di 774 vittime.
È stato accertato anche il primo decesso nella capitale cinese, con un uomo di 50 anni tornato da Whuan a metà gennaio dopo una permanenza di una sola settimana, che ha contratto la polmonite causata dal virus rivelatasi purtroppo fatale. 1.500 invece i nuovi casi di contagio confermati nella provincia dello Hubei.
Nel frattempo il premier Li Keqiang è stato messo a capo del comitato di emergenza incaricato di gestire la crisi coronavirus e si è recato in visita a Wuhan che è la città da cui è partita l’epidemia.
Il premier, che per l’occasione indossava la mascherina anti-contagio, ha pronunciato parole di incoraggiamento in direzione dei medici degli ospedali e degli operai del cantiere nel quale si sta costruendo a tempi record la nuova struttura ospedaliera che entro domenica dovrebbe essere in grado di accogliere i contagiati nei suoi mille posti letto.
Nonostante questo esempio di efficienza, da parte dei cittadini cinesi giungono attraverso il web pesanti critiche nei confronti delle autorità locali, colpevoli di non aver gestito l’epidemia con la dovuta accortezza.
La rabbia e la frustrazione sono rivolte in particolare verso il sindaco di Wuhan e verso il governatore dello Hubei, che secondo i cittadini hanno sottostimato i rischi di contagio e anche i media di regime si sono dimostrati dello stesso avviso, pertanto ci si aspetta che ad epidemia superata siano tra i primi a pagare per i propri errori di valutazione.
Per meglio controllare l’espandersi del nuovo ceppo di coronavirus, le autorità cinesi hanno raccomandato ai propri connazionali di evitare i viaggi all’estero a meno che non siano strettamente necessari.
“Si raccomanda ai residenti di posticipare la data prevista per viaggi non necessari” è stata la comunicazione diramata dall’Amministrazione per l’immigrazione nazionale, che ha sottolineato l’importanza della “riduzione dei movimenti trans-frontalieri” ritenuta utile a “prevenire e controllare l’epidemia”, con inevitabili ripercussioni economiche specie per i Paesi asiatici, la cui economia beneficia notevolmente del turismo proveniente proprio dalla Cina.
Una misura necessaria per arginare il diffondersi di una epidemia che ha già mietuto oltre 100 vittime nella sola provincia di Hubei, focolaio dell’epidemia, mentre vengono confermati altri 1.500 nuovi casi di contagio per un totale che nella sola Cina supera i 4.000 malati.
Il Governo ha inoltre disposto il rinvio fino a data da destinarsi dell’apertura delle scuole per l’inizio del secondo semestre, senza peraltro fornire ulteriori dettagli in merito al provvedimento. Intanto le conseguenze dell’epidemia di Coronavirus si fanno sentire anche sull’economia.
Le misure di prevenzione nel resto del mondo
Misure di prevenzione sono state adottate dalla Casa Bianca, infatti è nella stessa giornata di oggi che è prevista la partenza di un Boeing inviato dal Governo degli Stati Uniti per prelevare i diplomatici del consolato e alcuni cittadini americani per riportali a San Francisco.
Misure precauzionali sono state adottate anche dai Governi di Giappone, Germania, Regno Unito, Francia e Italia. Tra gli stranieri rimasti bloccati a Wuhan ci sono infatti anche sessanta cittadini italiani, che per ora non possono lasciare la città epicentro dell’epidemia. Tra le soluzioni prospettate, quella di una via d’uscita “via terra” che prevedrebbe una sosta di due settimane in quarantena in un’altra città cinese.
L’unità di crisi della Farnesina ha riferito che ci sono però altre possibili soluzioni in fase di valutazione, come quella di un rimpatrio diretto via aereo, per la quale però non sono stati ancora comunicate tempistiche e modalità esatte, anche perché molto dipende dall’autorizzazione che deve arrivare da Pechino.
Secondo The Lancet la malattia potrebbe essere asintomatica
Ma altrettanto preoccupante la notizia di un articolo apparso su The Lancet, nota rivista scientifica inglese, nel quale la malattia viene descritta come probabilmente asintomatica, il che naturalmente ne renderebbe molto pià complessa la diagnosi, e quindi il contenimento.
L’articolo apparso su The Lancet è stato commentato dal virologo Roberto Burioni su MedicalFacts. Il dottore ha infatti spiegato “sembra possibile l’esistenza di pazienti asintomatici, che stanno bene, non hanno febbre, ma possono diffondere il coronavirus. Il che significa che la misurazione della temperatura agli aeroporti potrebbe non essere sufficiente per bloccare la diffusione della malattia. La lotta contro quest’infezione sarà più difficile del previsto” conclude il virologo.
Lo studio citato dal medico italiano, riportato nell’articolo di The Lancet, trae spunto dagli esami effettuati su una famiglia cinese formata da sei componenti, con origini nella provincia di Guangdong e di recente recatisi a Wuhan, epicentro dell’epidemia.
Secondo lo studio infatti tutti e sei i membri della famiglia esaminata hanno contratto il virus, ma il più piccolo, un bambino di 10 anni, non avrebbe mostrato nessun sintomo. Un dato preoccupante, definito dal virologo Burioni “una pessima notizia”, e anche un elemento “che potrebbe rendere molto più problematico il controllo di questo virus”.
Il Coronavirus arriva in Francia e Germania, un caso sospetto in Italia
Nei giorni scorsi si era parlato di casi sospetti a Parma e a Bari, casi che si sono poi rivelati falsi allarmi. Allo stesso modo la donna di 40 anni, rientrata da un viaggio nella città di Wuhan e successivamente ricoverata presso il reparto Infettivi dell’ospedale San Martino di Genova, che aveva mostrato sintomi quali febbre alta e difficoltà respiratorie, è risultata non essere contagiata dal coronavirus.
A Pistoia però una 53enne di origini cinesi è stata ricoverata proprio nella giornata di ieri presso l’ospedale San Jacopo per un “caso sospetto di coronavirus”. La notizia è stata comunicata con una nota dall’Asl Toscana Centro.
La donna, una cinese originaria della provincia dell’Hubei (la provincia nella quale si sono verificati quasi tutti i decessi accertati ad oggi per contagio da coronavirus) viaggiava con una comitiva di una ventina di turisti cinesi a bordo di un pullman con direzione Lucca. La donna, durante il viaggio, ha accusato una sintomatologia simile all’influenza, con un lieve rialzo della temperatura corporea.
“Precauzionalmente il mezzo su cui viaggiava la signora si è fermato nell’area di servizio di Serravalle Pistoiese della A11″ hanno riferito dall’Asl di Pistoia, che ha anche specificato che “è stata chiamata la centrale operativa 118 Empoli-Pistoia che ha soccorso la paziente trasferendola nel pronto soccorso di Pistoia, dove i sanitari hanno subito attivato le procedure previste dal protocollo ministeriale per questi casi”.
La stazione di servizio è stata quindi prontamente isolata per evitare il rischio di contagio. Gli altri viaggiatori, tutti cinesi, hanno poi ripreso il viaggio ma anche per loro sono previsti tutti gli accertamenti del caso.
Non è ancora possibile avere la certezza che la signora ricoverata presso l’ospedale di Pistoia abbia effettivamente contratto il coronavirus, si attende una conferma o una smentita nelle prossime ore.
Intanto però è stato confermato il primo caso in Germania dopo i 3 casi accertati nei giorni scorsi in Francia. Il caso riguarda un cittadino tedesco che si trova nello Stato sudorientale della Bavaria. A darne notizia il ministero della Salute bavarese. “Un uomo della zona di Starnberg è stato infettato dal nuovo virus” hanno dichiarato dal ministero “è stato posto sotto controllo medico e in isolamento”.
Un portavoce del ministero ha anche informato che il paziente si trova attualmente “in buone condizioni mediche” ma non ha aggiunto ulteriori dettagli. Nel frattempo ai parenti sono state fornite tutte le istruzioni utili per riconoscere la malattia attraverso i sintomi che potrebbero iniziare ad apparire e sulle precauzioni igieniche da adottare.
Nessuna informazione è stata però diffusa in merito alle modalità, o in merito al dove e quando l’uomo abbia contratto il virus.
Annullati a Roma e Milano i festeggiamenti per il capodanno cinese
Intanto in Italia sono stati annullati i festeggiamenti previsti per il capodanno cinese nelle città di Roma e Milano. Viene quindi rimandata a data da destinarsi la grande festa promossa dalle comunità cinesi residenti in Italia, che il 2 febbraio non scenderanno in piazza per i festeggiamenti.
Una decisione che è stata presa in segno di solidarietà “verso il popolo cinese in Cina colpito dal coronavirus che non ha potuto festeggiare il capodanno lunare attraverso manifestazioni pubbliche” spiega Francesco Wu, membro del direttivo di Confcommercio Milano-Monza Brianza e rappresentante dei commercianti cinesi della Chinatown di Milano.
Allo stesso modo anche la festa che si sarebbe dovuta svolgere a Roma in piazza San Giovanni è stata annullata. A darne notizia la portavoce della comunità cinese a Roma Lucia King. “Abbiamo deciso di rinviare la festa per il Capodanno cinese in programma il 2 febbraio di San Giovanni a Roma” si legge sull’Ansa “abbiamo ricordato in modo congiunto con tutta la comunità che la festa deve essere rinviata perché c’è gente che sta male e non è il caso di festeggiare”.
“Ci dispiace perché i preparativi duravano da tre mesi, ma in questo momento è la scelta migliore” ha aggiunto Lucia King “comunicheremo in seguito una nuova data”.
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