Ha fatto il giro del web la notizia di Salvini che suona il campanello e parla con quello che riteneva poter essere uno spacciatore di droga di origini tunisine. La notizia, corredata da un video che mostra Salvini mentre parla al citofono, lì per lì non si sa ancora bene con chi, non poteva certo passare inosservata, ma si trattava davvero di uno spacciatore?

Non è chiaro chi abbia risposto al campanello quando il leader della Lega, guidato da una sua fan, ha citofonato per ‘verificare’ se quanto affermato dai residenti rispondesse a verità.

“Buonasera, ci può far entrare cortesemente?” chiede Salvini al citofono, circondato da giornalisti, telecamere e forze dell’ordine “ci hanno segnalato che da lei parte una pare dello spaccio della droga qua in quartiere” e aggiunge “ce l’hanno detto dei cittadini, hanno detto il giusto o è sbagliato?”

Dall’altra parte però arrivano risposte evasive, per quella che tende ad assumere sempre più le sembianze di una pagliacciata all’italiana. Questa la piega che ha preso un paio di giorni fa la campagna elettorale di Matteo Salvini per le regionali in Emilia Romagna, ora però il ragazzo ha deciso di rivolgersi a un legale.

Il profilo del presunto spacciatore di droga per ora appare quello di un ragazzo come tutti gli altri. In compagnia del migliore amico che gli fa da “guardia del corpo”  scansa i giornalisti. “Non voglio fare dichiarazioni” dice salendo in casa, poi scende di nuovo, fuma una sigaretta, risponde al telefono e poi con un cenno fa capire che non ha intenzione di rispondere alle domande dei giornalisti.

A difendere il ragazzo accusato di essere uno spacciatore dall’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, sarà la legale Cathy La Torre, lo stesso avvocato cui si sono rivolti anche i genitori del ragazzo. Si tratta però solo di uno studente, almeno fino a prova contraria, con una fidanzata e con la passione per lo sport. Infatti il giovane, 17 anni, gioca a calcio nell’Imolese.

Il fratello maggiore ha un profilo più ‘vivace’, pugile con precedenti penali “rissa, rapina, ma mai per spaccio” spiega Iaia “adesso ha la sua famiglia, lavora non abità più al Pilastro da due anni e mezzo. Si è messo la testa a posto” poi il ragazzo lancia un appello a Matteo Salvini: “rimuova quel video, non se ne può più”.

Il padre invece lavora come corriere per Bartolini, mentre la madre, italiana lavorava in una mensa ed ora è in pensione. “Mio padre ci è rimasto malissimo” ha confidato il ragazzo a Fanpage “io non faccio queste cose. Sono uno studente normalissimo, vado a scuola come tutti gli altri. Salvini non può presentarsi qui e chiedermi se spaccio, è diffamazione”.

Coi giornalisti preferisce non parlare, e spiega che la sera in cui Salvini ha suonato al citofono di casa sua, non aveva idea di essere registrato. Il quartiere del Pilastro è tutto dalla sua parte e per la serata di domani stanno organizzando una fiaccolata a sostegno della sua famiglia.

“Io mi sono messo a piangere quando ho visto quel video” racconta Giacomo Ganassi “quello è un bravo ragazzo, un amico di mio figlio, giocano a pallone insieme. Dicendo quelle cose Salvini ha offeso un po’ anche noi”.

Sconcertati anche altri ragazzi del quartiere “dal più piccolo al più grande ci conosciamo tutti” spiega un ventiquattrenne “ma io neanche ai tempi della Uno Bianca ho visto fare cose del genere. Non è concepibile. Non è mai successo, tutto solo per avere voti. Quella è una famiglia per bene. Poi lo sanno tutti che un ragazzino di 17 anni non può spacciare al Pilastro: se lo vede qualcuno gli tira le orecchie e lo rimanda subito a casa”.

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