È stato lo stesso sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, ad annunciare che il Mose funziona. O quantomeno funziona la parte meccanica che riguarda il sollevamento delle enormi paratoie che hanno il compito di separare la laguna della città dal mare aperto, proteggendo Venezia dal fenomeno dell’acqua alta.

Il Mose infatti, inteso come opera nel suo insieme, non è ancora del tutto finito. Manca tutta la parte che riguarda il sistema gestionale dell’infrastruttura. Deve essere quindi completata la parte ‘software’ che permette alle paratoie di alzarsi e di riabbassarsi, e manca quel sistema di norme in grado di stabilire quali sono le figure preposte ad innescare il meccanismo.

Bisogna ancora definire insomma chi si assumerà la responsabilità di far salire le paratoie, che ora a quanto pare si sollevano correttamente. Inoltre il collaudo eseguito ieri ha anche dimostrato che è stato risolto il problema che si era verificato in occasione di altre prove di sollevamento delle paratoie, che non rientravano nei rispettivi alloggiamenti a causa dell’infiltrazione della sabbia.

“Sono qui davanti al Mose e verifico di persona: funziona” ha dichiarato il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro con i giganteschi cassoni dipinti di giallo acido alle sue spalle. Si tratta di un’opera che fino ad ora è costata circa 5 miliardi di euro, ma come anticipato, la parte che è stata terminata riguarda quella in acciaio e cemento, per intendersi. In altre parole funzionano le braccia ma resta da ultimare il cervello che le muoverà.

Quella di porto San Niccolò è solo una delle quattro barriere, e si compone di 20 paratoie che separano la laguna di Venezia dal mare aperto. Le altre barriere che compongono il Mose sono quelle costruite alla bocca di porto di Malamocco, di Tre Porti e di Chioggia, per un totale di 78 paratoie.

La ministra dei Trasporti Paola De Micheli ha precisato che la prova eseguita consente di affermare che a partire da quest’estate il Mose sarà attivo e funzionante a tutti gli effetti.

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