Non si è fatta attendere la reazione iraniana all’omicidio del generale Suleimani ordinato da Trump. Sotto attacco nella notte due basi USA, quella di Al Asad e quella della città di Ebril dove stanziano anche soldati italiani. Le vittime dell’attacco, stando all’emittente di Teheran sono 80 tra gli americani, mentre la Casa Bianca smentisce.

Sono queste le prime dirette conseguenze dell’assassinio del generale Qassem Soleimani, molto amato dalla popolazione iraniana, come le stesse immagini dei suoi funerali dimostrano. Una folla oceanica si è raccolta nel giorno dell’addio al generale degli ayatollah e ora l’Iran grida vendetta.

All’1:20 della notte tra martedì e mercoledì, l’esercito iraniano ha sferrato un violento attacco contro due basi Usa. Sono stati lanciati poco meno di 30 missili in meno di mezz’ora, 22 dei quali hanno colpito la base di Al-Asad mentre altri 5 hanno raggiunto quella di Erbil.

Stando a quanto riferito dall’Ansa, nella base di Erbil non c’è stata alcuna vittima tra i soldati italiani che si trovavano nel bunker. Tutto il personale era infatti stato già radunato in un’area di sicurezza in vista delle possibili rappresaglie da parte dell’Iran.

Tra i soldati americani invece sarebbero 80 le vittime stando a quanto afferma l’emittente di Stato iraniana che ha parlato anche di una seconda ondata di attacchi. “80 terroristi americani uccisi” riferisce la Tv iraniana che aggiunge al conteggio anche 200 feriti. Notizie che vengono però prontamente smentite da fonti USA, che fanno sapere che i militari sono tutti illesi.

Nessuna vittima neppure tra i militari francesi, fa sapere Parigi, e allo stesso modo non è stato colpito nessun militare iracheno, stando a quanto riferiscono fonti ufficiali da Baghdad. Zero vittime anche tra Canadesi e Norvegesi, i primi a fornire il resoconto a seguito degli attacchi.

Il Pentagono intanto fa sapere che il presidente USA Donald Trump sta ancora valutando la risposta americana agli attacchi. “Va tutto bene!” ha scritto il presidente su Twitter nel frattempo, e il Consiglio di Sicurezza nazionale si è riunito a Washington alla presenza del segretario di Stato Mike Pompeo e del numero uno del Pentagono Mark Esper.

“Va tutto bene! Missili lanciati dall’Iran contro due basi militari USA situate in Iraq. Valutazione delle vittime e dei danni in corso in questo momento. Per ora tutto bene!” ha scritto su Twitter il presidente USA che ha poi aggiunto: “abbiamo l’esercito più potente e meglio equipaggiato al mondo! Rilascerò una dichiarazione domattina”.

E proprio nella mattinata (orario USA) infatti è attesa la dichiarazione del presidente Trump. Mentre è già arrivata quella dell’ayatollah Ali Khamenei. “Attacco riuscito” ha dichiarato Khamenei, che ha specificato che l’Iran “ha dato uno schiaffo agli Stati Uniti, ma non è ancora abbastanza e la presenza corrotta degli USA dovrebbe finire”.

Il ministro degli Esteri dell’Iran Mohammed Javad Zarif, ha invece scritto su Twitter: “noi non vogliamo l’escalation verso la guerra, ma ci difenderemo contro l’aggressione”. Il lancio dei missili contro le basi Usa in Iraq è stato definito dal ministro “una misura proporzionata di auto difesa” e non è mancata la minaccia di “azioni ancora più devastanti se solo gli USA dovessero decidere di rispondere al fuoco.

“Se l’Iran dovesse essere attaccato sul suo territorio, Dubai, Haifa e Tel Aviv verranno colpite in un terzo round di attacchi da parte dell’Iran” minacciano le Guardie della Rivoluzione. E il generale Mohammed Hossein Baqeri, capo di Stato Maggiore delle Forze Armate iraniane ha aggiunto: “la risposta iraniana a qualsiasi cattiveria commessa dagli Stati Uniti sarà ancora più forte e più violenta”.

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