Quello di una guerra tra USA e Iran nel 2020 è lo scenario più catastrofico e pessimistico che si possa prospettare, ma quanto è alto il rischio che si concretizzi realmente dopo quanto avvenuto a Baghdad, e dopo le dichiarazioni rilasciate dalla Casa Bianca?
Le tensioni tra i due Paesi non sono mai state buone, questo è risaputo, ma ora si rischia una escalation di violenza dopo quanto accaduto davanti all’ambasciata USA in Iraq. Le conseguenze poi, non si ripercuoteranno solo su questi due Stati, ma rischiano seriamente di aprire una breccia negli equilibri mondiali, con esiti difficili da prevedere.
Si teme il conflitto nucleare, una minaccia che continua a riemergere troppo spesso, soprattutto da quando gli USA si sono chiamati fuori dal vincolo rappresentato dagli accordi Jcpoa sulla proliferazione del nucleare.
Il livello di tensione tra Teheran e Washington era salito con il sequestro di alcune petroliere che attraversavano lo stretto di Hormuz, mesi fa, ma ora l’inasprimento dei rapporti dipende da tutt’altre vicende.
Scontri in Iraq e tensioni USA-Iran
Quello che è accaduto in questi giorni in realtà non riguarda direttamente l’Iran, ma l’Iraq. Facciamo però qualche passo indietro. Il 31 dicembre 2019 l’ambasciata USA a Baghdad è stata presa d’assalto da centinaia di manifestanti iracheni, sciiti per essere precisi, così il Pentagono ha dovuto inviare 100 marines per rendere possibile l’evaquazione di tutto il personale.
La tensione era salita moltissimo, con atti di violenza da guerriglia urbana. Le porte dell’ingresso principale che era stato assediato sono state date alle fiamme, mentre le telecamere di sorveglianza venivano distrutte con bottiglie di vetro. Ma come mai si è arrivati a questo? Quali sono state le cause?
In Iraq, dopo la caduta del regime di Saddam Hussein, un vero e proprio equilibrio nel Paese non è mai stato raggiunto. Ultimamente la situazione è peggiorata, diventando sempre più difficile da gestire, con la conseguenza che il ruolo delle forze di pace USA si è fatto ancora più complicato e delicato.
Ma l’episodio che ha interessato l’ambasciata USA a Baghdad è stato un atto di rappresaglia in risposta agli attacchi statunitensi contro le basi delle milizie delle Brigate di Hezbollah situate nei territori siriani e iracheni, che hanno causato la morte di 25 sciiti.
Gli USA infatti mirano a indebolire le forze sciite, e queste sono sostenute dal governo di Teheran. Gli stessi attacchi USA contro il gruppo paramilitare iracheno di due giorni fa sono stati una risposta al lancio del missile contro la base USA di Kirkuk, nel quale ha perso la vita un cittadino americano.
Trump: “l’Iran sta orchestrando l’attacco”
Quanto sia salita la tensione tra i due Paesi lo mostra in maniera inequivocabile la dichiarazione rilasciata dal presidente USA Donald Trump, durante l’attacco contro l’ambasciata statunitense a Baghdad.
“L’Iran sta orchestrando l’attacco all’ambasciata americana in Iraq” ha dichiarato il Tycoon “sarà ritenuto pienamente responsbile”.
Intanto il presidente Hassan Rouhani ha reso noto che a causa delle sanzioni imposte dal Governo degli Stati Uniti, l’economia del Paese è fortemente penalizzata. Il presidente dell’Iran ha ricordato che negli ultimi due anni la Repubblica Islamica ha perso circa 100 miliardi di dollari in entrate petrolifere, con perdite simili anche negli investimenti esteri.
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