Non si fermerebbe alla trattativa con ArcelorMittal la linea che sta seguendo il premier Giuseppe Conte per risolvere il problema dello stabilimento siderurgico dell’ex Ilva di Taranto. “E’ prevista anche la partecipazione di aziende pubbliche” ha chiarito il presidente del Consiglio. Quindi in definitiva è probabile che il salvataggio dell’acciaieria arrivi anche attraverso l’apertura ad alcune partecipate.

“Siamo disponibili a fare la nostra parte per rendere questo progetto ancora più efficace e credibile, e rendere il piano industriale ancora più sostenibile” ha spiegato Giuseppe Conte, che ha poi annunciato che il negoziato con la compagnia franco-indiana “è solo all’inizio”.

Se in un primo tempo il governo ha chiuso ogni margine di trattativa con il sig. Mittal, per via delle posizioni che Conte ha definito “totalmente inaccettabili” ora si può iniziare a dialogare per trovare un punto d’incontro.

Quindi qual è la strada che seguirà il governo, quella di una trattativa coi Mittal o l’intervento dello Stato attraverso aziende pubbliche? Il premier Conte ha infatti evidenziato il cambio di atteggiamento della compagnia che lascia aperto lo spiraglio per un accordo, pur restando in piedi anche il piano B.

“In questo momento stiamo negoziando col signor Mittal, che è venuto a Palazzo Chigi. Nel primo incontro c’è stata un’interruzione del dialogo perché le posizioni poste dall’azienda erano inaccettabili” ha chiarito Conte “nel secondo incontro lui stesso ha dichiarato che c’è stato un ottimo dialogo col governo per l’avvio di un negoziato”.

E per quel che riguarda i posti di lavoro, quei 4.700 esuberi di cui l’azienda aveva parlato, Conte ha chiarito subito: “quella proposta l’abbiamo già respinta e stiamo facendo delle controproposte”.

Patuanelli: “lo Stato entra attraverso il ministero dell’Economia”

E mentre i sindacati danno il via allo sciopero contro le ‘comandate’ dell’azienda, il minstro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, che ha già convocato Fiom, Fim e Uilm al Mise giovedì prossimo per un incontro coi commissari, conferma la possibilità che si proceda con un intervento da parte dello Stato nella soluzione del nodo ex Ilva.

“Lo Stato entra attraverso il ministero dell’Economia” ha spiegato Patuanelli ai microfoni di L’aria che tira su La7 “quando i privati come in questo caso non ce la fanno è giusto che ci sia lo Stato che in settori strategici come quello dell’acciaio decide di intervenire per garantire la continuità” e al contempo “per controllare quello che fa il privato”.

ArcelorMittal non lascerà lo stabilimento di Taranto, o almeno questo è uno dei punti fermi su cui intende agire l’esecutivo, e Patuanelli aggiunge in merito allo stato della trattativa che “non è certamente parlare di 5.000 esuberi che può portare a una soluzione” tuttavia la questione posti di lavoro è di primaria importanza e servono risposte.

Il ministro spiega però che “è prematuro anticipare” il numero dei posti a rischio, assicurando però: “lavoriamo perché siano il minor numero possibile”. Parallelamente il ministero sta agendo, sempre su quel fronte per “dare opportunità occupazionali in quel territorio attraverso le partecipate, attraverso la disponibilità di Fincantieri e di Snam“.

Inoltre, conclude Patuanelli, ci sono “tante misure che tutte assieme possono portare a una proposta occupazionale diversa per i residenti”. Di cosa si tratta esattamente? Ancora non c’è nulla di certo, ma si parla di un fondo “straordinario” da 50 milioni di euro destinato agli operai dell’Ilva in amministrazione straordinaria.

Ci sarebbe poi una serie di incentivi rafforzati che prevedrebbero sgravi fino al 100% per tre anni per chi assume lavoratori in esubero provenienti dall’ex Ilva. Il pacchetto al quale si sta lavorando si compone al momento di una decina di misure che possono interessare sia la zona del porto che i presidi sanitari. Al vaglio dell’esecutivo due possibili soluzioni in merito: quella di inserire alcune norme nella manovra economica, oppure mettere tutto quanto in un apposito decreto.

Ok della Procura di Taranto alla richiesta di proroga dei Commissari dell’Ilva

Nel frattempo i Pm di Taranto hanno dato parere favorevole alla richiesta di proroga presentata dai Commissari dell’Ilva sull’uso dell’Afo2 che era stato sequestrato e poi dissequestrato per via dell’inchiesta sulla morte dell’operaio Alessandro Morricella.

La proroga richiesta dai Commissari servirebbe per ottemperare alle prescrizioni di automazione del campo di colata, operazione per la quale occorrerebbe un anno di tempo. Una richiesta di proroga alla quale i Pm hanno risposto esprimendo parere positivo dopo aver preso visioine della relazione depositata dal custode giudiziario del siderurgico Barbara Valenzano, funzionaria della Regione Puglia.

Entro venerdì 13 dicembre ci si aspetta che venga confermata la proroga della facoltà d’uso, ma se ciò non dovesse accadere, essendo scaduti i tre mesi concessi dal Tribunale del Riesame per ottemperare alle prescrizioni, si dovrà provvedere allo spegnimento dell’Altoforno 2.

Questo contenuto non deve essere considerato un consiglio di investimento. Non offriamo alcun tipo di consulenza finanziaria. L’articolo ha uno scopo soltanto informativo e alcuni contenuti sono Comunicati Stampa scritti direttamente dai nostri Clienti.
I lettori sono tenuti pertanto a effettuare le proprie ricerche per verificare l’aggiornamento dei dati. Questo sito NON è responsabile, direttamente o indirettamente, per qualsivoglia danno o perdita, reale o presunta, causata dall'utilizzo di qualunque contenuto o servizio menzionato sul sito https://www.borsainside.com.